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Pubblicato il 24/05/2017 alle 08:47:43
Non mi rompete .. Luglio, Agosto, Settembre (nero).. Auschwitz: al Museo del Rock di Catanzaro una scoppiettante performance degli Osanna featuring Gianni Leone
di Giancarlo Passarella
La band campana ha recentemente pubblicato Palepolitana ed il doppio Pape Satàn Aleppe, ma è tutta la loro carriera ad essere costellata di coerenza verso un genere preciso: il prog rock ...

La band campana ha recentemente pubblicato Palepolitana ed il doppio Pape Satàn Aleppe, ma è tutta la loro carriera ad essere costellata di coerenza verso un genere preciso: il prog rock ...

Se vogliamo ispirarci al loro penultimo disco Palepolitana, potrei dire che ..lo storico orologio dei crimini diventa un maturo prog rock internazionale!
Grazie a Giuseppe Panella, riusciamo ad usare la macchina del tempo e ritornare a Sabato sera nella sua Catanzaro: c'erano gli Osanna ..

Al Museo del Rock di Catanzaro gli appuntamenti importanti stanno diventando una consuetudine. Sabato sera di scena gli Osanna in uno show case in cui hanno presentato il loro doppio LP “Pape Satàn Aleppe”. Con loro un ospite d’eccezione, il tastierista Gianni Leone, leader de Il Balletto di Bronzo. Un incontro significativo di un periodo importante della nostra musica il cui scenario nei primissimi anni settanta stava mutando, avvicinandosi ai modelli dettati, e in seguito anche superati, dalla “nuova” musica proveniente dalla Gran Bretagna: il prog rock.

Gli Osanna hanno iniziato partendo proprio dal passato, non perché il gruppo sia rimasto fermo in maniera stantìa a quelle sonorità, ma per un doveroso omaggio ai componenti di un gruppo che si è distinto per le sue innovazioni originali ed anche sotto l’aspetto musicale e scenografico. Lino Vairetti e i suoi nuovi compagni di avventura, Pako Capobianco, alla chitarra, Sasà Priore, alle tastiere, Gennaro Barba, alla batteria, e Nello D’Anna, al basso, non hanno dimenticato la storia degli Osanna, del loro modo di intendere la musica, interessante fusione tra la tradizione partenopea e i primi germogli del rock progressivo proveniente dall’Inghilterra.

E così il loro set è stato trascinante, ma anche celebrativo. La napoletanità è esplosa in un vortice di suoni. Vairetti ha evidenziato che il trascorrere del tempo è solo un dato anagrafico, la sua voce è ancora potente riuscendo a mettere a nudo l’anima di chi aspettava che tutto ciò succedesse. La scaletta proposta è stata un mix perfetto di molti dei brani importanti del loro repertorio. “Fuje ‘a chistu paese”, che ha aperto e chiuso il concerto, la sempre esaltante “Mirror train”, “Taka boom”, la delicata “Canzona (There will be time) dei primi album e le più recenti “Fenesta vascia”, “Canzone amara” e “Michelemmà”, sono state solo alcune delle “tappe” di un viaggio che ha avuto il suo momento emotivamente più alto durante l’esecuzione de “L’uomo”, impreziosito dagli omaggi a Jimmy Page con l’assolo di Stairway to heaven e a Jimi Hendrix con la rilettura di Purple Haze. Un fremito per gli amanti della musica rock.

La presenza di Gianni Leone ha segnato un ulteriore momento importante di una serata straordinaria. Il suo assolo della “Introduzione” di “YS”, uno dei lavori più rappresentativi del prog italiano e l’estro esibito durante la performance di “Everybody’s gonna see you die” ha messo in mostra le sue qualità tecniche. Non sono mancati i tributi. “Non mi rompete” del Banco del Mutuo Soccorso, “Il banchetto” della Premiata Forneria Marconi e “Luglio, agosto, settembre (nero)” degli Area hanno formato un medley particolarmente gradito dal pubblico. La rilettura di “Auschwitz” è stato un doveroso omaggio a Francesco Guccini. Con questo appuntamento il Museo del Rock consolida la sua voglia di incontrare i miti del passato, supportato dal pubblico che oramai condivide le scelte effettuate da Piergiorgio Caruso che per l’occasione si è avvalso del contributo tecnico dell’Associazione “Musica & Musica” di Ennio Spina..








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