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Recensioni |
Pubblicato il 02/05/2007 alle 14:25:59 | |
Mauro Ermanno Giovanardi – Cuore a nudo (Radiofandango / Edel)
Un disco tra musica, teatro e poesia. E’ come si presenta “Cuore a nudo”, l’esordio solista di Mauro Ermanno Giovanardi, voce dei La Crus. Un'opera che l’artista non esita a definire come “uno spettacolo immaginario”.
Musica e poesia: due forme d'arte intercambiabili? I rapporti tra musica e poesia spesso sono stati trascurati, forse per la diversa genesi che interessa i due ambiti e per l'apparente incomunicabilità tra i due moduli espressivi. Ma le affinità tra questi due mondi sono evidenti e da ricercarsi nella concezione dell'arte in entrambi i sensi. Ce ne offre una dimostrazione Mauro Ermanno Giovanardi, che nel suo primo album solista mette in evidenza un binomio imprescindibile. La musica è il linguaggio dei suoni, il linguaggio che conserva un carattere di universalità forse inimitabile, che tuttavia deve essere supportato dall'educazione all'ascolto e dalla cultura dell'ascolto in modo da coglierne il significato poetico più nascosto che spesso costituisce lo scheletro dell'opera stessa. Altro discorso riguarda l'universalità della poesia altrettanto ricca di significati nella sua forma originale, ma spesso penalizzata dalla traduzione in altre lingue; infatti le traduzioni, pur allargando le frontiere culturali di una composizione poetica, sacrificano la parte “musicale” dell'opera originaria, danneggiando le consonanze poetiche, la metrica e l'effetto uditivo e spesso onomatopeico dei versi. In “Cuore a nudo” la voce dei La Crus passa da brani di William Shakespeare a canzoni di Luigi Tenco (“Vedrai vedrai” e “Un giorno dopo l’altro”), dalle parole di Pier Vittorio Tondelli, Sandro Penna e Tonino Guerra alla musica di Ivano Fossati (“Naviganti” e Fabrizio De Andrè (“Giugno ’73”). “Era da tempo che mi chiedevano di fare qualcosa di acustico”, ha spiegato l’artista, “e io ho sempre risposto che non ne avevo voglia. Intanto, però, il progetto maturava nella mia testa. L'idea di fare qualcosa solo con fisarmonica, tromba, piano e voce mi attirava sempre di più. Ho dovuto pensarci tanto per capire fino a dove potevo spingermi. Ho fatto una serie di concerti che sono stati dei cantieri, live nei quali sapevo come avrei iniziato e non come avrei finito. Mi trovavo a scegliere tra Tondelli e Pasolini. Alla fine, dopo una lunga selezione sul palco, abbiamo scelto tutti quei testi e quelle canzoni che era davvero impossibile scartare”. In tanti hanno riscontro un ricordo alle origini per Giovanardi, vale a dire ai primi due album in studio dei La Crus (vale a dire l’omonimo del 1995 e “Dentro me” del 1997), con lo stesso lirismo e pathos, e soprattutto per quanto riguarda la presenza della tromba e l'uso della voce, che sono stati molto caratterizzanti per quei primi dischi. Non a casa da quel meraviglioso esordio viene ripescata “La Giostra”, e su quelle atmosfere che si muove l’inedita “Cuore a nudo”, una delle composizioni piu’ belle dell’artista. Giovanardi sta portando in giro lo spettacolo, dove accanto ai brani del disco ci saranno anche cover come “Io che amo solo te” di Sergio Endrigo. Quanto ai La Crus il gruppo ha ancora un contratto con la Warner per la realizzazione di un album.
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