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Recensioni |
Pubblicato il 05/07/2012 alle 19:32:32 | |
35 mici amici e Mozart, portano Simone Cristicchi ad una standing ovation per il suo omaggio a Sergio Endrigo
Mercoledi' 4 Luglio nella splendida cornice del Teatro Romano di Fiesole (presente anche Claudia Endrigo), Cristicchi ha riscosso un forte successo, con momenti di vera commozione: la maturazione e' ormai conclamata, confermata, rafforzata!
Mercoledi' 4 Luglio nella splendida cornice del Teatro Romano di Fiesole (presente anche Claudia Endrigo), Cristicchi ha riscosso un forte successo, con momenti di vera commozione: la maturazione e' ormai conclamata, confermata, rafforzata!
L'anno topico e' il 2005: nell'esordio discografico di Cristicchi con il cd Fabbricante di canzoni una delle perle e' il brano Questo e' amore, dove Sergio Endrigo da' il suo contributo.
Sara' quello una delle ultime cose che il poeta istriano fara', lasciandoci nel Settembre di quell'anno: la sua scomparsa ci ha colto tutti di sorpresa, privando il mondo dell'arte di uno dei suoi cardini e (citando una frase di quella canzone) dimostrando la sua eleganza, perche' lui non frugava mai nelle scatole cinesi di altri. Questo era quello che sapevamo del rapporto artistico intercorso tra Cristicchi ed Endrigo, ma mai ci saremmo aspettati che il tributo che il 35enne romano fosse impostato allo stesso modo e con lo stesso canovaccio: rispettoso, non celebrativo, commovente e sicuramente elegante!
Vorrei non usare troppi aggettivi positivi per descrivere il livello altamente professionale raggiunto da Simone Cristicchi, perche' sarebbe poi facile lanciare l'accusa di essermi esaltato facilmente: ma sinceramente non so come farvi capire che quello a cui ho assistito e' stata una lezione di arte pura, apprezzata da un pubblico che piu' vario di cosi' era difficile selezionare. C'erano giapponesi attratti dalle vestigia romane, c'erano decine di nobildonne toscane avvolte nei loro pareo e con tanto di gioielli tintinnanti, si riconoscevano numerosi cultori di Mozart che non capivano bene di che serata si trattasse, c'erano (non moltissime) ragazzine che volevano sentire i primi successi cristicchiani, c'erano diverse decine di signori attempati che hanno la discografia completa di Endrigo in vinile ed erano pronti a sparare su questo artista riccioluto che osava intromettersi nel ricordo del loro idolo.... Eppure tutti (sottolineo tutti) si sono spellati le mani, tributando diverse standing ovation a quello a cui stavano assistendo: un po' incredulo anche lui del successo, la stessa emozione e' passata tra il pubblico e Cristicchi, mettendo a volte l'artista romano in forte stato emotivo.
Ho la presunzione di ritenermi un profondo conoscitore dell' ars cristicchiana e la sua biografia mi conforta in questo, avendolo visto agli esordi fiorentini davanti a tre persone, ma anche in situazioni molto piu' popolari o quando si proclamava seguace del movimento Suprema Perplessità Universale: fidatevi dunque di quello che sto affermando … raramente ho visto un percorso artistico fatto con questa passione ed umilta', come quello intrapreso da Simone Cristicchi: quasi buttando all'ortiche il facile successo o il riciclarsi con canzoni che riprendono il suo fortunato disco precedente, ha sempre sposato iniziative artistiche che innanzi tutto lo emozionassero... ecco perche' si mette a cantare stornelli con i minatori del Monte Amiata o racconta di suo nonno in guerra oppure riprende una pagina tragica come quella dell'ARMIR e delle mille gavette di ghiaccio. Come ci ha raccontato al Teatro Romano di Fiesole, anche l'esodo dall'Istria dei civili italiani e la tragedia delle foibe, ora lo interessano e quindi dovrebbe presentarsi con uno spettacolo teatrale su questi argomenti assai delicati, vere e proprie ferite aperte nella storia italiana.
