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Notizie |
Pubblicato il 10/04/2008 alle 12:34:49 | |
Il quotidiano economico Italia Oggi sul Record Store Day, con Bruce Springsteen ed il nostro Giancarlo Passarella
A pagina 26 dell'edizione di Giovedi' 10 Aprile 2008, il quotidiano propone l'interessante articolo Le rockstar americane in soccorso ai negozi di dischi. Dall'Italia: operazione tardiva. Il nostro diretur Giancarlo Passarella con due refusi.
A pagina 26 dell'edizione di Giovedi' 10 Aprile 2008, il quotidiano propone l'interessante articolo Le rockstar americane in soccorso ai negozi di dischi. Dall'Italia: operazione tardiva. Il nostro diretur Giancarlo Passarella con due refusi.
Premettiamo che non e' Presidente di Assortisti-Confersecenti, ma e' Vice Presidente di Assoartisti-Confesercenti. Poi il cognome esatto e' PassArella e non PassErella...
Cio' premesso, l'articolo e' davvero interessante, sia perche' spazia su piu' argomenti, ma anche perche' pubblicato su una testata prestigiosa e ben accettata dal mondo del marketing, soprattutto milanese. Leggiamone alcuni passi, invitandovi a recarvi in edicola per comprare la copia di oggi...
Lunga vita ai negozi di dischi. E’ il senso del “Record Store Day”, singolare iniziativa in programma il prossimo 19 aprile in tutti gli stati uniti. Per la prima volta rock star del calibro di Bruce Springsteen, Paul McCartney e Chuck Berry negozi di dischi sono anche luoghi di cultura, ma anche lo scrittore Nick Hornby e il regista Cameron Crowe, scenderanno in piazza per sostenere una petizione che mira alla salvaguardia di un’attività che va ben al di là dell’aspetto commerciale. I negozi di dischi sono anche luoghi di cultura e punti di aggregazione, dove si sono formati tanti musicisti e appassionati... . E’ così il 19 aprile migliaia di piccoli rivenditori indipendenti statunitensi si uniranno per dare vita ad azioni coordinate di marketing, attraverso la distribuzione di gadget e borse con il logo dell'iniziativa, oltre spettacoli e concerti per far sentire la voce di decine di artisti che non si rassegnano a veder chiudere il negozio giù all'angolo. I Metallica ad esempio firmeranno autografi al Rasputin Music Store in California. Difficile però che un’iniziativa di questo genere possa essere replicata nel resto del mondo, e in modo particolare in Italia...
Ed infatti la riflessione sui differenti mercati (italiano ed americano) ci fa pensare a molti aspetti, compreso quello che una mera importazione dell'evento forse da noi incontrerebbe delle difficolta'. Proseguiamo nell'analisi dell'articolo...“E’ una bella iniziativa senza dubbio”, commenta Arnaldo Albini Colombo, presidente di Vendomusica, associazione che raggruppa gli ultimi negozi indipendenti rimasti aperti in Italia, “però è tardiva. Una cosa del genere andava fatta 10 anni fa, quando c’erano i primi segnali di crisi. Al di là della pirateria e della musica on line, i fattori di crisi dei negozi di dischi vanno cercati altrove. Prima di tutto c’è un disinteresse dei giovani per la musica, che non ha più quei valori, sociali e culturali, che la rendevano attrattiva alle generazioni di 30 / 40 anni fa. Inoltre, i giovani grazie al computer e alla rete posso oggi accedere gratuitamente a tanta musica fatta anche da artisti che, in passato, difficilmente la discografia tradizionale avrebbe pubblicato su disco. E poi è crollato il sistema, e quindi il mondo della musica e gli artisti hanno un impatto minore, anche da un punto di vista del divismo, nettamente minore...
Un proverbio ci viene in mente ed ovviamente NON E' MAI TROPPO TARDI. Vediamo come si chiude l'articolo...Con le vendite in calo e le spese in ascesa i titolari dei negozi preferiscono chiudere. “In parte paghiamo alcune politiche sbagliate fatte nel corso degli anni”, prosegue Arnaldo Albini Colombo, “Nel 1930 un disco a 78 giri costava 30 lire, che da calcoli della Banca d’Italia corrispondono agli attuali 20 euro. Nonostante la diminuzione dei costi di produzione e l’aumento delle vendite il prezzo del CD e rimasto sempre lo stesso”. Il presidente di Fismed – Confesercenti, Norina Vieri in occasione del Festival di Sanremo, aveva ricordato che la “categoria ha fatto della distribuzione della musica un fatto culturale e che per questo avrebbe tutto il diritto di vedersi ridurre l'Iva al 4%, come peraltro più volte richiesto inutilmente. Per affrontare tutti questi temi chiediamo l'apertura di un tavolo o adotteremo misure di protesta per rendere più evidente, soprattutto in questo periodo, l'importanza dei nostri punti vendita”. Gli fa eco il vice presidente di Assortisti – Confesercenti, Giancarlo Passarella “la chiusura di migliaia di negozi di dischi non è un danno solo da un punto di vista commerciale, come è facilmente intuibile: lo è anche culturalmente per il valore sociale che il gestore di dischi ha rappresentano nel corso degli anni"..
Le parole in chiusura sono proprio le sue e sono riprese dall'articolo che Paolo Ansali ha dedicato al Record Store Day e lo trovi linkato qui sotto. Peccato per i due refusi, sicuramente imputabili all'uso del correttore automatico.
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