Franco Micalizzi –Roma (Auditorium Parco della Musica) 28/04/2017
di: Antonio Ranalli
Successo all'Auditorium Parco della Musica per Franco Micalizzi, che in una serata ha eseguito i teme delle colonne sonore più celebri. Ospiti i Vianella, Gilda Buttà, Valentina Ducros, Miky Introna, Dougie Meakin e il tenore Gianluca Paganelli. Quando negli anni '60 e '70 il cinema italiano macinava spaghetti western, horror e polizieschi a ritmo industriale, nessuno immaginava che, a distanza di qualche decennio, quei film avrebbero conquistato gli Stati Uniti d'America e che le colonne sonore che li accompagnavano sarebbero diventate un fenomeno di culto. Tra i compositori protagonisti di questo filone c’è sicuramente Franco Micalizzi, maestro riconosciuto in tutto il mondo, amato anche da Queentin Tarantino che in “Grindhouse” e in “Django Unchained” aveva usato brani scritti proprio dal musicista.
Da un po' di tempo Micalizzi ha messo su una big band, in cui suona anche il figlio Cristiano, ottimo batterista. Con questa orchestra ha inciso alcuni album (tra cui l’antologia “Cult&Colt, Cinema '70”) e tenuto svariati concerti. Quello di venerdì 28 aprile, alla Sala Petrassi dell’Auditorium Parco della Musica di Roma, è stato sicuramente un concerto speciale, con tanti ospiti, dedicato alla memoria di Bud Spencer.
Micalizzi ha composto le musiche per alcune pellicole della coppia formata da Bud Spencer e Terence Hill, prima tra tutti “Lo chiamavano Trinità…” il cui tema è universamente riconosciuto. Sul palco sono saliti anche Giuseppe Pedersoli, figlio di Bud, e lo scrittore e sceneggiatore Marco Tullio Barboni, figlio del grande E.B. Clucher (ovvero Enzo Barboni), regista che, insieme al produttore Italo Zingarelli, ha lanciato la celebre coppia. In platea anche Maria Amato, moglie di Bud Spencer. E’ stata anche l’occasione per ricordare Alessandro Alessandroni, celebre “fischiatore” di colonne sonore, tra cui quella di Trinità, scomparso proprio lo scorso 27 marzo.
Un concerto godibilissimo e molto ben suonato con i temi di Micalizzi più conosciuti, al quale hanno preso parte diverse guest star. La serata si è aperta con il tema di “Stridulum”, film fantascientifico realizzato sul finire degli anni ’70. Un tema che rimarca le peculiarità di Micalizzi: predilezione per i fiati e un grande ritmo funky. Un pezzo forte del repertorio è rappresentato dai film polizieschi italiani. E’ il caso di “Italia a mano armata”, che Queentin Tarantino ha inserito anche nel suo “Grindhouse – A prova di morte”. “Ho saputo che Tarantino aveva scelto una mia colonna Sonora quando il film era già in sala, perché l’editore non me lo aveva ancora comunicato”, ha ricordato Franco Micalizzi, spiegando anche come la sua musica sia stata campionata dai rapper statunitensi, come Cassidy che ha preso “Roma a mano armata”. Sicuramente il sodalizio con il regista Umberto Lenzi è quello che ha generato alcune delle pagine più belle scritte da Micalizzi, come “Napoli violenta” e “La banda del gobbo”.
Il tema del film “Storia de fratelli e de cortelli” di Mario Amendola è stato l’occasione per presentare i primi ospiti della serata: i Vianella, ovvero Edoardo Vianello e Wilma Goich, scelti a suo tempo da Micalizzi per interpretare “Roma parlaje tu”: il passare degli anni non ha minimamente scalfito la voce di Vianello e Goich, che hanno reso una performance eccellente.
La serata è poi arrivata all’omaggio a Bud Spencer. E’ stato proprio Franco Micalizzi, aiutato da alcuni filmati, a ricordare l’amico attore e a rimarcare l’importanza di un film come “Trinità”. “Allora ero giovanissimo e volevo fare colonne sonore”, ha ricordato, “Convinsi il produttore Italo Zingarelli a farmi fare le musiche. E così è venuto fuori Trinità, che era un film di recupero, girato utilizzando le scenografie di una produzione appena finita. Enzo Barboni, che allora si firmava E.B. Clucher, aveva questa storia da anni ma nessuno credeva a un western comico e senza sangue e men che meno c'era qualcuno disposto a scrivere la musica”. Il successo è stato incredibile, tanto che il tema di Trinità è ascoltato e eseguito ancora oggi, e lo si può trovare anche sulle suonerie dei cellulari. “Credo che questa serata sia il miglior modo per ricordare papà a 10 mesi dalla scomparsa” ha detto sul palco Giuseppe Pedersoli, figlio di Bud Spencer, “Papà amava molto la musica, e nel tempo libero si dilettava a cantare e scrivere canzoni”. Una testimonianza del set di Trinità è arrivato da Marco Tullio Barboni, figlio del regista E.B. Clucher, che da bambino aveva avuto l’occasione di assistere alle riprese e di aiutare il padre a dare il ciak alle riprese. Micalizzi, dopo aver ricordato anche Alessandro Alessandroni, ha chiamato Miky Introna per eseguire “Trinity”, il tema di “Lo chiamavano trinità…”, che ha raccolto grandi consensi tra i presenti.
La voce della bravissima Valentina Ducros è stata invece l’occasione per ascoltare un estratto da “Celebrities”, album uscito nel 2015 in cui il compositore omaggiava alcune grandi figure del ‘900. Il brano scelto è Marilyn, dedicato a Marilyn Monroe.
La voce elegante di Valentina Ducros è stata protagonista anche nell’esecuzione del celebre “Valzer di Lupin”, storica sigla del cartone animato Lupin III (originariamente incisa dall’Orchestra Castellina-Pasi), che ha generato ancora una volta una effetto one shoot tra gli spettatori.
L’omaggio a Bud Spencer si è poi completato con un altro storico tema, questa volta tratto dal film “Nati con la camicia”. Micalizzi ha inviato sul palco l'interprete originale Dougie Meakin per eseguire “In the middle of all that trouble again", brano che attacca con il celebre incipit “Round, round running around”. Micalizzi ha scritto tantissimo nella sua carriera. Peccato non è stato possibile ascoltare, nell’ambito di questo omaggio a Bud Spencer, anche il tema di “Non c’è due senza quattro”, probabilmente la colonna sonora più riuscita, dove il compositore si è a suo tempo misurato con il samba e la musica brasiliana.
Non sono mancate altre sorprese nel corso della serata. L’artista ha ricordato il successo avuto dalla colonna sonora del film strappalacrime “L’ultima neve di primavera” (1973), che riuscì a far commuovere anche la critica più intransigente. Per il tema di quel film Micalizzi aveva pensato anche a una canzone basata sul tema, cui chiese la collaborazione di Giorgio Calabrese. Poi non se ne fece più nulla, visto che la versione strumentale arrivò al primo posto in classifica. Dopo tanti anni Micalizzi ha deciso di riprendere quel tema e di farlo interpretare al noto tenore Gianluca Paganelli. La pianista Gilda Buttà (nota interprete delle soundtrack del maestro Ennio Morricone, su tutte “La leggenda del pianista sull’oceano”), infatti, ha interpretato magistralmente al pianoforte il tema “Incantesimo”.
Tra nuove incursioni nel genere poliziesco e omaggi ai grandi del cinema, la serata è stata chiusa da una jam session collettiva che ha rimarcato la bravura dei musicisti.
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