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Pubblicato il 19/08/2006 alle 16:07:08 | |
Chris Cornell: uno che della vita ha capito tutto
Soundgarden, Audioslave, solista, colonna sonora per il nuovo 007 e chi più ne ha. Vogliamo poi dimenticarci i Temple of the dog? Come potremo?
Soundgarden, Audioslave, solista, colonna sonora per il nuovo 007 e chi più ne ha. Vogliamo poi dimenticarci i Temple of the dog? Come potremo?
Una carriera iniziata nel 1984 nei fumosi locali di una Seattle in cui il fantasma di Hendrix veniva avvistato solo nei giorni di pioggia (6 mesi all’anno circa), supportata da una voce rock ad estensione turbo, ma allo stesso tempo dolce ed armoniosa.
6 album con i Soundgarden, 1 da solista e il terzo con gli Audioslave in uscita il 5 Settembre che si intitolerà “Revelations”.
Si è avvalso negli anni dei migliori produttori; da Brendan O’Brian a Rick Rubin passando per il management di Susan Silver (sua ex-moglie).
Attore nel film “Singles” di Cameron Crowe con Matt Dillon nel 1993.
Solo 2 anni prima per la morte del suo amico fraterno Andy Wood dei Mother Love Bone scrive e incide “Temple of the dog” : uno degli album rock più belli degli anni ’90 che darà il via alla formazione dei Pearl Jam (avessi detto I cugini di campagna!)
Nel 1994 esce “Superunknown” dei Soundgarden che contiene la famosissima “Black hole sun”, che traccia la strada per il vero e meritato successo del gruppo che finalmente arriva al grande pubblico vincendo anche un Grammy.
I Soundgarden finiscono il loro percorso insieme nel 1996/97 dopo l’uscita di “Down on the upside”, altro disco degno di nota seppur lontano dal capolavoro precedente.
Ma Cornell continua da solo e dopo essersi allisciato i capelli, nel ’99 esce con “Euphoria Morning”: un album che la critica ha cagato ma che io personalmente ho apprezzato per il coraggio e per la voglia di cambiare rotta. Un album di rock malinconico e blues, con dei richiami ai vecchi SG e con degli anticipi agli Audioslave.
Già, gli Audioslave. Un mega gruppo che vede Lui alla voce e i Rage Against the Machine agli strumenti.
Il primo album è fantastico. Il secondo è un bell’album.
E’ il primo gruppo rock americano che ha il permesso di suonare a Cuba. Accade la scorsa estate.
Nel frattempo si scolpisce ancora di più il fisico, passa i quaranta, divorzia dalla Silver e si risposa con la greca Vicky Karayannis (più giovane di lui) da cui ha altri 2 figli in 2 anni.
Apre un ristorante a Parigi (il Black Calavados) sugli Champs-Elysees e diventa il testimonial di una linea di abbigliamento firmata da uno stilista americano.
Probabilmente è il cantante rock vivente con la voce più potente, ed è il primo uomo a musicare un film di 007 (il prossimo che si intitolerà “Casino Royale”) dal 1987.
Ha appena finito il suo nuovo album da solista che dovrebbe vedere la luce nel 2007.
Tutto questo per portarci ad una riflessione: perché il vero successo arriva solo se si diventa miti?
Cornell non ha mai riempito stadi, non ci sono blasoni per lui e molti ancora alla domanda “ conosci Chris Cornell?” rispondono “ E cu minchia è!”.
Cobain, Morrison, Joplin ed Hendrix magari sarebbero rimasti semi sconosciuti se non fossero morti troppo presto, dimenticati dalle generazioni che si succedono, surclassati dall’avvento dell’elettronica e dalla naturale evoluzione delle nuova musica.
Invece sono rimasti per sempre giovani, belli, pagando questo con la loro stessa vita.
Chris Cornell ha scelto di vivere e quindi non arriverà mai a quei livelli, pur meritandoseli;
ha scelto di proseguire, di scrivere altre canzoni, di regalarci altri dischi e altri concerti.
E ai suoi fans non resta altro che aspettarli e sperare che siano ancora tanti. Un artista da rispettare, che mi lascia un unico dubbio: si pronuncia Còrnell o Cornèll?
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