La struggente vita di Nina Simone nell'appassionata biografia di David Brun-Lambert
di: Giuseppe Panella
La vita di Nina Simone in una appassionata biografia edita da Kowalski Editore Nina Simone, una vita
di David Brun-Lambert
Traduzione di Laura Cecilia Dapelli
Kowalski Editore
Guardando la foto di copertina di questo libro scritto da David Brun-Lambert apparentemente si coglie una immagine non reale di Nina Simone. Solo apparentemente, appunto… La sua espressione potrebbe sembrare quella di una persona serena, di chi sin dall’infanzia ha avuto una vita in discesa. Non è così. Dietro un amaro sorriso si cela uno sguardo profondamente triste, di chi ha vissuto una vita difficile, tormentata.
Eunice Kathleen Waynon nasce il 21 febbraio 1933 a Tyron, Carolina del Nord, cittadina dell’America nella quale bianchi e neri vivono una realtà ambigua. La vita di tutti i giorni sembra uguale per i bianchi e per i neri. Di fatto non è così. C’è separazione tra le due razze. E’ in questo ambiente che è cresciuta Eunice. Un ambiente in cui ha inseguito i suoi sogni di concertistica classica. Il suo sogno era quello di suonare Bach, Beethoven, Mozart, Haydn e tutte le più grandi pagine di musica classica. Suo malgrado non c’è mai riuscita. La bocciatura ricevuta all’esame sostenuto per entrare al Curtis Institute non è stata mai accettata da Eunice. Era convinta di essere stata scartata per il colore della sua pelle. Noi non sapremo se il mondo intero ha perso una grande concertista classica o ha guadagnato una grande cantante. E’ grazie a quella bocciatura che nasce Nina Simone, nome scelto per nascondersi alla mamma, la reverenda Mary Kate, che non voleva che Eunice suonasse “la musica del diavolo”. Un nome d’arte unione del nomignolo con cui la chiamava un suo ex (Nina, piccola) e Simone, cognome della sua attrice preferita, Simone Signoret. Inizia così la sua vita costellata di grande musica, di percorsi difficili, di frustrazioni, di grandi lotte. Quest’ultime l’hanno vista al fianco di Martin Luther King, di Malcom X per il riconoscimento dei diritti civili dei neri. Una donna forte nelle lotte quanto fragile con sè stessa. La stella di Nina ha cominciato a brillare sin dal suo primo approccio con “la musica del diavolo”, al Midtown Bar & Grill di Atlantic City. Un locale di serie B, frequentato da gente che utilizzava la musica solo come accompagnamento dei propri drink, che ben presto divenne un locale alla moda. Un posto dove c’era una “nera” che cantava una musica che non era classica, non era jazz, non era soul. Era tutto questo insieme. Nella musica dell’americana Nina Simone era evidente la sua anima africana. Quell’anima che lei stessa non era uscita fuori prima e che, in seguito, è stata la sua più intima compagna.
La biografia del francese David Brun-Lambert racconta la vita di Eunice che divenne Nina. Lo fa in modo appassionato, facendoci entrare nella vita di tutti i giorni della cantante americana. Dalla nascita alla morte racconta le evoluzioni di quest’artista senza mai appesantire la propria scrittura. A tratti potrebbe sembrare un romanzo tanto è pieno di situazioni descritte minuziosamente.
Un giusto tributo ad una grande artista che ha ricevuto la grande fama con quel brano, “My baby just cares for me”, che lei stessa definiva “idiota, tra le più inoffensive che abbia mai inciso”.
Nina Simone è morta il 20 aprile 2003 nella sua casa di Carry-Le-Rouet, in Francia. Una morte che lei stessa, quasi, aveva previsto nel momento in cui al suo amico Gerrit LeBruin disse: “Morirò a settant’anni, perché dopo c’è solo dolore”.
Nelle ultime pagine da non trascurare la discografia selezionata da Gianni Del Savio.
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