Stimolare, invocare, pretendere dagli artisti originalità: incontro con Davide Marengo.
di: Giancarlo Passarella
Craj al Festival del Cinema di Venezia, film con Teresa De Sio e Giovanni Lindo Ferretti: dietro la macchina da presa proprio Davide Marengo, regista anche di videoclip per Biagio Antonacci, Edoardo Bennato, Patty Pravo, Nidi d'Arac, Carmen Consoli. Craj al Festival del Cinema di Venezia, film con Teresa De Sio e Giovanni Lindo Ferretti: dietro la macchina da presa proprio Davide Marengo, regista anche di videoclip per Biagio Antonacci, Edoardo Bennato, Patty Pravo, Nidi d'Arac, Carmen Consoli ...
(la foto di Paola Papa propone proprio Davide Marengo con Carmen Consoli, durante le riprese del videoclip Fiori D'Arancio..)
Bentrovato a Davide Marengo: ma cosa ci facevi qualche settimana fa a Venezia? Mi sbaglio o non sei andato a fare un giro turistico...
Mi trovavo "casualmente" al Lido di Venezia alle Giornate degli Autori per presentare un film, il mio primo lungometraggio, "Craj-Domani", una particolare miscela tra documentario, fiaba e film musicale, che racconta dall'interno la musica popolare pugliese rappresentata dai Cantori di Carpino, Uccio Aloisi e Matteo Salvatore, scomparso poco più di un mese fa. Proprio a Venezia il film ha vinto il premio "Lino Miccichè" come migliore opera prima. Una grande soddisfazione soprattutto perchè il film è stato accolto con molto entusiasmo dal pubblico e dalla critica. Il premio e la stessa partecipazione al festival sono un'importante opportunità per continuare a far conoscere i quattro eccezionali anziani cantanti e musicisti che sono l'anima di "Craj" e sono accompagnati con devozione e rispetto da Teresa De Sio e Giovanni Lindo Ferretti, ideatori dello spettacolo teatral-musicale al quale mi sono ispirato per girare questo film.
Complimenti veramente per quanto hai ottenuto, ma ci dici come e' realmente quel mondo? Visto da fuori, a noi sembra una specie di gran bazaar ..
Il mio film partecipava alle Giornate degli autori dirette da Giorgio Gosetti, una sezione particolare con una sua sede e una sua struttura parallela a quella del festival, dove non c'erano metal detector, nessuno ti guardava con sospetto e si respirava autentica aria di cinema espressivo. Quella stessa aria che dovrebbe respirarsi con più decisione ad un festival e che troppo spesso invece è mescolata all'industria dello spettacolo con le sue star e i suoi gossip, che ha già i suoi canali di divulgazione e che dovrebbe avere una presenza meno invadente ad un festival che si dice d'Arte cinematografica. Da spettatore ho visto alcuni film del festival ufficiale e mi sono reso conto che molti spettatori, soprattutto giovani, hanno avuto difficoltà di accesso alle sale. E poi i costi di vitto e alloggio sono immorali. Comunque l'offerta cinematografica era molto ricca nelle varie sezioni e con un pò d'ingegno si può trovare ampia soddisfazione al festival di Venezia.
Servono nel 2005 festival di quel tipo? Non e' ora di cercare eventi e situazioni diverse e piu' attuali per promuovere il buon cinema?
Quello che serve, secondo me, è un maggiore amore e rispetto per l'Arte cinematografica da parte di chi gestisce festival e istituzioni. Ogni idea nuova o vecchia che sia, è importante che alla sua origine ci sia buona fede, curiosità, competenza e coraggio di proporre qualcosa che faccia discutere sui contenuti dei film, sul loro aspetto espressivo e che crei movimento intellettuale e culturale.
Il tuo legame con il mondo della musica e' davvero forte: per te il mondo dei videoclip e' stato solo una palestra o ci sei legato sentimentalmente?
