|
Comunicati |
Pubblicato il 26/02/2008 alle 12:59:48 | |
Sanremo 2008: molti sketch, poca buona musica e ascolti in ribasso. Ottimo il Dopofestival di Elio
Quest'anno la vediamo male. Il 58° Festival, targato Baudo-Chiambretti, registra nella sua serata inaugurale uno share più basso di quello del 2007: 35.01% nella prima parte e 39.44% nella seconda. E i brani sentiti finora non sono eccezionali.
Quest'anno la vediamo male. Il 58° Festival, targato Baudo-Chiambretti, registra nella sua serata inaugurale uno share più basso di quello del 2007: 35.01% nella prima parte e 39.44% nella seconda. E i brani sentiti finora non sono eccezionali.
Se eccettuiamo, infatti, la gradevole "Rivoluzione" rap di Frankie Hi-Nrg, il romantico "Ultimo film insieme" di Michele Zarrillo, l'orecchiabile "Solito sesso" di Max Gazzè e la melodia accattivante di "Un falco chiuso in gabbia" by Toto Cutugno, le canzoni proposte ieri sera non sono sembrate di quelle destinate a lasciare un segno nella storia. Proprio Cutugno è stato protagonista, nell'ottimo Dopofestival condotto da Elio (divertente e pungente come al solito), di un botta e risposta con il critico musicale Mario Luzzatto Fegiz, reo di averlo attaccato per le stonature da lui "regalate" durante la sua esibizione. Il cantante, replicando alle critiche, ha detto: "Voi giornalisti trovate che le canzoni siano sempre uguali, ma anche voi siete sempre gli stessi, dite sempre le solite stronzate, perché non andate in pensione?". Fegiz ha risposto: "Non capisco come sia possibile che, dopo tutti i soldi che hai fatto in Russia, vieni ancora a Sanremo". Ma Toto non ci sta e ribatte: "Trovo indelicato che tu dica queste cose. E poi quante volte hai chiesto di venire in Russia con me?". Fegiz non ha potuto far altro che ammettere: "Te l'ho chiesto migliaia di volte". Al Dopofestival, lo stesso Cutugno si è cimentato in una performance al sax, cui ha fatto da ideale contraltare il duetto chitarristico Zarrillo-Cesareo: sembra quasi che la musica con la M maiuscola sia andata in scena più a notte fonda che non durante la rassegna "ufficiale".
Rassegna che ha visto un grande affiatamento tra Pippo Baudo e Piero Chiambretti, ma con troppe pause tra una canzone e l'altra: ne è seguito un Festival lento, eccessivamente incentrato sugli sketch e sulle chiacchiere (compresa l'ospitata di un Carlo Verdone che non faceva ridere), e nobilitato solo dall'omaggio ai 50 anni di "Nel blu dipinto di blu", con cui Gianni Morandi ha aperto a sorpresa la serata: "L'emozione è stata così intensa - ha detto Morandi - che ho deciso di iniziare ogni concerto del mio tour che partirà tra pochi giorni proprio con questa canzone". Eppure lo spettacolo non è servito: la prima serata ieri ha ottenuto nella prima parte 9 milioni 518 mila telespettatori, e nella seconda parte 4 milioni 818 mila. Lo scorso anno la prima serata del festival, condotto da Baudo con Michelle Hunziker, aveva avuto nella prima parte una media di 12 milioni 452 mila telespettatori, pari al 43.80%, e nella seconda una media di 6 milioni 759 mila, con il 47.08%. Se già nel 2007, di questi tempi, si parlava di correre ai ripari, ora di cosa si deve parlare? Di un disastro senza ritorno? Vero è che ogni anno gli ascolti calano, però l'impressione è che stavolta sia molto difficile recuperare la nave che affonda. Forse il festival ha pagato l'attenzione del pubblico per la vicenda del ritrovamento dei resti dei fratellini Pappalardi: gli sviluppi sono stati seguiti ieri in diretta da "Chi l'ha visto?" e da "Studio Aperto".
Ma torniamo alle canzoni. Imbarazzante l'interpretazione di Tricarico (e lo stesso Baudo se n'è reso conto, tant'è che, ridendo, ha poi cercato di giustificarlo quando ha riguadagnato il palcoscenico): se la sua è una "Vita tranquilla", non si può dire che anche il suo stato d'animo fosse tale. Il cantante è apparso visibilmente teso, e non è stato minimamente al gioco quando Chiambretti ha cercato di farlo sciogliere prendendolo un po' in giro. Chi invece ha cantato bene è stata Anna Tatangelo, attesa al varco per il suo brano sui gay: non è la prima volta che a Sanremo si parla di omosessuali, ma se, nel 1996, "Sulla porta" di Federico Salvatore era stata incentrata su un tono drammatico, "Il mio amico", scritta da Gigi D'Alessio, cerca di trattare l'argomento in maniera più serena, anche se talvolta si scivola nella banalità. "Il testo non è entusiasmante, alcune affermazioni sono figlie di stereotipi, ma nel complesso la canzone della Tatangelo è un contributo importante per respingere l'odio omofobico che sta dilagando nel paese": questo quanto dichiarato da Aurelio Mancuso, presidente nazionale dell'Arcigay. Ricordiamo che Anna Tatangelo è data come favorita dagli scommettitori, tallonata dal duo Giò Di Tonno-Lola Ponce.
Niente di nuovo dal fronte dei giovani: passano il turno e accedono alla finale di venerdì Giua, Valerio Sanzotta, Frank Head e Milagro. Interessanti questi ultimi due gruppi (folkettari i primi, pop-raffinati i secondi), mentre Sanzotta richiama un po' Bob Dylan. Clamorosamente eliminato il figlio di Dodi Battaglia dei Pooh, Daniele Battaglia, che ha proposto una bella canzone, ma con un'interpretazione che lasciava decisamente a desiderare. Stasera spazio ad altri giovani e ai 10 big che non sono ancora saliti sul palco dell'Ariston.
Articolo letto 5410 volte
|