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Recensioni |
Pubblicato il 22/08/2009 alle 16:44:34 | |
La musica che gira intorno a Mia Martini nel cielo e nel mare del suo sud
Il suggestivo scenario dello Stretto di Messina ha fatto da splendida cornice a La musica che mi gira intorno, la serata omaggio a Mia Martini organizzata per il 18 Agosto dal club ufficiale Chez Mimi' in occasione del ventennale.
Il suggestivo scenario dello Stretto di Messina ha fatto da splendida cornice a La musica che mi gira intorno, la serata omaggio a Mia Martini organizzata per il 18 Agosto dal club ufficiale Chez Mimi' in occasione del ventennale.
Questa bellissima foto e' del 1992 e ritrae Mia Martini che abbraccia il suo Pippo Augliera, visibilmente commosso.
Un altro tributo, come una continua espressione d’amore, nei confronti di una straordinaria interprete da parte dei musicisti, tutti bravi, alcuni di estrazione jazz come Franco Caliò al piano e Pippo Crimi alla chitarra. Affiancati egregiamente dall’esecuzione vocale di Letizia Contadino così intensa da strappare più volte l’applauso e ovazioni da parte del pubblico presente, accorso numeroso e magicamente attratto dalle note musicali impreziosite anche da una atmosfera unplugged creata ancora di più da un violino e da un fagotto. Emozionante è stato sentire intonare in coro brani che ormai fanno parte dell’immaginario collettivo: da “Piccolo uomo” a “Minuetto”, suoi primi grandi successi anni ’70, per arrivare a quelli più recenti “Gli uomini non cambiano” e soprattutto “Almeno tu nell’universo”, ormai alla portata di tutti, grazie anche alle cover di Massimo Ranieri, Mina, Elisa e persino Marco Carta, il nuovo idolo delle teen ager!
Pippo Augliera (anima e cuore pulsante del club) ha scelto di condurre la serata, gettandosi nella mischia nel duettare con disinvoltura in “Cu’mme” con Letizia Contadino e intonando con trasporto “Tu sei dentro di me” come dedica alla sua amata artista. Si è fatto affiancare da un giovane talento Emanuela Licciardelli, che si è cimentata anche in alcuni versi recitati, un amarcord di riflessioni della stessa Mimì e ha regalato delle coreografie coinvolgenti soprattutto in “Canto alla luna” di Ivano Fossati. La strana coppia, dai richiami alla bella e la bestia, ha funzionato proponendo dialoghi divertenti alternati al difficile, ma riuscito compito, di tracciare e raccontare la complessa storia umana e artistica di Mia Martini.
Coadiuvati efficacemente dalla proiezione di video, forse il più toccante è stato il gospel Nobody Knows the trouble I’ve seen interpretato per sola voce, nel tradurre in canto il suo periodo più difficile, quello del black out, costretta a stare lontana dalle scene per la nomea di menagramo.
In chiusura di uno spettacolo, intriso di musica, parole, immagini, poesia, ricami vocali e danza, una ripresa del brano struggente E non finisce mica il cielo, quello più amato da Mimì, sia per motivi artistici che sentimentali.
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