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Recensioni |
Pubblicato il 30/08/2009 alle 07:49:12 | |
Marco Carta incanta e fa cantare i suoi fans a Messina
A conferma che è proprio lui il nuovo punto di riferimento musicale delle e dei teen ager e anche delle mamme, il 22 agosto Piazza Duomo a Messina è stata presa d’assedio sin dalle prime ore del pomeriggio per assistere al suo concerto.
A conferma che è proprio lui il nuovo punto di riferimento musicale delle e dei teen ager e anche delle mamme, il 22 agosto Piazza Duomo a Messina è stata presa d’assedio sin dalle prime ore del pomeriggio per assistere al suo concerto.
Nonostante il caldo, sono arrivati persino dalla Calabria per occupare le prime file, in piedi. Sembra di essere ritornati ai tempi del Cantagiro, quando l’astro nascente Gianni Morandi, erano i primi anni ’60, il ragazzino di Monghidoro, faceva impazzire le ragazzine, e non solo.
Marco Carta ha il faccino pulito, si presenta con la sua aria timida, forse anche per questo fa presa sulle mamme che imperversano nei blog, perché in qualche modo lo hanno 'adottato'.
Ma veniamo allo spettacolo. Inizia con qualche minuto di anticipo, e questo è un segnale positivo, considerando che alcuni artisti si fanno attendere. Quasi due ore di esibizioni e sono da apprezzare, visto che dal punto di vista discografico ha editato appena due album. Per quanto riguarda le doti interpretative, è migliorato rispetto agli esordi, ma ha ancora tanta strada da fare, in fondo è ancora agli inizi, forse la gavetta la farà più avanti, quando dovrà focalizzare la sua personalità e operare delle scelte artistiche in grado di mantenerlo in auge.
Sul palco non si risparmia, cerca di avere un dialogo con il pubblico, ma che, per la peculiarità della situazione, risultano dei monologhi. Legge persino i cartelloni e ringrazia per questo amore nei suoi confronti. Ma ciò che stupisce è sentire cantare il pubblico tutte le sue canzoni, questo è ciò che da quel brivido in più, nonostante l’acustica lasci un po’ a desiderare, buona la band che lo accompagna da Simone Aiello e Fabio Vitello alla chitarra, Vanni Antonicelli alle tastiere, Marilena Montarone al basso, Loris Luppino alla batteria, Laura Carusino e Mary Dima ai cori.
E’ gentile Marco, non si dà arie da divo, soprattutto quando invita sul palco una ragazza alla quale dedica il brano di Ronan Keating.
Propone i suoi successi, dal sanremese “La forza mia” al recente “Dentro ogni brivido”, e alcune cover con alterne fortune. Non convince del tutto la sua rilettura di “La cura” di Franco Battiato presentata in altre date, apprezzabile il medley dedicato a Battisti, mentre risulta più sentito l’omaggio a Mia Martini con “Almeno tu nell’universo” senza necessariamente dovere fare i paragoni con l’interpretazione originale che risulta insuperabile.
La piazza è affollata, non gremita, come ci si aspettava, ma una buona parte delle persone presenti sono là appositamente e il coinvolgimento si avverte.
Chi scrive non è un ‘cartino’ nel senso stretto del termine, ma ha simpatia per questo ragazzo che, se verrà consigliato e indirizzato, può diventare un artista con un posto stabilmente di rilievo nella musica. Diamo tempo al tempo…
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