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Recensioni
Pubblicato il 09/07/2008 alle 13:18:17
Cristina Donà: Piccola Faccia (EMI)
di Paolo Ansali
Il best of acustico di Cristina Donà con cover di Peter Frampton e TT D’Arby e un duetto con Giuliano Sangiorgi.

Cristina Donà ama spiazzare e dopo aver centellinato la sua produzione artistica con parsimonia, quattro album in dieci anni, la (ex) cantautrice di casa Mescal pubblica "Piccola faccia" (EMI), una sorta di bonus dal precedente "La quinta stagione", uscito dopo solo sei mesi dall’album in studio. Un disco particolare, un best of acustico con due cover di Peter Frampton e TT D’Arby, e un duetto con Giuliano Sangiorgi. Alla regia c’è sempre
l'eminente Peter Walsh, producer e polistrumentista dal tocco raffinato, che ha nel suo curriculum collaborazioni di prestigio con Simple Minds, The Church e Peter Gabriel. Nel booklet spiccano vari disegni della Donà, mostrando così un‘altro suo lato artistico. La title-track è la riproposta di uno dei brani più rilevanti del debut-album "Tregua". "Goccia" è una canzone che ha avuto il pregio di (ri)portare il genio di Robert Wyatt ad un pubblico giovane. Le sonorità sono vagamente alla Pink Floyd, la lap steel di Francesco Garolfi che evoca quella usata da Gilmour. Per il discorso cover, la Donà aveva già riscoperto i 70’s con i Bee Gees di “How deep is your love”. Ora tocca a Peter Frampton di "’I’m in you", che fu sbeffeggiata da Zappa per il suo refrain equivoco ("Io sono in te, tu sei in me...") e gli dedicò "I have been in you". Qui sembra un brano alla James Taylor, con un’atmosfera intima e rarefatta. Con l’hit di Terence Trent D’Arby (oggi Sananda Maitreya) "Sign your name" siamo in territorio bossanova, all’epoca ci ricordava "Ragazza di Ipanema", ottima la sua resa. Il duetto con Sangiorgi in "Settembre" è l’episodio meno convincente del disco, il frontman dei Negramaro sembra fuori contesto. I due brani finali sono le gemme del progetto, valorizzando il suo lato più melodico, con buona pace dei fans della prima ora. Prima "Nel mio giardino" e poi "Universo", il singolo tratto da "La quinta stagione". C’è il solo piano di Stefano Carrara ad accompagnare la voce malinconica in questa evocativa ballad con un testo che sembra citare Battiato ("Cantami dell’universo/di un codice stellare che mentire non può"). Il passaggio ad una major e la chiusura del periodo Mescal, come gia accaduto per Afterhours e Subsonica, forse porterà ad un rinnovamento stilistico più immediato.


Tracklist:
Piccola faccia (Tregua)
L'aridità dell'aria (Tregua)
Goccia (Nido)
Salti nell'aria (Dove sei tu)
Settembre (La quinta stagione)
Sign Your Name (cover di Terence Trent D'Arby)
Mangialuomo (Nido)
Stelle buone (Tregua)
I'm In You (cover di Peter Frampton)
Dove sei tu (Dove sei tu)
Nel mio giardino (Dove sei tu)
Universo (La quinta stagione)

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