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Recensioni |
Pubblicato il 19/04/2016 alle 00:01:55 | |
Andreas Fall Andreas Fall (M&O Office) – back in the nineties
Album di esordio per gli Andreas Fall un duo francese trapiantato in California.
Album di esordio per gli Andreas Fall un duo francese trapiantato in California.
Avevano ragione i bluesmen americani dei primi decenni del secolo scorso a dipingere la loro vita come un’esistenza di girovaghi e menestrelli. Allora bastava una strada ed una chitarra. La strada per muoversi e spostarsi da città in città. L’are prediletta era il gigante Mississipi. Compagna insostituibile era la chitarra. Allora ancora acustica. Un bluesman al limite accettava come altro compagno qualche alcolico. Tuttavia, la chitarra era la compagna preferita e di cuore. Questo è successo – naturalmente in tempi del tutto differenti rispetto al secolo scorso- agli Andreas Fall.
Chi sono gli Andreas Fall? Si tratta di un duo francese composto da Matt Matteo e Vince Salomon formatosi nel 2012. Già anni prima avevano preparato le valigie e se ne vanno nell’assolata California. Lì nascono gli Andreas Fall. Nel 2012 vengono notati da Christopher Thorn membro fondatore dei Blind Melon che li permette di integrarsi nella scena californiana. Sempre Thorn gli produce l’EP di esordio e li porta con sé attraverso gli Stati Uniti. A Chicago incontrano il produttore dei Ministry Louis Svitek. Al loro ritorno a Los Angeles incontrano Sean Hurwitz e Stefan Litrownik che producono al duo brani come “Famous Lady” e “Captain Lemon”. Infine l’album di esordio.
Il sound degli Andreas Fall – l’avete capito – ha molti agganci con la scena per così dire alternativa americana degli anni novanta. Sub Pop. Grunge. Alternative. Settori sperimentali dell’Heavy Metal. Industrial. Oltre ai Blind Melon gli Andreas Fall pagano un tribute piuttosto consistente a Mother Love Bone. Quindi abbiamo chitarre forti, ma levigate e suffuse. Una voce che narra e non grida. Una base ritmica semplice ed efficace. Abbiamo menti più rough, ma la stragrande maggioranza dei brani è rock pulsante. Ogni tanto tastiere. Ogni tanto momenti acustici. Ogni tanto qualche tocco di sperimentalismo. In pratica, l’intero scibile alternative anni novanta è riletto con perizia e precisione filologica.
Aspetto di ascoltare nuovo materiale perché questi album dal producing troppo perfetto spesso nascondono i limiti della band. In breve, attendo conferme.
Tracks-list:
"FreeMe";
"Famous Lady";
"Captain Lemon";
"4Rose";
"All Day Long";
"Something's Gotta Give";
"Hey You!";
"Velvet Scars";
"Follow";
"Omega Z".
Crediti fotografici: La copertina mi è stata inviata dall’etichetta ovverossia M&O Office.
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