Gianmarco Dottori: chi la dura, la vince.
di: Martina Neri
Chi la dura, la vince. Cosi’ potrebbe riassumersi l’avventura di Gianmarco Dottori a Musicultura. Dopo quattro tentativi e’ addirittura uno degli otto vincitori del concorso. Dannata felicita’, e’ una canzone in bilico tra recriminazione e speranza Chi la dura, la vince. Cosi’ potrebbe riassumersi l’avventura di Gianmarco Dottori a Musicultura. Dopo quattro tentativi, quest’anno non solo e’ stato selezionato, ma e’ addirittura uno degli otto vincitori del concorso. L’aver partecipato alla scorsa edizione di The Voice gli ha regalato un po’ di notorieta’ in piu’, ma ha alle spalle una lunga gavetta, prima come musicista e poi come cantautore. A Roma, la sua citta’, sta contribuendo a creare un piccolo movimento intorno a Spaghetti Unplugged, una serata in cui viene messo a disposizione un palco per chiunque volesse suonare; un modo per creare una vetrina per nuove proposte e, allo stesso tempo, offrire una serata di spettacolo a chi va anche solo a curiosare. Il pezzo che porta in concorso a Macerata, ‘Dannata felicita’ ’, e’ una canzone in bilico tra recriminazione e speranza di poter riallacciare una storia che sembra finita.
In questo pezzo si sente l’appartenenza a una certa tradizione cantautorale romana. In che cosa ti senti diverso?
‘Dannata felicita’‘ rappresenta un unicum, e’ l’unico pezzo in cui canto in romanesco. Sono appassionato di canzone romana, e’ vero, ma di solito faccio pezzi pop leggeri. Questa canzone e’ nata per scherzo, a mo’ di stornello. Ho cercato con l’arrangiamento di renderla meno folk possibile, proprio per tentare di diversificarmi. Non seguo le mode e non faccio canzoni guardando a cio’ che funziona sul mercato, le canzoni belle sono quelle che restano, per questo scrivo poco e cerco di trovare idee che possano rimanere nel tempo.
Che cosa hai preso dall’esperienza a The Voice?
E’ stata un’opportunita’ per fare qualcosa di diverso, me l’hanno proposto e ho detto: ‘perche’ no?’ Passati i trent’anni non si deve escludere nulla secondo me, quindi ho provato ed e’ stata per me una esperienza bellissima, un periodo di spensieratezza assoluta. Mi ha lasciato addosso energia positiva, e un buonissimo rapporto con Noemi, la mia caposquadra. Di queste esperienze la cosa piu’ importante che ti rimane sono i rapporti con le persone. Grazie a The Voice ho fatto tante cose che non avrei potuto fare prima.
Non temi di essere etichettato come ‘quello di The Voice’? C’e’ sempre una sorta di pregiudizio verso chi esce dai talent.
Non ho questo tipo di paura e, anche se fosse, non e' un problema. Vorrei esser sia quello di San Lorenzo o del Pigneto ( quartieri di Roma n.d.r), sia quello di The Voice. Le etichette lasciano il tempo che trovano. Mi sono sempre fatto in quattro, ben prima di finire in televisione. Del resto il talent non serve cosi’ tanto, amplifica le cose che gia’ hai. Io lavoravo da prima, non e’ che se esci da li’ poi diventi Bruno Mars. Avrai di sicuro qualche orecchio un piu’ a cui far ascoltare quello che fai, questo era il mio obiettivo, cercando di non farti snaturare. Tanti si sono trovati con le gambe all’aria, io ho le mie canzoni; forse se avessi dovuto trovarmi degli autori o una produzione sarebbe stato piu’ complesso.
Pensi che ci siano ancora persone nell’ambito musicale capaci di aiutare concretamente le nuove generazioni, facendo scouting o un lavoro di impronta manageriale?
Per quanto mi riguarda sto attualmente lavorando con Ricky Palazzolo (Niccolo’ Fabi, Marina Rei, Roberto Angelini) che e’ una persona molto attenta a quello che succede sul mercato. Alberto Quartana della Leave Music (Mannarino, Tommaso Di Giulio, Artu’) e’ stata la prima persona che ho conosciuto nel mondo della musica, quando registrai una demo alla Leave nel 2008. Sono due persone agli antipodi se vuoi, per approccio e per tipo di lavoro, ma guardano nella stessa direzione, cercano di dare delle possibilita’ concrete, investendo sugli artisti. Ricky mi ha cercato dopo avermi visto a The Voice e quando gli ho fatto sentire ‘Dannata felicita’ ’ se ne è subito innamorato. Per me è una gioia lavorare con lui e con Stefano Borzi, il mio produttore.
Visto che ci hai provato tante volte, cosa ti aspetti da Musicultura ?
Credo che sia l’ultimo grande concorso rimasto in cui ti si riconosce dignita’ artistica e, ci tengo a sottolinearlo, in cui danno un sacco di soldi di montepremi, cosa fondamentale per chi sta cercando di farsi strada nel mondo della musica; in piu’ ti da’ la possibilità di fare cose pazzesche, dividere il palco con artisti incredibili. E’ un concorso che ho sempre apprezzato, soprattutto per il fatto che loro ti ascoltano, cosa non da poco per chi scrive, e’ un feedback utilissimo. Essere tra i vincitori e’ la realizzazione di un piccolo grande sogno.
Che progetti hai per l’immediato futuro?
‘Dannata felicita’ ’ verra’ lanciato come singolo, poi cerchero’ di dare forma a tutto il materiale che ho. Di sicuro faro’ uscire qualcosa, e poi riprovero’ ad entrare a Sanremo.
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