E' una palestra importante che non voglio interrompere e ci sono legato sentimentalmente, anche se è un rapporto conflittuale. Nel senso che per fare un buon video (come per girare un buon film, o per costruire una società migliore..) c'è bisogno di tempo e il tempo costa denaro. Non credo all'equazione più tempo uguale più Bello. Però non sempre si possono avere buone idee con poco budget e poco tempo. Credo che per girare le buone idee che frullano in testa quando si pensa ad un nuovo clip si debba ottenere più della solita unica giornata di lavoro, frettolosa, con poche persone di troupe, con macchina a spalla e con un'idea che a furia di passare di scrivania in scrivania si sbiadisce.
Non sembri una contraddizione se i video che ho fatto e che mi piacciono di più sono stati fatti proprio così: una giornata di lavoro, macchina a spalla, idea semplice. Perchè molto dipende dal clima che si crea sul set. Il problema è che non ci sono più soldi per investire nella musica e sono pochissimi quelli che hanno il coraggio e la curiosita’ di investire sui nuovi talenti musicali, e ce ne sono a migliaia! Non si investe più sull'originalità perchè non è più vista come una necessità preziosa e unica. E il rischio è che musica e video si assomiglino tutti o che siano talmente estremi che non trovano spazio nei canali di diffusione. Questo è un problema culturale comune a quasi tutti i settori dello spettacolo.
Anche per analizzare tutti i lavori che hai fatto, comincio ad elencarti i videoclip e tu mi dici qualcosa per ognuno di loro, anche solo dei ricordi o degli aneddoti. Pronto?
Si….
Cominciamo con Nidi d'Arac - “Figli di Annibale” del 1998 ...
Il video è nato come colonna sonora di supporto all'omonimo film di Davide Ferrario. L'ho girato da solo in uno studio di registrazione in un'ora e l'ho montato in un paio di giorni. Ma c'era l'esigenza di mettere molte immagini del film, nel video, e questo ne ha condizionato la riuscita. Infatti non l'hanno mandato molto in onda. Però mi ricordo molto bene del gruppo che ora sta facendo un bel lavoro con la pizzica salentina fusa a sonorità elettroniche molto interessante e originale.
... e cosa mi dici dei giorni in cui hai girato “Non mi fido di me” di Carlo Fava ?
Carlo Fava è un grande amico e un grande musicista. Stavamo in vacanza insieme in Versilia con Dino Gentili, nostro comune amico che ci ospitava in casa sua. Carlo aveva appena finito di stampare il suo bellissimo Cd "Personaggi criminali" (precedente al suo ultimo e Cd "L'uomo flessibile"). Ci ha fatto sentire il pezzo "Non mi fido di me", sono rimasto sconvolto e ho detto: "Andiamo a girare il video al luna park qui di fronte!" lui mi ha guardato inespressivo e mi ha detto: "Ora?". Ho staccato la spina allo stereo, l'ho messo sulle spalle di Dino, ho preso la telecamera che avevo portato con me e ci siamo diretti con lo stereo a tutto volume nel luna park affollato. Quello che alla fine è uscito fuori è il video che rivedo più volentieri. Costo di ripresa: 5 euro, la cassetta. Quando c'è il clima adatto, l'ispirazione viene da sola. Questo è un caso puro di video indipendente nato d'istinto e senza troppi pensieri. Ci sono altri casi in cui per ottenere dei risultati espressivi dignitosi servirebbero scenografie, preparazione di giorni, mezzi tecnici e personale specializzato che oggi è impossibile pretendere e quindi ci si autolimita (o peggio, ci si autocensura!). A volte accade il miracolo di fare un bel video con pochi mezzi, ma tante altre volte non c'è verso di uscire dall'amatorialità.
... ed il tuo primo Super 16mm?
