Andrea Donzella - Maschere: un bel disco per il cantautore siciliano ..
di: Paolo Polidoro
Andrea Donzella in piena maturita' artistica pubblica Maschere, che non lascia spazio ad altre interpretazione, filosofiche quanto estetiche. Pop anni'70 assai interessante! Il videoclip del brano Mille cose da salvare.. Andrea Donzella in piena maturita' artistica pubblica Maschere, che non lascia spazio ad altre interpretazione, filosofiche quanto estetiche. Pop anni'70 assai interessante! Il videoclip del brano Mille cose da salvare..
In realtà questo è il secondo disco ma potremmo chiamarlo esordio da un punto di vista mediatico, avendo (questo artista di grande personalità) lasciato chiuso nel cassetto quel primo lavoro dal titolo Una parte di me.
Parliamo di canzone d’autore di quel pop leggero altamente devoto ad un cliché anni ’70 in cui imperava quel certo modo di fare progressive e di unire i dettami classici ad una musica che al tempo era definita “pop”, ed è ricco di arrangiamenti gustosi e di archi eleganti questo susseguirsi di 8 inediti in cui l’amore nella sua ampia accezione fa da contorno ad un mood che oserei definire vintage in cui le liriche di Donzella ricalcano spesso soluzioni già sentite, di battistiana memoria .. oserei dire anche.
Ma è la personalità del cantautore siciliano a vincere sui cliché anche grazie alla produzione in cui intervengono le scelte di Ferruccio Francia, belle sensazioni ti anni andati che coniugano bene in equilibrio con le variazioni libere e inaspettate di Non è successo niente, che poi questi caleidoscopi cambi di direzione sono una cifra stilistica ricorrente nella scrittura di Donzella, momenti che ospitano dialoghi di chitarre elettriche importanti e incisivi.
Avrei preferito un piglio maggiormente rock che però dall’aria epica dell’apertura affidata a Mille cose da salvare si perde un poco lasciando il sound come un leggero volo a planare dentro il bel canto e la bella melodia italiana.
Un disco che lotterà fino all’ultimo sangue contro le mode digitali e la forma canzone di questo eterno “post punk” che stiamo vivendo dagli anni ’80 in poi.
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