Dario Salvatori e Paola De Simone - “Che Canti!” (Manni Editore)
di: Massimo Giuliano
Un libro su Che Guevara. Un altro! Ancora?! Probabilmente starete reagendo proprio così dopo aver letto l'incipit di questa recensione. Ricredetevi: il lavoro portato avanti da Dario Salvatori e Paola De Simone è inedito e lodevole, ricco di chicche. Un libro su Che Guevara. Un altro! Ancora?! Probabilmente starete reagendo proprio così dopo aver letto l'incipit di questa recensione. Ricredetevi: il lavoro portato avanti da Dario Salvatori e Paola De Simone è inedito e lodevole, ricco di chicche.
In pratica, i due musicofili sono partiti dalla figura del noto rivoluzionario per trasporla nel mondo delle sette note ed analizzarla secondo le dichiarazioni di quegli artisti italiani che nella loro carriera - e nella loro vita - hanno avuto a che fare con il Che. Il libro è diviso in due parti: nella prima, Dario Salvatori ripercorre, attraverso un efficace excursus, tutte le tappe più significative della storia di Ernesto Guevara presentandocela sotto un punto di vista umano, sociale, antropologico. Salvatori ci parla di ciò che il Che ha significato e significa ancora oggi per le persone. Sviscera il senso di cui questa "mitica" figura si è andata caricando nel corso del tempo. Ci conduce per mano in un suggestivo viaggio.
Nella seconda parte, Paola De Simone intervista numerosi illustri personaggi della nostra canzone: tra gli altri, si passano in rassegna Gang, Claudio Lolli, Nomadi, Bandabardò, Roy Paci, e persino autori magari più "inattesi" come Roberto Vecchioni e Raf. Si scopre come mai Beppe Carletti non abbia mai scritto un pezzo su Che Guevara, o cosa possa rappresentare per Raffaele "Self Control" Riefoli un ribelle sudamericano che sacrificò la propria vita in virtù dei valori a cui credeva. In tal senso, il lettore non può non notare che qualche stereotipata "leggerezza" viene totalmente scardinata e ribaltata in favore di una consapevolezza generale, che è poi quella relativa all'indubbia importanza del protagonista di questo testo.
Peccato solo che in questa ricca parata di stelle nostrane manchi uno che magari, nell'immaginario collettivo del "grande pubblico", viene più direttamente associato a Guevara: Daniele Silvestri, che molto prima della Paranza aveva provveduto a narrare, a modo suo, le gesta del Che nella celebre "Cohiba". Sicuramente le quasi 120 pagine del libro scorrono via in maniera rapida e gradevole: l'opera di indagine giornalistica della De Simone è molto buona, mentre sull'acume di Salvatori è quasi superfluo esprimersi. "Che Canti!" è un volume che vi consigliamo, soprattutto per capire meglio la parabola di Ernesto Guevara unendo le parole alla melodia.
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