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Pubblicato il 08/04/2004 alle 14:19:50 | |
Lo psycho dub con rock elettronico dei Deadburger il 10 Aprile al Sonar
Nel locale senese la band di Vittorio Nistri presentera' tutte le canzoni del loro cd "S.t.0.r.1.e" ed anche in prima assoluta alcune nuove composizioni, destinate al prossimo album, gia' in corso di registrazione: una occasione unica per capirli..
Nel locale senese la band di Vittorio Nistri presentera' tutte le canzoni del loro cd "S.t.0.r.1.e" ed anche in prima assoluta alcune nuove composizioni, destinate al prossimo album, gia' in corso di registrazione: una occasione unica per capire dove va la loro sperimentazione ...
I fiorentini Deadburger, reduci da vari concerti in giro per l'Italia, il 27 marzo hanno finalmente suonato nella loro città, dalla quale mancavano da 3 anni: sul palco della Flog hanno presentato i brani tratti dal nuovo album "S.t.0.r.1.e", uscito in estate per l'etichetta anglo-olandese Wot 4, con distribuzione italiana Audioglobe. Un lavoro che ha ricevuto il massimo dei voti dai critici musicali.
Dopo quella esperienza, la band freme ed e' pronta ad un nuovo show......
SABATO 10 APRILE 2004: DEADBURGER in concerto al SONAR - Colle di Val d'Elsa (SI).
Sul palco del Sonar i Deadburger presenteranno (rivisitandole) tutte le canzoni di "S.t.0.r.1.e", ed anche - in "prima" assoluta - alcune nuove composizioni, destinate al prossimo album (già in corso di registrazione).
COSA E' STATO SCRITTO SUL NUOVO ALBUM DEI DEADBURGER…
…proficue le novità del suono, dall'introduzione di incisivi impianti simil-jazz (Electroplasmi, Luce, Quei Bravi Ragazzi) a nervosi ondeggiamenti psycho-dub (Etere, 110 Giorni) e possenti movenze melodiche ed elettro-acustiche (Suture, Listino prezzi) che si sovrappongono "umanizzandolo" al caratteristico e martellante cyber-rock tecnologico (Santo Elettrone, Bruciando il Piccolo Padre ecc.). C’è qualcosa poi nei geni dei Deadburger che rimanda alla migliore scuola fiorentina del rock "cantato in italiano" aggiornata al nuovo millennio; ed è proprio la grintosa e duttile voce del nuovo cantante Simone Tilli a fornire al gruppo la marcia in più che ancora gli mancava…
RUMORE giugno 2003 (Vittore Baroni)
…convince pienamente, sia per la disinvoltura con cui coniuga attitudine rock e ricerca elettronica, sia per le tematiche affrontate….
MUCCHIO giugno 2003 (Fabio Massimo Arati)
….tutti i tasselli sono al posto giusto per ottenere un risultato finale di prima qualità. Come minimo, disco italiano del mese…
ROCKSOUND luglio 2003 (Guido Amari)
…. ibridi mutanti fioriscono in qualcosa di imprecisabile (Etere, il gusto jazzy di Electroplasmi, Topi, Quei bravi ragazzi), spiazzando e convincendo chi ascolta curioso….
BLOW UP giugno 2003 (Stefano I. Bianchi)
Per la band toscana è iniziata una seconda fase… emerge un utilizzo più focalizzato dell’elettronica, una continua destrutturazione-frammentazione e distruzione-ricostruzione delle tessiture ritmiche, una chitarra ancora più alienata e uno sfruttamento perfetto delle tecniche di registrazione e assemblaggio dei suoni. Il risultato è un disco che non regala facili certezze e si presenta come una sfida (vinta): comporre art rock-post elettronico con lo spirito di un noir-folk singer statunitense.
PSYCHO luglio 2003 (Roberto Michelietto)
Muovendosi con estro tra rock anche feroce ed elettronica, i fiorentini Deadburger danno ragione a quanti li considerano uno dei segreti meglio riposti dell’underground italiano.
MUCCHIO luglio 2003
Rock d’autore condito con elettronica d’autore, per servire versi importanti, sinistri, arrabbiati. La verve psichedelica di Etere e 110 giorni, la follia digitale di Luce e Electroplasmi.
Il rock italiano è morto? Tutt’altro. Quello che hanno fatto i Deadburger in questo disco è un fremito, un sussulto che ci fa ancora sperare.
