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Recensioni |
Pubblicato il 09/04/2008 alle 17:40:44 | |
Lenny Kravitz - It's time for a love revolution. E’ tempo di rivoluzionare il mondo con l’amore, dal vangelo secondo Lenny.
Ci siamo ed è storia della musica: il giorno 5, del mese Febbraio, dell’anno 2008, era un Martedì, esce l’attesissimo ottavo album da studio della super star planetaria Leonard Albert Kravitz, classe 1964, in arte Lenny Kravitz.
Ci siamo ed è storia della musica: il giorno 5, del mese Febbraio, dell’anno 2008, era un Martedì, esce l’attesissimo ottavo album da studio della super star planetaria Leonard Albert Kravitz, classe 1964, in arte Lenny Kravitz.
Si intitola I’s time for a love revolution (Virgin Records America 2008) e giunge ai fans dopo quasi 4 anni di attesa dall’ultimo lavoro Baptism 17/05/2004, deludente opera che usciva inaspettato al posto del conclamato e mai venuto alla luce Funk, con cui sempre per il 2008 pare poi fissato l'appuntamento, progetto al quale Kravitz sta lavorando sin dal 1997 e che sembra essere finalmente sfociato in un album completo. Il cd esce in due versioni, normale e deluxe, quest’ultimo con la copertina a colori invece che in bianco e nero, contiene in più un DVD dove l’artista discute traccia per traccia della sua Love Revolution, naturalmente noi abbiamo comprato il Deluxe Package.
Booklet in cartone dal look metropolitano con la faccia di Lenny che prende tutta la Front Cover,
perché lui è un sex symbol e deve mostrarsi in tutto il suo splendore;
si presenta bene, molto 70s style, ricorda i dischi di Curtis Mayfield nell’aspetto, tanto per essere originali. Ma entriamo nel vivo del cd, abbiamo 14 songs da ascoltare e di cui parlare. Accendiamo il nostro impianto Hi-Fi, come richiede un ascolto vero, inseriamo il CD nella slot, volume a palla, sediamoci sul divano, e… here we go!!
Il disco si apre appunto con la traccia Love Revolution da cui prende il nome, ed è un bel proclama anche se sarebbe venuto meglio in Super Soul Fighter style (5 album), un po’ di nostalgia, scusate. A seguire c’è Bring It On, dice che è pronto a combattere, a seguire la sua fede ed io ho sperato a lungo che fosse una cover dei Led Zepplin tratta da Phisical Graffiti, ma… check it out guys!! Good Morning la definirei un omaggio ai Beatles, ma il testo sembra venuto dalla penna di un triste fatalista non certo in linea con gli altri.
Nella traccia numero 4 Love Love Love Lenny fa il verso a se stesso in tutti i sensi, musicalmente cogliendo a piene mani dal riff della sua Tunnel Vision e umanamente parlando di tutte le cose di cui non ha bisogno per vivere, elencandole, cose come il Personal Trainer, le Star del Cinema, un Aereo Privato, le Droghe, Paris Hilton fashion, praticamente si è specchiato e non si è piaciuto, ma a noi ci assomiglia poco anche se dire che ci occorre nient’altro che l’amore, lo sottoscrivo. Ci mette dentro pure uno special che ricorda vagamente il nostro buon vecchio Pino Daniele in A me me piace ‘o blues per capirci dove Lenny canta l’inciso “There ain't nothing you can give me I'm already there” divertente coincidenza no?
Ok torniamo seri, Traccia n.5 If You Want It ... ci risiamo, Led Zeppelin, e giuro che non esagero, non è un velato sapore, è quasi un plagio!! Ed arriviamo rockeggiando come alla fine ci piace a noi orecchi fini al primo singolo estratto dall’album I'll Be Waiting, è una ballad in perfetto Lenny Kravitz style, finalmente, e le ballad ben fatte si sa, non stancano mai, è minimale e molto Vintage nel sound, Lenny è un maestro quando si tratta di portarsi ad una situazione intima e personale, il testo dice ... Fin quando vivrò, ti aspetterò, fin quando avrò respiro, sarò là, ogni volta che mi chiamerai, ti aspetterò, ogni volta che avrai bisogno di me, sarò là... Non è male e temo che molti cuori femminili cederebbero volentieri.
Allora Will You Marry Me, quì la cosa si fa inquietante, il mio consiglio ora è questo, compratevi o scaricatevi o masterizzatevi, fate come vi pare, Phisical Graffiti dei Led Zepplin, almeno lo capite da soli, se continuo a ripeterlo io divento così logorroico che non mi credete più come la storia di “al lupo, al lupo”......