Si spengono le luci e la voce registrata di Sergio Endrigo ci racconta del suo humor: racconta di quando frequentava le osterie e di come fosse non proprio una cosa nobile per un artista che (se scendeva all'aereoporto di Rio de Janeiro) riceveva onori pari a quelli tributati ad un capo di stato! Simone Cristicchi entra nel suo completo nero, giusto tocco di eleganza in mezzo a 30 giovani orchestrali ben vestiti: Cristicchi non parla (come fa di solito nelle sue canzoni) ma inanella una serie di hit di Sergio Endrigo.... Teresa, Era d'estate, Lontano dagli occhi, Aria di Neve. Completato questo primo quadro, puo' finalmente raccontare: ricorda della collaborazione di entrambi con Franco Migliacci (in teatro e' presente suo figlio Francesco), dei tanti ricordi legati a quella collaborazione nel 2005, del pappagallo e dei 35 mici amici che vivevano con Sergio Endrigo.
Il secondo quadro prevede due altre perle del poeta Endrigo, anticipate dal brano nato dalla collaborazione con Cristicchi ... Questo e' amore, Via Broletto 34, C'e' gente... e tutta la gente le ascolta con profondo rispetto. Mi impressionano soprattutto i fans di Endrigo che ho vicino a me: da ognuno di loro l'ammirazione per quel cantante riccioluto e sono loro (piu' di me) a battere forte le mani ed ad urlare la loro felicita'!
Il terzo momento/quadro di questa esibizione e' con le tre sonate di Mozart: anche in questo caso, quel variegato mondo di spettatori che mi circonda, ascolta con estremo silenzio l'esibizione dell'Orchestra da camera I Nostri Tempi e gli Allegro, Romanza ed Allegro Assai del concerto no.20 in re minore KV 466 riscuotono una buona accoglienza.
La quarta parte dello spettacolo ci regala altre intense emozioni: Poema Degli Occhi (con cui si e' celebrata la collaborazione tra Endrigo e Vinicius de Moraes), La rosa bianca (cantata da Simone nella parte italiana e da Claudia Endrigo in quella spagnola), Canzone per te, Te lo leggo negli occhi, 1947 e la celebre L'arca di Noe, proposta in modo assai lirico e poco fumettaro!
E' il momento di quei bis che sembrano non finire mai, anche perche' tutta la tensione (e l'adrenalina) che ha accompagnato questa esibizione di Simone Cristicchi, ora cominciano ad emergere anche fisicamente: chiede al pubblico di concedergli l'opportunita' di presentare due suoi brani, come fa l'alunno che davanti alla commissione d'esami porta una tesi sul suo idolo della gioventu'! Interpretandoli alla Endrigo, propone L'ultimo walzer e la celebre Ti regalero' una rosa: a questo punto anche il vostro tenebroso critico (temprato da mille battaglie rock e concerti nei posti piu' impensabili del mondo), non resiste piu' e scoppia a piangere. Vergognandomi un po', mi guardo attorno e noto che... non sono l'unico! Decine e decine di persone cercano di nascondere fazzoletti ed urlano la loro partecipazione a questo raro momento di arte pura.
Anche per sdrammatizzare la commozione palpabile, Cristicchi (agli esordi autodefinitosi cespuglio pensatore) riprende ad essere un istrione da palco e fa cantare a tutto il pubblico sia Io che amo solo te che Lontano dagli occhi... il campanile scocca la mezzanotte e ci coglie attorno a lui per i saluti e le foto di rito: io mi permetto anche di risalutare Claudia Endrigo con cui avevo chiaccherato nel tardo pomeriggio. Ci siamo dati un appuntamento nell'immediato futuro, perche' l'opera che sta facendo di giusta valutazione di suo padre e' meritoria e da sostenere in qualsiasi modo.
...E’ troppo tardi per ritornare ormai
Nessuno più mi riconoscerà
La sera è un sogno che non si avvera mai
Essere un altro e invece sono io
Da quella volta non ti ho trovato più
Strada fiorita della gioventù
Come vorrei essere un albero che sa
Dove nasce e dove morirà...
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