Il mio primo "vero" video professionale, con mezzi di tutto rispetto e con un'artista molto conosciuta è stato "L'ultimo bacio" di Carmen Consoli col quale ho vinto l'Italian Music Award 2001. Stavo girando il backstage dell'omonimo film quando il produttore e il regista, Procacci e Muccino, mi hanno affidato la regia del video. La prima idea che mi è venuta era troppo ambiziosa e costosa, la seconda è stata quella che poi ho girato. Un'idea molto semplice: vediamo Carmen Consoli cantare e passeggiare sul set mentre il film viene girato veramente. Quindi eravamo due troupe che giravano in contemporanea, quando un attore finiva con Muccino correva nella mia inquadratura e giravamo rapidamente. E' stato molto divertente, soprattutto conoscere Carmen, molto disponibile durante le riprese.
Quali ricordi sul set del remake di “Pensiero Stupendo con Patty Pravo, La Crus e Manuel degli Afterhours?
E' stata una bellissima esperienza. Anche per la scelta della canzone, un classico. Ma soprattutto per aver lavorato con Patty Pravo, un mito vivente. Sono troppi gli aneddoti da raccontare e non riesco a sceglierne uno. Comunque il pezzo è molto bello e so che il video è stato visto e apprezzato anche dal suo autore, Ivano Fossati e questo mi ha fatto molto piacere. Ho cercato di ricreare attraverso sguardi e piccoli gesti l'atmosfera ambigua che viene evocata dal testo, ambientandolo in un locale affollato. Sia i La Crus che Manuel Agnelli sono stati davvero intensi nel lavorare con Patty Pravo, che mi sembrava essere molto divertita dall'esperienza.
Mi sbaglio ma la ribalta nazionale ti e' arrivata con il lavoro per Edoardo Bennato?
Edoardo Bennato lo conosco da quando sono nato perchè mio padre, Renato Marengo, è stato uno dei suoi primi produttori discografici. Ma fare il video con lui è stato casuale e non legato a questa conoscenza, anche perchè non lo vedevo da tanti anni. Però mi ha fatto effetto lavorare con lui esattamente come quando con "Craj" ho lavorato con Teresa De Sio, altra musicista prodotta negli anni 70 da mio padre.
Una buona visibilita' l'ha avuta anche “Solo due parole” di Biagio Antonacci ...
Antonacci l'ho conosciuto solo via telefono. Abbiamo sviluppato l'idea a telefono e mi ha detto che non voleva apparire nel video e infatti, caso più unico che raro in Italia, lui non appare, neanche in fotografia. Al suo posto c'è un bambino che canta e una bambina che dalla finestra di fronte aspetta che arrivi il principe azzurro. Mi piace molto lavorare con i bambini, hanno una spontaneità e un coinvolgimento così diretti che spesso gli adulti si dimenticano di averlo avuto.
Hai fatto anche “Sono qui” dei Dirotta su Cuba, un po' il loro canto del cigno: stavano gia' litigando tra loro?
Se litigavano hanno mascherato benissimo perchè non mi sono accorto di niente. Avevamo fatto una prima versione del video che mi piaceva molto ma poi la casa discografica ha voluto cambiare quasi tutto e il video non l'ho più apprezzato come avrei voluto. Peccato perchè c'erano dei momenti di montaggio molto intensi e i due componenti (ormai ex) del gruppo e la modella, che intrecciava una relazione ambigua con entrambi, erano molto bravi. L'ho visto poco in circolazione e mi dispiace molto.
C'e' poi stata la parentesi a New York per “Via da te” di Ambramarie ...
La Wea aveva puntato su Ambramarie, una ragazza di 14 anni con una voce incredibile. E hanno investito anche una cifra notevole per una debuttante. Mi è stato chiesto di ambientarlo a Manhattan e di far respirare nel video l'atmosfera della città. L'esperienza mi è molto piaciuta. Abbiamo girato con un operatore steady cam del luogo strepitoso tra le vie più affollate della metropoli, con lo stereo a tutto volume e Ambramarie che cantava tra i passanti che a stento si sono accorti di noi, evidentemente sono abiutati a vedere set ad ogni angolo della città. Come la inquadri New York emana cinema ed ha una fotogenia indescrivibile.