ROCKERILLA ottobre 2003 (Giancarlo Currò)
S.t.o.r.i.e. è un disco musicalmente S-T-R-A-O-R-D-I-N-A-R-I-O…. qualcosa di violento ed intossicante, qualcosa che non solo ci parla dei tempi in cui viviamo, ma ce li tatua a fuoco sulla pelle, dilatati e centuplicati. Raramente ho sentito chitarre rock fondersi così mirabilmente con incubi jazz/noir (grande Roy Paci alla tromba)…. E Simone Tilli è un cantante come ce ne sono pochi in giro, ha la violenza di Henry Rollins e il tono sinistro di un vecchio Ferretti. Questa è ARTE…
KRONIC (Fanfarello)
Storie si rivela un lavoro folle dall’impatto alieno e surreale ancora più che in passato. La creatività vola in alto partendo dai bassifondi, dal regno delle fogne, per raggiungere le stelle. Ormai una cosa è certa: i Deadburger hanno creato uno stile e per questo sono maestri in Italia. Il mutaforma-rock è stato inventato da loro.
DRIVE IN / BLOC-NOTES (Lino Terlati)
Di tanto in tanto (troppo poco spesso) arriva un disco nuovo di Deadburger a mettere scompiglio tra ciò che è più sommerso nel rock italiano. Al punto da chiedersi ogni volta che cosa ci facciano, di preciso, nel più sommerso rock italiano. Nel caso di S.t.o.r.i.e., in particolare, è decisamente possibile trovarsi di fronte ad un piccolo feticcio del rock sperimentale italiano. Cazzo se spacca. Una volta entrati nello spirito giusto, Deadburger diventa appuntamento irrinunciabile con la modernità…
MOVIMENTA (Francesco Farabegoli)
E’ bello trovare un gruppo militante nell’accezione più libera del termine: niente slogan facili ma stimoli interessanti, eterogenei e personali… i Deadburger si rifanno ad un ottica veramente antagonista e di ampio respiro…. Sicuramente uno dei progetti più innovativi e dissacranti che abbia mai scosso la penisola. Lunga vita al panino morto!
ID-BOX (Vince Lorusso)
E' sugli aspetti sommersi e scomodi del nostro vivere quotidiano che si incentra l'opera dei Deadburger: che con profonda coscienza (e conoscenza) dei problemi, uniscono informazione e polemica, mostrando situazioni-limite con efferata crudezza. Messaggi seri, forti coscienti e senza mezze misure. Bravi! Se non vi basta il concetto, ascoltatelo almeno per il cast stellare che i Deadburger sono riusciti a mettere assieme per questa attesissima release”. Questo cd non dovete masterizzarlo. Per favore. Ve lo chiediamo noi che pure, in altre occasioni, vi abbiamo suggerito di spendere i vostri soldi in maniera più consona. Ma stavolta no.
MUSIC BOOM (Carlo Crudele)
….tredici brani tosti, ma tosti di brutto… un lavoro di spessore internazionale.
CLIC’N’PLAY luglio 2003 (Enrico Cosimi)
Emozionanti, eccentrici… talento compositivo e bravura oltre ogni limite…
TRIPPA SHAKE (Stefano Ballini)
Prima che di canzoni qui si parla di microcosmi. I Deadburger non sono mai stati solo una band. Io li definirei una vera e propria unità di ricerca e informativa. Creatività da vendere in dosi industriali… Maestri nel loro genere".
AKTIVIRUS (Filippo Michelini)
Un album completamente nuovo nella sua costruzione rispetto ai precedenti lavori della band fiorentina. Scommessa riuscita, quella dei DeadBuger, l’aver messo assieme 13 brani diversi tra loro mantenendo un’impronta comune e ben delineata tra le stesse.
FREQUENZE DISTURBATE (Paolo Scotti)
Questo disco rischia di scardinare irrimediabilmente i canoni con cui abitualmente si concepisce e si categorizza il rock italiano; questo disco ha una portata rivoluzionaria che non va sottovalutata. La rivoluzione qui è nella musica, è nei testi, è nel booklet….
In Luce e Quei Bravi Ragazzi avviene l’incontro-scontro tra due musiche che rappresentano (l’industrial) e hanno rappresentato (il jazz) la voce degli emarginati: i neri relegati nei ghetti di New Orleans e Chicago nell’America degli anni ’40 e ’50, i disadattati impiantati nelle periferie di quei grossi conglomerati urbani che si chiamano città del ventunesimo secolo.
Quella dei Deadburger è musica difficile, antagonista (nel vero senso della parola), senza compromessi, e “S.t.O.r.1.e.” è un album che va amato incondizionatamente, per intero.
MUSIQUE.IT (Enzo Santarcangelo)
These dudes have always have been ahead of the curve in the Italian scene… the new album "s.t.0.r.1.e" definitely goes down a new road and initiates an all new artistic evolution… If you are sick of hearing Coldplay, tune into the burger's airwaves and get a bite of what could roughly be considered a sandwich of Pink Floyd (for the psychedelia), Jeff Buckley/Bob Dylan (for the songwriting intimacy), NIN/Stabbing Westward (for the industrial component and the pop feel), Sonic Youth (for the scratchy guitars), Muslimgauze (for the worldly vibe of some songs), Beasty Boys (for the rock-biased hip hop stuff), Adrian Sherwood (for the dubby tweaking), Tom Waits (for the lo-fidelity originality), John Zorn (for the free/jazz/wave approach), My Dying Bride (for the dark violin/viola strings arrangements), Underworld (for the watery dance sounds). Beware, if you take any of the above international names as a standalone reference it won't likely be true to the Deadburger sound (most of this stuff doesn't make any sense to me, unless I consider is as a whole, and I am really just mentioning these far out names to try to give you an idea, because this is 100% original Italian stuff)! Run out to your local burger factory and buy "s.t.0.r.1.e", because if I write a review this long you can bet your ass it sure as hell outta be real good!
