Cassandra Raffaele - La valigia con le scarpe (Leave Music/ IndieSoundsBetter/ Universal)
di: Alessandro Sgritta
Primo disco della 'cantora' siciliana Cassandra Raffaele, La Valigia con le scarpe festeggia oggi con un grande concerto a L’Asino che vola di Roma un anno dalla sua uscita per Leave Music con ospiti Alessio Bonomo, Alessandra Parisi ed Elisa Rossi. Primo disco della “cantora” siciliana Cassandra Raffaele (autrice di musica e testi di tutti i brani), “La Valigia con le scarpe” (nella foto la copertina) festeggia oggi un anno esatto dalla sua uscita per Leave Music/Indie Sounds Better (distribuzione Universal) con un grande concerto a L’Asino che vola di Roma con ospiti Alessio Bonomo, Alessandra Parisi ed Elisa Rossi.
Il disco si apre con il breve intro “Inizio subito”, un suono di campane e una voce che sussurra “Ca’ svegliati che è pronto il tè!” introducono “Come di domenica”, una canzone bandistica, piena di strumenti: si sentono prima di tutti i fiati, il clarinetto di Salvatore Assenza, la tromba di Antonino Vitali e il trombone di Giuseppe Ligeri che accompagnano Cassandra Raffaele (voce, cori, ukulele, chitarra acustica) e la sua band (Carlo Longo: piano, synth, programmazione, che con Cassandra ha curato anche la produzione artistica e gli arrangiamenti; Alfredo Longo: chitarra acustica, elettrica e banjo; Antonio Moscato: basso; Enzo Augello: batteria; Joanna Pawlik: violoncello; in altri brani ci sono Andrea Savasta e Andrea Di Pasquale dei “Baciamolemani” rispettivamente alla tromba e al trombone). Colpisce subito la voce molto pulita, squillante, che scandisce in modo preciso testi molto accurati, letterari, mai scontati o banali, anche quando si parla di mamme e di cucine (“facciamo finta che non ci riguardano i nostri pensieri, troppe sentenze buttate contro le nostre attese, vano è il redimersi dagli errori se poi viviamo grazie ai nostri difetti”).
La successiva “L’occasione” che parla di seduzione dal punto di vista di una donna fa pensare addirittura a Fabrizio De André per la ricchezza di vocabolario e il modo di cantare e scandire le parole, in particolare il ritornello che ricorda la sua “Bocca di rosa”: “guardami come cammino, sono un’acrobata su un trampolino…porgo la guancia e le gote di fragola come una bambola “riccioli d’oro” ed il mio ventre che largo ti attende…e spegnerai così lentamente pure quel soffio, l’unico soffio che mi resta di lucidità!”.
“Le mie valigie” è la canzone che dà il titolo al disco (“la valigia con le scarpe porta pure le sconfitte”), declinando in rima la valigia con le toppe, le rose e le corde (si tratta di “transizioni emotive in movimento”, come la stessa Cassandra definisce le sue canzoni), qui anche la musica è più delicata, si sentono soprattutto la voce, il piano, il violoncello e i piatti della batteria.
“Parole di cartone” è probabilmente destinata ad essere il prossimo singolo, per la grande cantabilità del brano (“la la la la la…”), sottolineata dall’uso di fiati e archi, in particolare del violoncello sul finale, con delle voci di persone che si sentono in sottofondo, il testo racconta di fragilità e fallimenti, ambizioni e silenzi. “L’ultimo bicchiere” è forse il brano più intimo e profondo del disco, l’avverbio “incessantemente” apre il ritornello, da segnalare la chitarra acustica ed elettrica di Placido Salamone, qui la voce di Cassandra diventa più struggente e malinconica.
Gli archi aprono “Forse ci siamo”, decisamente più ritmata e movimentata, quasi una marcetta nevrotica che alterna diversi cambi di tempo, un brano classico e moderno al tempo stesso (sul finale diventa un valzer), con effetti particolari sulla voce.
“Adesso posso dirti (fottiti)” che per semplicità chiameremo semplicemente “Fottiti” è invece il pezzo più scanzonato e divertente, da fischiettare sotto la doccia, già a partire dal titolo, uno sfogo indirizzato a qualcuno che l’ha delusa e demotivata, un presunto “Maestro” di vita o di musica, forse un ex, non si sa, interessanti i cori sul finale. “Simili e contrari” gioca sul paragone tra le farfalle e gli esseri umani, entrambi hanno (o dovrebbero avere) “voglia di cambiare le ali e ritrovarsi nell’aria”, senza paura dei difetti e dei cambiamenti.
L’allegra partecipazione della Tinto Brass Street Band (una brass-band dixieland da strada) caratterizza “Io non mi abbatto perché non sono un albero” e dà un’impronta a tutto il brano, decisamente movimentato e bandistico, cantato come un manifesto da urlare al vento (“non mi lancio perché non sono un sasso, non mi deprimo perché sono già matta, io non mi sfascio perché non sono un tavolo ma sopravvivo perché sono nata libera”). Tutto il contrario della successiva “Cornice d’acqua”, delicata, soffusa, jazzata e swingante, con il pianoforte di Tony Brundo e la chitarra di Osvaldo Lo Iacono (che suona pure in “Fottiti”), davvero molto raffinata e poetica (“hai mai visto un sogno appeso ad un filo di un balcone messo ad asciugare?”).
“Unoduetrè” è una simpatica filastrocca che (apparentemente) scherzando dice che “la pura sacrosanta verità non si trova in un giornale ma si scorge solamente sopra i muri, nei graffiti di città”. La penultima “Aquiloni” vede la partecipazione del cantattore Soulcè, un rapper siciliano che irrompe a metà brano, un incontro inusuale e atipico.
I “compagnoni musicanti” Baciamolemani compaiono invece nell’ultima “traccia tropicale”del disco, “Succederà”, dalle sonorità decisamente ska-rocksteady e dal testo prettamente estivo e scanzonato (“me ne andrò al mare a vedere le barche…comincerò a ballare sulla spiaggia felice…la vita riparte coi pesci e l’amor…”), anche qui con l’inserimento di un testo rappato da Piero Pizzo. In sintesi un lavoro molto vario, che racchiude stili musicali, ritmi e sonorità molto diversi tra loro e che testimonia l’estrema versatilità e il grande talento della Raffaele, una delle promesse già realtà più belle della nostra canzone d’autore, tra l’altro il disco è stato candidato alla Targa Tenco come migliore opera prima del 2014.
Info:
www.cassandraraffaele.net
www.indiesoundsbetter.it
www.leavemusic.it
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