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Interviste |
Pubblicato il 11/11/2005 alle 17:37:11 | |
Dracula: l’opera rock della PFM. Intervista a Franco Mussida.
Un vampiro straziato per amore è il protagonista del kolossal ideato e realizzato dalla PFM e organizzato da David Zard.
A marzo la prima a Roma; intanto è possibile gustarne le musiche: è uscito il CD “Dracula – Opera rock”.
Ho incontrato Franco Mussida a pochi giorni di distanza dall’uscita del nuovo disco della Premiata Forneria Marconi, “Dracula – Opera rock”. Si tratta di una selezione di brani tratti dall’opera rock omonima che narra la vicenda del conte-vampiro creato nel 1897 da Bram Stoker. La prima dell’opera si terrà il 2 marzo 2006 al Gran Teatro di Roma con la direzione di Alfredo Arias e l’interpretazione di Vittorio Matteucci.
Lo spettacolo, della durata di circa due ore, sarà un kolossal per il quale l'organizzatore, David Zard, ha investito sette milioni di euro, una produzione record.
E così, vista l’importanza dell’evento, è lecito voler sapere qualcosa in più.
PERCHE’ UN’OPERA ROCK? E PERCHE’ LA SCELTA E’ CADUTA SU QUESTO SOGGETTO?
- Perché sono i linguaggi che usiamo da sempre. Tutte le composizioni si muovono attorno a al rock. Ma la parola è solo un grande contenitore di suono e stili. Da tempo avevamo in mente la realizzazione di un’opera rock. E nel nostro Dracula si ascolta pop-rock, sinfonic-rock, jazz-rock, heavy-rock, melodic-rock. Un tempo l’insieme delle fusioni orchestrali che prevedeva anche sconfinamenti con orchestre ed altri strumenti dell’orchesctra moderna si chiamava Progressive. Nel nostro Dracula si trova tutto ciò.
E SI RIBALTA L’IMMAGINE PIU’ NOTA DI DRACULA, QUELLA DELLO SPIETATO SENZ’ANIMA, BRAMOSO SOLO DI SANGUE: IN EFFETTI, DALLA VOSTRA OPERA EMERGE SOPRATTUTTO L’INTROSPEZIONE PSICOLOGICA DI UN PERSONAGGIO CHE DENOTA UN FORTE PATHOS PER UN DRAMMA INTERIORE CHE EGLI VIVE IN MANIERA STRAZIANTE…
- Il personaggio è la somma delle esasperazioni che vivono in ognuno di noi. Tutto ciò che chiamiamo in modo manicheo bene e male. L’esagerazione del mondo dei sentimenti e delle aspirazioni anche irraggiungibili dell’uomo a partire dalla voglia di eternità, dell’amore assoluto per l’amata. Tutto ciò che avviene, però, non accade in senso spirituale ma in chiave materiale, fisica, come per la vita normale, la quotidianità.
DUNQUE IL FILO CONDUTTORE DELL’OPERA E’ L’AMORE CHE “CONFINI NON HA/VINCE I SECOLI, I MARI, GLI EROI”…
- Anche la parola Amore è di fatto un grande contenitore, a cui si danno migliaia di significati diversi. Per come lo si intende comunemente si potrebbe chiamare “passione” e andrebbe bene comunque, specie se a ciò si aggiunge ciò che viviamo come piacere o come dispiacere. Passione per realizzare ciò che si desidera, passione per la vita, passione per la propria compagna etc.. Amore è una parola che se da un lato mette d’accordo tutti dall’altro è una semplificazione un po’ superficiale.
IL LIBRETTO – POSSO CHIAMARLO COSI? IN FONDO SI TRATTA DI UN’OPERA ROCK… - DICEVO, IL LIBRETTO DI VINCENZO INCENZO E’ OBIETTIVAMENTE FANTASTICO SIA PER LA METRICA CHE PER LE IMMAGINI POETICHE, VALE A DIRE, SIA PER LA FORMA CHE PER IL CONTENUTO. E LA SIMBIOSI PERFETTA TRA I TESTI E LA MUSICA DA’ LA SENSAZIONE CHE CI SIA STATA UN’ARMONIA ASSOLUTA TRA LUI E VOI. E’ ANDATO DAVVERO TUTTO LISCIO?
- Ci si è confrontati fin dall’inizio sul taglio da dare alla storia evitando l’immagine horror da bestia e puntando invece come dicevo su ciò che si ritrova nella patologia dell’esasperazione dei sentimenti. Si lavora insieme dai tempi di Ulisse, vale a dire dal 1996.
