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Editoriale |
Pubblicato il 07/12/2014 alle 15:29:59 | |
Rai1 dal 20 Dicembre rivela gli intrecci tra la musica ed il crimine!
Si intitola La Musicarmata la prima puntata di Segreti Pop, in onda Sabato 20 Dicembre su Rai1 alle 23.05. Poi si affronta l'argomento scottante del rapporto con la censura, dell'ingerenza dei servizi segreti e delle morti dubbie.
Si intitola La Musicarmata la prima puntata di Segreti Pop, in onda Sabato 20 Dicembre su Rai1 alle 23.05. Poi si affronta l'argomento scottante del rapporto con la censura, dell'ingerenza dei servizi segreti e delle morti dubbie.
Nel nostro montaggio Bernardo Provenzano nelle foto segnaletiche di qualche decennio fa e la coppia Mina / Lucio Battisti al mitico programma StudioUno.
Sabato 15 Febbraio 2014 sono davanti al televisore: voglio vedermi Sanremo, zuffe e canzoni, anche perchè la settimana dopo inizia proprio il Festival di Sanremo e le voci si rincorrono... Sono le 14,30 quando il programma inizia e compare il volto dell'avvocato Italo Mastrolia, grande appassionato di musica, sia in ambito lavorativo, sia in quello personale. Lunedì 17 Febbraio gli indici d'ascolto (e l oshare) sono confortanti, così come il contenuto del programma, mai scontato e/o banale. Questo l'ipso facto: proprio a causa di quello specifico risultato, vengono così annunciate tre nuove puntate sullo stesso canovaccio....
Si chiamerà La Musicarmata la prima puntata di Segreti Pop, in onda sabato 20 dicembre su Rai1 alle 23.05, e tratterà di storie di cantanti e malavitosi che si intrecciano, a dimostrazione di quanto la musica e i suoi interpreti abbiano sempre esercitato un formidabile fascino sui criminali e di come l’industria delle armi abbia sorprendentemente spesso viaggiato in parallelo con quella discografica.
Come le musicassette di Mina, ritrovate nel covo del capo mafioso Bernardo Provenzano, i dischi di Lucio Battisti nei nascondigli delle Brigate Rosse e i boss di Cosa Nostra, impegnati nel duplice tentativo di condizionare il Festival di Sanremo e di imporre sul mercato statunitense le voci di artisti italiani.... Da Mina (bersaglio prediletto delle cosche italo-americane) a Maria Scicolone, da Dori Ghezzi a Franco Califano, da Tony Renis a Fausto Leali, da Massimo Ranieri a Pupo. Si raccoglieranno le testimonianze di cantanti, musicisti, addetti ai lavori di epoche diverse. Un programma di Michele Bovi con la prerogativa singolare che a condurlo non saranno professionisti dello spettacolo bensì differenti addetti ai lavori: avvocati, criminologi e tecnici di Intelligence. SEGRETI POP è programmato in un ciclo di 3 puntate – sempre il sabato in seconda serata – per 20 e 27 dicembre e 3 gennaio...
Era indubbio che dietro questa intuizione ci fosse Michele Bovi, da sempre attento sia alla purezza della missione del servizio pubblico, ma anche in gioventù sassofonista ed attento Indiana Jones delle storie italiane che ruotano attorno al mondo della canzonetta: ci si deve attendere allora qualche rivelazione in più sulla fine di Luigi Tenco? O forse si apriranno tutti gli archivi e sarà rivelato come la censura in Rai non solo fece mettere le calze alle scandalose Gemelle Kessler, ma anche bloccò un brano celebre come Dio è morto (firmato da Guccini, ma interpretato inizialmente dai Nomadi... brano passato prima a Radio Vaticano e solo dopo mesi sui canali Rai)? Gianni Morandi nel 1966 pubblicò su 45 giri una versione tradotta in italiano di Solitary man di Neil Diamond (intitolata Se perdo anche te, con il testo di Franco Migliacci e le musiche arrangiate da Ennio Morricone) ed era il lato B di C'era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones, inno pacifista in un momento in cui le manifestazioni pubbliche portavano in piazza un variegato movimento: perchè non raccontare quali tipi di censura (o pressione) ha ricevuto dalla Rai di
quei tempi?
I casi di censura ovviamente piano piano si sono diradati con gli anni, ma rimane aperto il capitolo dell'intelligence (italiana e non) e di come le varie sigle dei servizi segreti abbiamo curato artisti come Fabrizio De André piuttosto che lo stesso Elvis Presley, costringendolo (come recita una suffragata leggenda metropolitana) a non presentarsi ad un invito con un noto boss della mafia, invito giunto dopo la sua unica apparizione alla Casa Bianca, ospite di Richard Nixon. Quel suo diniego, fece scattare l'ira del malavitoso e (un pò come è successo per Enzo Tortora) fu costruito quello che in gergo si chiama il pacco, pieno di finte prove e pentiti manovrati: nel caso del presentatore italiano, questo porta al suo spegnersi lentamente, mentre per Elvis arrivò la decisione di sparire e di morire realmente dopo qualche anno, rispetto al celebrato 1977...
Chi si ricorda poi della fine di Rossano Attolico, cantante che nel 1971 presenta ad Un disco per l'estate il brano Ho perso il conto, composto da Roberto Vecchioni e Andrea Lo Vecchio (quest'ultimo ora tra l'altro apprezzato autore televisivo)? A New York il 3 dicembre 1976 viene ritrovato impiccato in una camera d'albergo, a soli 30 anni. La stampa parlò di suicidio, mentre alcune altre voci propendono per un omicidio, ma le circostanze non sono mai state ufficialmente chiarite: quella vicenda ricorda quella di Roberto Calvi, che il 18 giugno 1982 venne trovato impiccato da un impiegato postale, sotto il Ponte dei Frati Neri sul Tamigi a Londra ...
Come potete immaginarvi, l'elenco dei dubbi che abbiamo sulle pagine grige e nere della canzone sono molte, partendo dal rapporto del mondo neomelodico napoletano con la criminalità locale per arrivare a Franco Simone, censurato dai servizi segreti dei generali che avevano conquistato il potere in Argentina: in mezzo c'è tanto da raccontare e questo lo può fare solo la Rai ed il suo impegno come servizio pubblico, senza mai scivolare nel gossip o nello scandalo becero ed a tutti i costi! Queste derive lasciamole a chi fa televisione, senza il nostro contributo economico come canone annuale.
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