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Recensioni
Pubblicato il 16/11/2018 alle 10:29:48
Cri, Sara Fou e il tempo che non conosce rimedio
di Alessandro Hellmann
Una parentesi intima, riflessiva e musicalmente scarnificata dopo il temporale del grunge

L’incontro tanto felice quanto improbabile di Sara Bronzoni (Sara Fou) e Cristian Foldi (Cri) passa attraverso esperienze come il punk e il grunge, la cui muscolatura e attitudine umorale resta comunque leggibile in filigrana nelle 11 tracce di “Non siamo mai stati”.
Il disco, nato sotto l’occhio esperto di Paolo Enrico Archetti Maestri, offre una visione obliqua su paesaggi interiori gravidi di riflessioni, bilanci e attese, sul filo di un tempo che avanza inesorabile.
La voce di Sara Fou traccia traiettorie sghembe dall’esito imprevedibile, con una libertà espressiva in bilico tra grinta e tenerezza, rimandando a tratti all’universo di Carmen Consoli o, oltreoceano, a quello di Ani Di Franco. Le melodie, inafferrabili, rincorrono le parole, i pensieri e gli stati d’animo, piegandosi alla scansione delle sillabe di ogni frase più che inseguire un’apertura o una rotondità metrica che possa compiacere e rassicurare l’orecchio, mentre la chitarra detta armonia e ritmo, tra assalto frontale di accordi malmenati e delicatezza fingerpicking. Asciutte coloriture strumentali di harmonium, violini, flauti, ghironde e cornamuse arricchiscono la trama del disco mettendosi con discrezione e misura al servizio delle canzoni.
In sintesi, un lavoro interessante e fuori dagli schemi che richiede necessariamente un ascolto dedicato.

Cri + Sara Fou, “Non siamo mai stati” (Sciopero Records, 2018).

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