Vincenzo è uno scrittore prolifico che punta molto a descrivere le storie e i personaggi in modo immaginativo. Per rendere vivo il connubio si è inoltre lavorato in modi diversi a seconda delle emozioni primarie, ovvero musicando testi, come è accaduto ad esempio con un brano scritto da me come “Non guardarmi”, o partendo dalle ispirazioni musicali come “Il mio nome è Dracula” scritto da Premoli.
L’OPERA SI DIPANA CONTINUAMENTE SU DIVERSI PIANI E, SOPRATTUTTO, IN EQUILIBRIO TRA NUMEROSE COPPIE ANTINOMICHE: BENE/MALE, VITA/MORTE, POSSIBILE/IMPOSSIBILE, PASSATO/PRESENTE, LUCE/TENEBRE, INCUBO/REALTA’. COME AVETE TRATTATO QUESTA DUPLICITA’ A LIVELLO MUSICALE?
- Con i contrasti. In musica i contrasti sono facili da ottenere il difficile è uniformarli in modo che tutto risulti omogeneo. All’uso dei suoni stretti da gruppo rock come basso, batteria, chitarre elettriche e organo hammond, si è aggiunta l’orchestra e i cori. Se una maggiore apertura delle sonorità da un lato favorisce il raggiungimento di atmosfere di contrasto, dall’altro impegna molto per non ricadere su stereotipi di scrittura consueti nel mondo della canzone. Per avere più colori nei nostri pennelli sonori abbiamo anche aggiunto una parte di suoni e di elettronica che si richiama ai noise e al mondo del cinema.
“UN DESTINO DI RONDINE” CONCLUDE L’OPERA CON UN CRESCENDO IN UN TURBINE DI EMOZIONI, MA SI AVVALE ANCHE DI UNA VALIDISSIMA PERFORMANCE DI DOLCENERA. COME E’ NATA QUESTA COLLABORAZIONE?
- Emanuela è prodotta da tanti anni da Lucio Fabbri che suona con noi da tanto. L’abbiamo conosciuta nel suo studio quando ancora non era famosa e si esercitava al pianoforte. La collaborazione risale a due anni fa, prima di Music Farm. Ha una voce davvero speciale che ha affascinato tutti. Anche per questo nel dover mettere una voce femminile nel nostro album abbiamo preferito mantenere quella registrazione iniziale, fresca e spontanea.
PERMETTIMI DI DIRTI CHE GIA’ AL SEMPLICE ASCOLTO DEL CD QUESTI BRANI HANNO UN IMPATTO EMOTIVO DEVASTANTE. COSA ACCADRA’ QUANDO LA RAPPRESENTAZIONE PERMETTERA’ AGLI SPETTATORI DI ASSISTERE AD UNO SPETTACOLO IN CUI I SUONI SI FONDERANNO CON L’IMMAGINE, OSSIA ALLA MUSICA SI AGGIUNGERANNO LUCI, SCENOGRAFIA, COREOGRAFIA E QUANT’ALTRO?
- Grazie. Ma devo dire che sono ansioso anch’io di vedere tutto finito. Adesso stanno lavorando a scenografie, balletti e costumi, sotto la direzione di Alfredo Arias, un regista che ha nel suo curricula lavori con l’Operà di Parigi.
PERCHE’ LA SCELTA DI UTILIZZARE BASI REGISTRATE PER LO SPETTACOLO?
- Ci sono una trentina di persone in scena tra cantanti e ballerini e si vuole dare visibilità allo spettacolo più che al gruppo in scena o all’orchestra in buca. Senza parlare di costi…….
COSA VI HA INDOTTO AD OCCUPARVI ANCHE DELLA DIREZIONE ARTISTICA?
- Immaginare di poter davvero realizzare un opera rock. Cercare e trovare un partner che sposasse con entusiasmo investendo diversi milioni di euro. Dedicarci quasi tre anni. Scrivere due ore di musica. Dare tutti gli input necessari per la creazione artistica dell’intera opera. Credo siano ragioni sufficienti per verificare, rimanendo sul campo, che tutto il lavoro alla fine risulti essere così come noi tutti lo abbiamo in mente. In ogni caso non siamo tutti ad occuparci di seguire l’adattamento teatrale, questo lavoro è delegato a Flavio Premoli.
…DUNQUE UN MARCHIO DI QUALITA’ A 360 GRADI. ALLORA APPUNTAMENTO A MARZO!
- Sì, e ci saremo anche noi. In sala naturalmente!
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