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Recensioni |
Pubblicato il 02/12/2010 alle 16:57:00 | |
Pooh al Palalottomatica di Roma (27/11/2010)
Con il nuovo tour i Pooh, tornano al Palalottomatica di Roma, con una line-up ampliata, due ore e mezzo di concerto e una scaletta non priva di sorprese.
Con il nuovo tour i Pooh , tornano al Palalottomatica di Roma, con una line-up ampliata, due ore e mezzo di concerto e una scaletta non priva di sorprese.
Dodi Battaglia, Red Canzian e Roby Facchinetti sono tornati a riprorrre quel suono più vicino al rock-sinfonico dei tempi di "Parsifal", la considerano una sorta di rinascita artistica. D’Orazio ha lasciato il posto ad uno dei migliori drummer al mondo, Steve Ferrone, sempre preciso e potente nei suoi interventi, che dimostra con classe la sua versatilità. Gli altri due notevoli musicisti sono Danilo Ballo (tastiere) e Ludovico Vagnone (chitarre) utili a consolidare il sound. La risposta di pubblico è stata come sempre ottima.
La scaletta ruota intorno al nuovo disco, eseguito per intero, sin dall’iniziale Dove comincia il sole , in versione integrale da 11 minuti. L’assolo di Battaglia nella parte centrale è un modello della sua tecnica chitarristica. Un tocco inconfondibile, di grande melodia e raffinatezza. La voce di Facchinetti parte subito alta con un acuto dei suoi. La band è in forma e si vede. Seguono altri brani nuovi come “L’aquila e il falco” e “Isabel” che confermano lo stile più vicino ai 70’s.
Con “Canterò per te” partono i classici storici, che arrivano ad una sorpresa nella parte centrale del set. Battaglia annuncia che, grazie alla richiesta dei fan, viene eseguito dopo molto tempo un brano del ‘75, “Il tempo, una donna, la città” (tratto da “Un po’ del nostro tempo migliore”). Una sorta di mini-suite che grazie al supporto dei due musicisti aggiunti, viene finalmente rifatta sul palco. A seguire Parsifal, nella versione strumentale, un vero inno dei Pooh, che mette sempre i brividi ad ogni ascolto. Un ringraziamento arriva al producer dell’epoca, Giancarlo Lucariello, presente tra il pubblico. Un’altra sorpresa è “La gabbia”, la sigla di uno sceneggiato, uscita solo su 45 giri, che introduce “Viva”.
Una serie di hit indimenticabili come “Non siamo in pericolo” e “Chi fermerà la musica” scatenano il pubblico che lascia i posti in platea per lanciarsi sotto il palco a cantare. La prima parte finisce qui ma arriva subito il bis con l’atteso medley. Una miscellanea antologica che spazia sul loro repertorio più amato, da “Piccola Katy” a “Pensiero”, fino a “Dammi solo un minuto”e “Tanta voglia di lei” (poteva mancare?), il momento perfetto per cantare per ogni fan. Ci viene in mente il mitico Paolo Bitta. Ancora un altro brano dal nuovo album, “Questo sono io”, tra i momenti migliori di questo disco, e lo show si avvia verso la conclusione. Applausi a scena aperta per tutti e la certezza che un nuovo capitolo dei Pooh è iniziato.
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