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Ilenia Volpe - Radical chic un cazzo (Dada)di: Silvio Mancinelli Come fare a non chiedere di recensire un disco dal titolo “Radical chic un cazzo”?. È un titolo che piacerebbe molto al mio amico Nosmo King. Come fare a non chiedere di recensire un disco dal titolo “Radical chic un cazzo”?. È un titolo che piacerebbe molto al mio amico Nosmo King. Il disco è di Ilenia Volpe, ed un disco a due facce. Prima di tutto è un disco con un’attitudine punk, sia per la lunghezza (dura pochissimo), sia per alcuni suoi testi e da alcune sonorità (“Gli incubi di un tubetto di crema arancione” e “la mia professoressa di italiano”). Subito mi ha fatto pensare a un revival di Prozac +, perché lascia il segno il fatto di dichiarare di avere una professoressa di italiano stronza! Per cui il disco mi comincia a piacere subito, Ilenia così è bella diretta e colpisce il segno. Come nella nirvanesca “Indicazioni per il centro commerciale”, poi però si perde un po’. È come se ci fosse un lato A e un lato B. dove il lato B sta per intimità e per introspezione, anche musicale, con una incursione strumentale. Ecco, più che un cd, avrebbe dato più logicità al lavoro un vinile o una cassetta. Insomma si è capito che a me piace la Volpe del lato A, perché ogni tanto ci vuole un po’ di incazzatura, un po’ di accordi diretti, tanto per far capire come va la vita. Nel lavoro c’è anche la mano di Giorgio Canali e si sente! Articolo letto 3069 volte Riferimenti Web
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