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Pubblicato il 27/02/2008 alle 14:05:16 | |
A Sanremo scoppia il caso Bertè, mentre gli ascolti continuano a scendere. Zampaglione delude, Cammariere incanta
A Pippo Baudo e Piero Chiambretti, come avevamo previsto, non è riuscita l'impresa di risalire la china degli ascolti di Sanremo. Ieri la seconda serata del festival ha ottenuto una media del 32.33% di share. Almeno, i brani in gara erano più belli!
A Pippo Baudo e Piero Chiambretti, come avevamo previsto, non è riuscita l'impresa di risalire la china degli ascolti di Sanremo. Ieri la seconda serata del festival ha ottenuto una media del 32.33% di share. Almeno, i brani in gara erano più belli!
Stavolta, infatti, rispetto a lunedì, la qualità ci è sembrata nettamente superiore: artisti come Mario Venuti, Amedeo Minghi e Gianluca Grignani hanno proposto brani nel loro solito stile, ma - a dispetto delle critiche piovute in tal senso durante il Dopofestival - non crediamo che questo possa essere considerato un fatto negativo. Con Sergio Cammariere, poi, si è toccato l'apice: la sua "L'amore non si spiega" è stata la canzone più bella della serata, e si candida idealmente alla vittoria. Molto bella anche l'esecuzione di “Colpo di fulmine” da parte della coppia Giò Di Tonno-Lola Ponce: erano esattamente le 22 quando i due sono saliti sul palco del Teatro Ariston. Gli ex Quasimodo ed Esmeralda di “Notre Dame de Paris” hanno incantato la platea con una canzone fortemente melodica, un po’ sanremese e un po’ musical, che ha messo in luce le grandi voci dei suoi due interpreti, perfettamente amalgamate tra loro, anche se soprattutto il timbro di Di Tonno ha avuto modo di esaltarsi grazie alla costruzione armonica del pezzo, decisamente indovinata. Quanta differenza con quel ragazzo occhialuto, timido e impacciato, che 13 anni fa intonava “Padre padrone” in maniera insicura: ora il vocalist pescarese è cresciuto, maturato, e ieri sera si è sentito eccome.
Inferiore alle aspettative, invece, l’atteso pezzo di Federico Zampaglione-Tiromancino: “Il rubacuori”, che parla di un “tagliateste” costretto a licenziare 35 dipendenti della sua azienda, non ha convinto appieno. Sembra quasi che l’autore se la sia presa più con una sola persona che non con l’intero sistema, dando dunque l'idea di un suo sfogo personale, tra l’altro male argomentato. Non solo: la musica sembra un mix tra il tipico stile dei Tiromancino e un andamento classicheggiante che francamente non abbiamo capito molto. In sostanza, è più l'idea ad essere bella che non il pezzo in sé. Forse, nel complesso, il brano ha risentito dell’eccessivo clamore venutosi a creare prima della sua esecuzione al Festival. Sicuramente, con il senno di poi, si può parlare di un’occasione sprecata. E cosa dire di ciò che Zampaglione ha dichiarato al Dopofestival? L'artista romano si è sostanzialmente rimangiato quanto scritto nella canzone, sostenendo che il suo pezzo non è legato solo al mondo della discografia: "Sarebbe riduttivo ricondurre la questione solo all'ambiente della musica. Io ho pensato al disagio che si prova quando ti viene tolto il lavoro all'improvviso. Questa cosa ridotta alla discografia mi sembra misera, piccola: è un problema che riguarda tutti. Facendo il musicista mi è capitato di soffrire perchè vedevo licenziate molte persone con le quali avevo condiviso qualcosa, ma sarebbe pretestuoso ridurre tutto alla discografia". Affermazioni poco credibili, a nostro parere, considerando che, proprio a causa di questo testo che ha un chiaro riferimento al mondo discografico ("Tanto a me della musica non mi frega più niente"), i Tiromancino hanno interrotto i rapporti con la Emi.
Gran parte dell'attenzione della seconda serata del Festival è stata dedicata però al "giallo" Bertè. Circa mezz'ora prima della diretta, la cantante ha lanciato un ultimatum allo staff della kermesse, stufa di essere inserita sempre alla fine della scaletta: "O canto prima, o non canto per niente". E così la Loredana nazionale ha calcato il palcoscenico attorno alle 22.40, avvolta in un lungo spolverino nero imbottito con cappuccio. L'esecuzione della sua "Musica e parole" è stata impeccabile. Finita l'esibizione, la Bertè è andata subito all'attacco sostenendo che i cantanti sono trattati come "saltimbanchi". E il giallo continua sul fronte dei plagi: il pezzo presentato da Loredana Bertè sarebbe infatti un vecchio brano del 1988 intitolato 'Ultimo segreto', cantato da Ornella Ventura e tratto da un lp prodotto da Tullio De Piscopo e Alberto Radius. "Caso strano, l'autore è sempre Alberto Radius e la casa discografica, la Nar, è la stessa di 20 anni fa". A muovere l'accusa sono il medesimo De Piscopo e l'interprete dell'epoca, che si dicono però convinti della "innocenza" di Loredana: "Sicuramente lei è ignara, ma questa è una cover". Interpellato da Pippo Baudo in tempo reale durante la conferenza stampa dell'organizzazione del festival, Mario Limongelli della Nar, discografico di Loredana Bertè, ha ammesso che 'Musica e parole' è uguale a 'Ultimo Segreto': "E' vero, ma è un disco di nessun successo uscito nel 1988. Noi non lo sapevamo, bisognerebbe chiedere agli autori, perchè quando ci è stato proposto il brano 'Musica e parole' noi non potevamo sapere".
Ora il brano rischia la squalifica: "Lo faremo ascoltare dalla commissione selezionatrice per capire se si tratta veramente di un plagio e poi consulteremo l'ufficio legale della Rai per capire cosa si debba fare", ha detto Baudo. Il regolamento del Festival prevede che reclami di questo genere possano essere presentati entro 12 ore dalla prima prova ufficiale legata al Festival, quindi, strettamente a termine di regolamento, i termini per il ricorso sarebbero scaduti. Baudo ha ricordato che a fargli ascoltare il brano è stato proprio Radius: "Mi ha detto che si trattava di un pezzo rimasto chiuso nel cassetto da 20 anni. Speriamo che questo cassetto non sia stato violato". Disponibile su Internet, 'Ultimo segreto' è effettivamente del tutto simile al pezzo della Bertè, a cominciare dalla parte di chitarra dell'introduzione e dal ritornello, che mantiene addirittura le stesse
parole. Per quanto riguarda i giovani, infine, ieri sera è stato clamorosamente eliminato il figlio di Mogol, Francesco Rapetti, mentre sono passati Ariel, La Scelta, Sonohra e il giovanissimo Jacopo Troiani. Il quartetto va ad aggiungersi a Giua, Valerio Sanzotta, Frank Head e Milagro. Per le 8 nuove proposte, l'appuntamento è fissato alla finale di venerdì.
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