|
Recensioni |
Pubblicato il 13/09/2016 alle 08:56:27 | |
La Storia dei New Trolls – 9 Settembre 2016 a Calvello (Potenza) una piccola grande orchestra prog rock ..
Due giorni di pioggia battente, con una pausa di tre ore: in quell'arco di spazio temporale, si sono esibiti Vittorio De Scalzi, Roberto Tiranti, Andrea Maddalone e Lorenzo Ottonello, davanti ad una piazza piena ed assai partecipe.
Due giorni di pioggia battente, con una pausa di tre ore: in quell'arco di spazio temporale, si sono esibiti Vittorio De Scalzi, Roberto Tiranti, Andrea Maddalone e Lorenzo Ottonello, davanti ad una piazza piena ed assai partecipe.
Il Comitato Feste Religiose era visibilmente preoccupato. Il tempo meteorologico non era dalla loro parte: tutti discutevano, scorrendo il cellulare alla ricerca di aggiornamenti.
Quelli tecnologicamente adepti, stavano visitando con ansia il sito specializzato che dava notizie aggiornate sulle nuvole che dovevano attraversare la Val D'Agri, passare sopra il Monte Vulturino o girare per la Basentana … se a Calvello ci fosse stato un veggente o un mistico esperto (magari in contatto con Giove Pluvio), avrebbe fatto un sacco di soldi …
Il pulmino risultava regolarmente partito da Genova ed anche il promoter locale (Santo Cicchiello della La De Ma, agenzia di Avigliano), assicurava che sarebbe arrivati in tempo, magari guadando torrenti in piena, branchi di lupi affamati o tornado, stile Deserto del Grand Canyon...
Quando arrivano, il primo a farsi notare è Vittorio De Scalzi: la gente lo riconosce, i selfie si sprecano, le strette di mano pure, ma lui ha una esigenza impellente .. deve comprare un paio di calze pesanti, perché il freddo si fa sentire! Salgo sul palco e saluto lui e Roberto Tiranti: entrambi mi guardano con uno sguardo spaesato..ma che ci fai qui?. Gli spiego che ci siamo visti spesso in giro per l'Italia (ed ovviamente soprattutto a Firenze), ma che Calvello è il paese dei miei avi e che ben volentieri ho accettato l'invito di presentarli, perché inseriti nella festa più sentita dalla gente del posto. Così come ho fatto negli anni per i vari Scanu & Meneguzzi...
Con un leggero ritardo sulla tabella di marcia, la mia presentazione invita l'infreddolito popolo di Calvello a prestare attenzione al concetto di storia che marchia a fuoco lo show che sta per iniziare: snocciolo pertanto i 5 decenni che la band ha vissuto, partendo dagli anni'60 ed evidenziando come ci sia stato una aggettivo forte per ognuno dei loro momenti. Un aggettivo pertanto abbinato ad un paio di lustri ciascuno, rendendo così il primo periodo più beat, poi seguito da uno prog sinfonico, a cui è subentrato uno decisamente pop …
Un breve excursus storico (ovviamente a braccio, senza alcun foglietto o blocco di appunti) su cui anche lo show si è articolato: infatti Vittorio De Scalzi ha suonato, cantato, duettato... ma ha anche raccontato le sue stagioni musicali. Come un pittore famoso che ha i suoi periodi blu, tristi, esaltanti, decadenti... così anche nel mondo dei New Trolls ci sono stati lampi che hanno fatto dimenticare i successi commerciali, così come le crisi creative hanno visto gli aiuti insperati di Renato Zero o Claudio Baglioni. Ed infatti quando a Calvello si sono sentiti i remake di brani come Il cielo o Poster, i brividi sono diventati impellenti, ma non per motivi termici: anche chi non li ha mai seguiti con i panni del fan, ha dovuto riconoscere la bravura come musicisti, nel riarrangiare evergreen come quelli e proporli al pubblico con apparente semplicità! Inaspettati (e ben accolti) perciò i controcanti di Andrea Maddalone e Lorenzo Ottonello, abbinati alla loro potenza come chitarrista e batterista, per entrambi forgiata da lunghi anni al seguito di musicisti famosi.
E' inutile dirvi che i New Trolls hanno emozionato nel momento in cui dal cilindro hanno tirato fuori successi come Che idea, Quella carezza della sera, Una miniera, Aldebaran. Ma quello che ci ha positivamente impressionato sono state le pagine prog rock e di musica classica, passando da momenti dedicati a brani come Le Roi Soleil o la celebre suite Concerto Grosso. Detto in altri termini, il concerto calvellese non è stato quello che ti aspetti da un gruppo famoso per una festa religiosa in uno sperduto paesino montano: niente mera carrellata di successi, niente odioso juke box dove suoni quello che ti chiedono .. la band ha proposto un signor concerto, fatto di pagine da sfogliare, di momenti di puro virtuosismo .. come nell'attimo in un cui Andrea Maddalone (autore tra l'altro del libro La chitarra moderna - Pratiche lezioni di teoria e grammatica musicale) ha creato l'incidere del treno, con quel suo feeling hendrixiano che emergeva in molti passaggo..! Lorenzo Ottonello è risultato un batterista preciso ed enfatico in alcuni frangenti, pilastro portante di una base ritmica di gran lustro.
E poi c'è Roberto Tiranti, le cui gesta abbiamo più volte narrato, partendo dai primi passi discografici mossi con i Vanexa. Il suo coraggio creativo, l'ha fatto passare da tour internazionali ad esperienze in studio che farebbero invidia a decine di rockstar anglosassoni: con il suo fido basso Ibanez btb 1205 ha cadenzato ogni brano, trovando il tempo per salire con la voce a quelle alte tonalità.. vicino a Dio. Quando dieci anni fa l'ho intervistato a Tokyo (era in concerto con i Labyrinth) ero uno dei tanti giornalisti italiani presenti, ma a Calvello ho svolto il ruolo di padrone di casa e spero di avergli trasmesso un po' di amicizia e ringraziamento per quello che ha fatto per elevare il rock italiano ai livelli che si stramerita..!
E poi c'è lui ...Vittorio De Scalzi: un guru della musica italiana con un sorriso stampato sul volto, un guitto della tastiera che ti emoziona appena parla... figuriamoci poi se canta! Vittorio sta al rock italiano, come Ian Anderson con i Jethro Tull si rapporta al connubio tra sinfonia e rock. Di una semplicità estrema (financo imbarazzante), è sempre disponibile, si presta ad interpretare i vari ruoli che ci sono nello showbiz e poi … non se la tira, non se la mena, non ha la puzza sotto il naso...belin!
Quando il cielo era chiaro il mare più vero
Lo sguardo di un uomo più puro
Quando il sole al mattino sembrava vicino
Un frutto caduto da un ramo
Quando l'acqua ed il fuoco sposati da poco
Credevano l'uomo un amico
Condividi su Facebook
Articolo letto 1754 volte
|