D.L.K (Marc Urselli Scharer)
Comprate ASSOLUTAMENTE (non avete scuse) questo disco e, se non vi piace, ve lo rimborso io (ma non barate)!!!
TAXI DRIVER (Dale P.)
Affascinante nello stiLe e durissimo nelle tematiche
ALTERNATIZINE (Luca Sulis)
Vorremmo sperare che questo sia solo l`inizio di un lungo film a episodi, made in deadburgerland. Un film sporco, sgranato, girato in 16 millimetri e con i colori giallastri degli anni `70. Piccoli episodi di quotidiana follia, raccontati oggi da 14 brani di un forza narrativa strepitosa.
Elettronica allucinogena, psichedelia e rock viscerale. Storie di cavie di laboratorio che si ribellano, di lobotomie frontali, di uomini-spettro che infestano la rete con il morbo della solitudine, di viaggi terminali in tunnel luminosi.
Un cd strano, bellissimo, intenso e imperdibile.
UNIC@ TV (Francesca Fini)
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Ma chi sono i DeadBurger?
Verso la fine del 1994 Vittorio Nistri (campionatori) e Alessandro Casini (chitarre, computergrafica) cominciano a lavorare al progetto DEADBURGER. Entrambi vengono da esperienze di rock contaminato. Il duo registra nastri su nastri, gettando le tracce per numerose composizioni, tra cui le 10 che figureranno nel cd-rom d'esordio.
Direzione: l'interplay tra elettronica (rumorista, ambient, techno e jungle) e rock (immediatezza di impatto, utilizzo della forma canzone, testi in italiano).
In un momento in cui si moltiplicano le "riscoperte"del passato (punk, britpop, lounge ecc.), Deadburger ricerca - e non solo nei suoni - la sintonia con il presente e la sua speed of life.
Nel maggio 1995 Alessandro e Vittorio cominciano le audizioni per trovare un cantante. La scelta cade senza esitazioni su Vittorio Canovai, che viene dall'hardcore-punk, e si rivela perfetto per il progetto.
Nei mesi successivi vengono registrate le parti vocali. Il gruppo lavora molto sull'uso dell'italiano.
In alcuni brani vengono sopraincise parti di basso e di scratch affidate a Edoardo Mancherini (già bassista negli Overload) e Stefano Porciani (altro schizofrenico: ha fatto 6 anni di pianoforte classico e poi ha piantato tutto per fare il dj).
Ma non è solo con musicisti che Deadburger avvia rapporti di collaborazione; contatta anche videomakers e personaggi coinvolti nei nuovi scenari della comunicazione.
L'obiettivo è la realizzazione di un CD-ROM visto come nuovo e più esauriente mezzo di comunicazione. Conterrá video, ipertesti, computergrafica animata e sequenze interattive; il tutto connesso ad atmosfere e tematiche delle canzoni.
A dicembre Deadburger esordisce in concerto, a Roma, in occasione della finale di Indipendenti '95, con il brano Hackerdance. Grazie a questo brano la band è stata selezionata come una delle 4 finaliste tra 800 partecipanti.
Sul palco Deadburger si presenta con una formazione a sei. Insieme al terzetto iniziale ci sono Porciani (scratch) e Leandro Braccini (basso) che giá avevano preso parte ad alcune registrazioni, e il recentissimo arrivo: Silvio Brambilla (batteria), che si è unito al gruppo solo dieci giorni prima del concerto.
Nonostante il brevissimo tempo di preparazione, il concerto evidenzia energia e affiatamento.
Da questo momento il sestetto di Indipendenti '95 diventa la formazione ufficiale della band in versione live.
Uno dei presupposti del progetto Deadburger è che i concerti siano vere live-performance e non semplici riproduzioni delle versioni in studio. In queste ultime, per precisa scelta di stile, molte parti vengono realizzate con il computer; dal vivo invece c'è il gruppo che suona, interpreta i brani e li modifica improvvisando.
Se l'approccio è quello del gruppo rock, le sonorità restano di tutt'altro tipo.
Chitarra e campionatore generano, piu' che note, rumori organizzati; il basso viene filtrato e distorto, lo scratch ha funzione di solista. Silvio (drummer) si inserisce con un set misto acustico/digitale che pilota, tramite pads e triggers, campionatori con i caratteristici suoni metallurgici del gruppo.
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Ulteriori notizie sulla band da vnistri@dada.it
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