Nel caso del videoclip di Ada Montellanico - Massimo Nunzi "Come saranno i tuoi baci" e' corretto parlare di una produzione indipendente?
Come con Carlo tutto nasce da una grande amicizia con Massimo Nunzi, che ha scritto tutte le musiche dei miei cortometraggi e di altri lavori fatti negli anni. Era in uscita il suo bellissimo CD di Jazz, "Casa moderna" e ha avuto l'idea originale di inserire nel CD una traccia video con il clip di "Come saranno i tuoi baci" cantata dalla grande Ada Montellanico. Unica caratteristica: no budget. Ci siamo inventati una cena a casa di Massimo, di cui è stato eccellente cuoco, abbiamo invitato amici e parenti e poi, mangiando veramente, abbiamo acceso lo stereo con il pezzo e Ada cantava mentre faceva un gioco di seduzione e sguardi con Cosimo, l'attore che appare nel film come suo amante indeciso.
Ed infine il bianco e nero di Carmen Consoli con “Fiori d’arancio”: qui dovresti realmente aver concretizzato i tuoi sogni ...
I miei sogni sono cinematografici... Comunque aver lavorato nuovamente con Carmen è stata una bella soddisfazione, anche perchè mi divertiva troppo l'idea di andare con lei in giro per la città vestita da sposa. E poi sono riuscito a far passare il bianco e nero, un'impresa storica rispetto al discorso della mancanza di coraggio di cui parlavo prima. Per non parlare del finale, dove entrano in chiesa lei e un'altra donna vestita da sposa...
Avrai dei momenti di totale relax: come li passi? Riesci a crearti una tua isola deserta dove rifugiarti?
Il "bello" del mio lavoro è che non c'è molto lavoro e quindi ho molto tempo per leggere e approfondire i miei interessi. Se poi devo proprio indicare un luogo, sono stato folgorato dalla Puglia e in particolare dal Salento e mi viene naturale pensare a quei luoghi come rifugio antiatomico...
In chiusura ti chiedo di analizzare tutta la produzione dei videoclip musicali: ti senti di prevederne il futuro? Ti sembra che tutti siano abbastanza coraggiosi o trovi che siano un po' troppo omologati?
Non mi sento in grado di fare un'analisi sul futuro. Quello che credo manchi oggi è, soprattutto da parte di chi produce e di chi investe, il coraggio prima ancora dei soldi di stimolare, invocare, pretendere dagli artisti originalità e differenziazione di proposte. Se il settore è in crisi economica, tanto vale lanciarsi nella sperimentazione di nuove idee. Oggi vedo molti videoclip italiani troppo simili tra loro. Ma essendoci passato anche io so che non è facile superare le resistenze da parte dei committenti ad osare e si finisce per mediare troppo e cedere all'omologazione. Se ci sono in giro pochi video interessanti la responsabilità è un pò di tutti, ma qualcuno ce l'ha più di altri. Per fortuna esistono tante eccezioni ed è da lì che si deve ricominciare. L'importante è resistere!
Davide Marengo, 32 anni, regista di videoclip musicali, pubblicità e cortometraggi premiati in numerosi festival internazionali.
Ha lavorato per la televisione come autore e regista.
Con “Craj-Domani”, il suo primo lungometraggio attualmente nelle sale cinematografiche, ha partecipato alle Giornate degli Autori al 62° Festival Internazionale di Venezia 2005, vincendo il premio “Lino Miccichè” come migliore opera prima.
Nel 2005 ha ricevuto il finanziamento ministeriale per realizzare “Notturno bus”, un lungometraggio tratto dall’omonimo romanzo di Gianpiero Rigosi (Einaudi), prodotto da Sandro Silvestri.
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