I Love the Rain è la brutta copia di Stinless of heart, il testo è surreale e malinconico, ma forse non lo capisco molto io, mi sembra inutile, ma spesso nelle canzoni inglesi e americane trattare il tema testi è quasi assurdo, se pur alcuni brani sono capolavori indimenticabili e comunque ogni popolo ha la propria cultura che bisogna conoscere bene. Il miglior pezzo è A Long and Sad Goodbye, è dedicata al papà Sy Kravitz recentemente scomparso, Lenny chiede perchè lo ha lasciato senza punti di riferimento e perchè ha fatto piangere la Mamma voltandole le spalle per una donnetta, ce l’ha con lui, si sente abbandonato, senza radici ed è un addio lungo e triste. Questo è il miglior testo dell’album e leggerlo mentre si ascolta il brano è davvero struggente, almeno per me che sono figlio di un padre....
Dancin' Til Dawn è piacevolissima, ricorda il John Lennon solista, l’ha scritta con il fedele chitarrista Craig Ross e si sente, Lenny molto bravo nella performance vocale. This Moment Is All There Is fa così ...Life is dear, don't you waste it The future no one can see So step aside and let it be..., aperture jazz per questo brano con un solo di chitarra delizioso che Fuzza dolcemente neanche fossimo tornati a Mama Said. Ora Lenny credo diventi più cantautore prediligendo il testo quando dice “You fool yourself when you live a lie “ all’originalità musicale in A New Door.
Arriviamo a Back in Vietnam traccia 13, a parte che Dig In già l’hai scritta caro Lenny, ma sti anni sessanta quanto ti mancano? E dire che ci sei nato anche se eri piccolo, ma ne avrai sentito l’odore!E siamo alla chiusura del disco ...I Want To Go Home, ok raga, basta altrimenti vi metto le rispettive canzoni che trovate in Phisical Graffiti, quel disco lo ha proprio folgorato prima di entrare in studio mi sa. L’artista dice con questo ultimo brano che girovagare per sempre per quanto sia stupendo, non è possibile e un uomo arriva ad un certo punto che sente il bisogno di tornare a casa sia fisicamente che emotivamente, averla una casa…
Fiuuuuuuuuuuu, respiriamo un po’,insomma ci risiamo, poche battute e sembra già, all’orecchio di un fan storico come me, che il nostro Lenny non abbia più nulla da dire, fa il verso a se stesso, il sound è tranquillamente preso in prestito dai grandi del rock come del resto ci ha abituato da anni e alcuni pezzi sembrano vere e proprie cover ora dei miei amati Led Zepplin ora dei Beatles, ora degli Who…. I testi sono per lo più, tranne rare eccezioni, piatti e freddi e sembra che più che guardarsi intorno entro le mura della sua stanza dorata non abbia fatto, se pur Love Revolution è un concetto molto bello e nobile e Lenny Kravitz rimane in questo modo di porsi nei confronti della vita molto coerente sin dagli inizi della sua carriera, glie ne rendo merito, amore e solidarietà, o super modelle, droga e rock’n’roll?
Anche tutti e due che ne dite?
Comunque per chi non conosce gli Zep o gli Who and so, c’è del rock’n’roll qui dentro, pure ben suonato, poi c’è funky, pop, ci sono citazioni, chiamiamole così del miglior Lennon, e naturalmente c’è la voce bella e sexy del nostro Lenny, sempre sul pezzo, con la solita maestria nel saper approcciare ballad come brani più power, talento! Non c’è niente di nuovo, niente che faccia gridare al miracolo, e niente di neanche lontanamente paragonabile a perle di rara bellezza come Circus e Five; temo che le nuove generazioni potrebbero amare questo disco, e Vi dirò che se servisse a riportare un po’ di luce nel mondo del rock’n’roll, ne sarei felice. Sinceramente ho amato il Lenny Kravitz di Mr.Cab Driver come quello delle zeppe e i pelliccioti di Are You Gonna Go My Way, sono morto e risorto innumerevoli volte ascoltando Circus, lui che ha probabilmente stampato a caratteri cubitali il suo nome nell’olimpo della musica che conta con FIVE aiutato certo dal semi sconosciuto genio del suono Henry Hirsch, ma ora LK sembra l’ombra di se stesso. Il 13 Luglio sarà in Italia a Pistoia per il suo tour mondiale, e di certo non ce lo perderemo, mi concederò questo regalo di compleanno perché on-stage il ragazzo si muove con una band eccezionale con musicisti del calibro di Craig Ross e lui è davvero bravo, molto comunicativo, al di là della vena compositiva di questi ultimi anni permettetemi di dire persa lentamente ma inesorabilmente dall’album Lenny compreso in poi. Il voto che mi sento di dare a questa opera inedita è comunque un 6.5, perché è piacevole da ascoltare, la produzione è di alto livello, e LK è sempre parecchio bravo a fare ciò che fa. Mi aspettavo molto ma molto di più da lui però, sono deluso. Vorrei chiudere dicendo che l’arte è spesso lo specchio della realtà anche se talvolta la trascende per fortuna, e se la realtà è di plastica, non possiamo aspettarci nient’altro che plastica.
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