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Recensioni
Pubblicato il 22/12/2013 alle 00:51:04
Baustelle – Auditorium della Conciliazione (Roma) – 21/12/2013
di Antonio Ranalli
I Baustelle regalano un “Fantasma” minimale, con pochi strumenti ed un quartetto d’archi. In una serata ricca di sorprese e cover che non ti aspetti. Come “Stranizza d’amuri” di Franco Battiato cantata da Francesco Bianconi in dialetto siciliano.

I Baustelle regalano un “Fantasma” minimale, con pochi strumenti ed un quartetto d’archi. In una serata ricca di sorprese e cover che non ti aspetti. Come “Stranizza d’amuri” di Franco Battiato cantata da Francesco Bianconi in dialetto siciliano.

I Baustelle sono arrivati a Roma al terzo giro di boa: quest’anno infatti il gruppo aveva già tenuto due concerti per promuovere il recente album “Fantasma”, entrambi all’Auditorium Parco della Musica. Sono tornati per il “Minimal Fantasma Tour” che, come si può evincere dal titolo, si caratterizza per un repertorio più minimale e, nel caso delle canzoni dell’ultimo disco, spogliato dalla presenza dell’orchestra sinfonica che, in qualche modo, è stato uno dei punti di forza del progetto. Sul palco, accompagnare Francesco Bianconi, Claudio Brasini e Rachele Bastreghi, c’era infatti un quartetto d’archi, ed Ettore Bianconi (tastiere e synth), Diego Palazzo (chitarre) e Alessandro Maiorino (basso).

La band è entrata sulle note dei titoli di testa di “Fantasma”, salutata con grande calore dal numeroso pubblico presente all’Auditorium della Conciliazione di Roma. Spazio subito ai brani più recenti a partire da “Nessuno” e “Il futuro”, cantati con soave eleganza da Francesco Bianconi, con articolati vocalizzi di Rachele Bastreghi che ha ricordato per stile e tecnica Edda Dell’Orso. La stessa Bastreghi è stata poi protagonista assoluta in “Radioattività”, per poi lasciare spazio a “Cristina”. Il primo impatto è che in questa versione minimale i Baustelle offrono un tocco cameristico alla loro produzione. La band si spoglia delle sonorità rock e va diritto all’essenza delle proprio canzoni, cercando di far apprezzare meglio i testi e la scrittura complessiva delle canzoni.

In questo modo i Baustelle hanno agito anche sul loro passato. Un salto al secondo lavoro “La moda del lento”, ristampato proprio di recente, con una versione più dilatata di “Reclame”, che Francesco Bianconi esegue con uno stile ineccepibile. Poi ancora Rachele con “L'aeroplano”, “Perché una ragazza d'oggi può uccidersi?” (un brano tratto da “La malavita”), l’attesa “La moda del lento” e “Il corvo Joe”.

Non sono mancate le sorprese. Prima l’omaggio ai Divine Comedy. Si tratta della versione di “A Lady Of A Certain Age”, che è diventata “Una signora di una certa età”. I fans dei Baustelle di vecchia data la conoscono bene. A Roma venne eseguita il 1 dicembre 2010 all’Atlantico Live, in occasione del tour fatto in occasione della riedizione del “Sussidiario”. Una canzone che parla inevitabilmente dello scorrere del tempo. E proprio il tempo è il tema che lega tutti i brani della serata. “Sergio” (altro prezioso recupero da “La malativa”) racconta, come ha ricordato Francesco Bianconi, di “un signore, che era un po’ il matto del paese in cui vivevo. Ci raccontava storie e barzellette, solo che ogni tanto si fermata e stava zitto per 5 minuti”. Ancora Rachele con la sua grazia ad emozionare con “Monumentale”, prima di passare alla seconda cover della serata: “Il mio autunno”, rilettura di “May Autumn’s Done Come” di Lee Hazlewood. Si chiude idealmente il primo set. La band esce, ma dopo pochi minuto è di nuovo sul palco.

Si riparte con “Cuore di tenebra” (ancora un estratto dal terzo album “La malavita”). Poi Francesco Bianconi tira fuori dal cilindro una cover di quelle che non ti aspetti dai Baustelle. Si tratta di “Stranizza d’amuri” di Franco Battiato che, come noto, ha il testo in dialetto siciliano. E’ evidente che a Bianconi certe sfide piacciono tanto visto che, quasi come un Guido Piovene dei giorni nostri, in un suo ideale “viaggio in Italia”, si era già cimentato con un altro dialetto, quello romanesco, nel brano “Contà l’inverni”. Il concerto prosegue senza intoppi: “Un romantico a Milano” e le sempre verdi e amate dal pubblico “La canzone del riformatorio”, “Gomma” e “La guerra è finita”. Ma il concerto non è finito del tutto senza “Charlie fa surf” con cui Bianconi ha fatto a tutti i presenti “i migliori auguri di Buon Natale”. Non proprio il brano ideale per festeggiare il Natale. Magari la prossima volta i Baustelle faranno anche loro una cover natalizia, come va tanto di moda ultimamente…

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