"Mi chiamo Francesco Guccini, sono nato nella prima metà del secolo scorso, sono ancora vivo (almeno mi pare), ho fatto il cantautore e faccio anche lo scrittore". Comincia così all'Osteria del Moretto di Bologna ("Ci venivo ogni sera a suonare tra il '68 e il '69 ed è qui che è ambientata "La canzone delle osterie di Fuori porta") quella che - tra ricordi di vita montanara e tanti aneddoti che si dipanano tra Pavana, Modena e Bologna - è la conferenza di presentazione di "Se io avessi previsto tutto questo - Gli amici, la strada, le canzoni".

Il cofanetto, in uscita il 27 novembre in versione Deluxe e Super Deluxe) raccoglie il meglio degli album in studio, un cd di rarità, il meglio dei live e due inediti: "Allora il mondo finirà" e "L'osteria dei poeti". Canzoni che non sono state scritte adesso. La prima che parla della paura per un conflitto nucleare è del 1967, doveva essere inserita nel primo album Folk Beat n.1 - "che non firmai perché non avevo ancora l'iscrizione alla SIAE come melodista non trascrittore" -, ma non c'era spazio.

Quella paura, però, non è assimilabile a quella scatenata dagli
attentati parigini. "Per i fatti di Parigi la mia canzone più adatta è "Libera nos domine" su chi ha un'ideologia talmente forte che non ha dubbi che invece bisogna avere". Il secondo inedito, invece, del 1974 Guccini la scrisse per la fidanzata del tempo per evitare di essere mollato. Oggi Guccini di canzoni non ne scrive più. "Un tempo arrivavano con grande facilità, quando ne avevano voglia", afferma, "Ultimamente facevo molta fatica, quindi ho deciso di chiudere. Argomenti ce ne sarebbero, ma non ho più quel desiderio di condensarli in una canzone. Non suono più la chitarra e non ascolto più musica. E quando mia moglie mette un disco in auto sento solo canzoni inutili".

Del cantautorato di oggi salva Vinicio Capossela ("Ha fatto qualcosa di nuovo"), dei talent nulla. "Sono una fattoria delle illusioni per tutti quelli che vogliono fare il cantante da grande", racconta, "Ai miei tempi, invece, non era considerato un mestiere: mio padre dopo il primo contratto che mi assicurava 10 mila lire al mese, mi chiese quanto sarebbe durato".

Essersi allontanato dalla scrittura musicale, però, non porta con sé l'abbandono della scrittura. Lo scorso 3 novembre, infatti, è uscito il libro di racconti "Un matrimonio, un funerale, per non parlare del gatto".

"Cinque sono nuovi, gli altri erano già stati pubblicati da una piccola casa editrice di Pistoia come, per esempio "L'americano", il primo che ho scritto negli anni '60 quando facevo il cronista alla Gazzetta di Modena, allora Gazzetta dell'Emilia", conclude, "Oggi posso dire di essere più fiero di "La cena", un racconto messo nell'antologia Meridiani di Mondadori che di tutta la mia discografia".

Francesco Guccini incontrerà i fan per un firma copie del cofanetto e del libro: il 30 novembre a Milano (ore 18.00 alla Feltrinelli di Piazza Piemonte), il 1° dicembre a Bologna (ore 18.00 alle Librerie Coop Ambasciatori) e il 9 dicembre a Roma (ore 19.00 al Teatro Eliseo).

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