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Interviste
Pubblicato il 21/05/2013 alle 19:23:05
Christos ed il suo inevitabile colpo di testa: lo intervistiamo in modo plastico, visivo e visionario...
di Francesca Odette Croxignatti
E' bene ribadire che Christos è la naturale evoluzione di Marzio Di Mario: la collaborazione con la manager Valerija Brkljac (dell'agenzia WebMetropolis) sta dando i suoi frutti, perche' lui annusa che c'e' carne al fuoco...

E' bene ribadire che Christos è la naturale evoluzione di Marzio Di Mario: la collaborazione con la manager Valerija Brkljac (dell'agenzia WebMetropolis) sta dando i suoi frutti, perche' lui annusa che c'e' carne al fuoco...

Nato il 26 Luglio 1972, si definisce cristiano (di nascita) politeista (per convinzione). Politicamente e' di un rosso vivo... di un rosso atipico per la nostra Italia!

Bentrovato a Mario Marcello, artista che ama definirsi in quale modo?
Sono un artista ipercritico, meticoloso nel lavoro, ambizioso, curioso, complicato, “plastico”, “visivo e visionario”. Sono un artista che non percepisce la propria arte, il proprio linguaggio come “hobby” o come a qualcosa di bello, ma come ad un dialogo con un particolare vocabolario emotivo, dove spesso il “senso” di un discorso rimane nell’aria, nella frammentazione di un testo. Nel suo racconto in immagini. Così sono i miei testi; un insieme di frammenti che l’ascoltatore percepirà e ricomporrà in maniera personale, con sensazioni sempre diverse. Nei miei testi non ci sono solamente “frasi di senso compiuto”, ma anche odori, percezioni visive. Eros. Sono tutte le sensazioni che in prima persona ho sempre vissuto e che ho imparato ad articolare.

Vediamo di fare un po' il punto, non dando nulla per scontato... ora il tuo progetto e' come Christos, ma prima come Marzio Di Mario... quale le differenze tra i due?
Christos è la naturale evoluzione di Marzio Di Mario. Marzio ha fatto il suo dignitoso percorso umano ed artistico per quasi 10 anni. Il suo ciclo vitale si era naturalmente concluso. Sapete… il “nome d’arte” non è solo una firma depositata in SIAE. È molto di più. Io sentivo che qualcosa in me era cambiato, e che quel nome oramai non avrebbe “significato” molto di più per me. Un contenitore si era riempito. Tutto questo è avvenuto in maniera graduale, dopo l’incontro con il teatro (gennaio 2007), quando misi in scena uno spettacolo dal titolo Sempre… e per Sempre – omaggio a Gabriella Ferri. Fù una sensazione devastante e bellissima. Liberatoria. Ed anche il mio sentire, come uomo, cambiò sostanzialmente. Per me, l’essere artista è la mia stessa essenza umana. Non esiste una “maniera” o realtà parallela. È tutto in me. Da un annetto, iniziai a collaborare con la mia manager (Valerija Brkljac – ag. WebMetropolis), e lei comprendendo in maniera chiara questo mio desiderio di cambiamento fortemente umano, riuscì a decodificare i miei pensieri, le mie necessità e confusioni con una serie di nomi. Tra questi c’era Christos; un nome pieno di significato, la rinascita umana ed artistica. La scelta fù immediata e spontanea.

Cosa manca a Christos per fare il grande salto? O per conquistare visibilita’?
Dal 2012 ho un contratto in esclusiva con la mia manager; siamo legati ad un doppio filo di fiducia e dedizione al lavoro. È questione di tempo; stiamo lavorando per raggiungere il “grande salto”… Insomma… ne saprete presto delle belle!!!

Cosa non va nella filiera musicale in Italia? Da dove cominceresti a cambiare le cose?
Il problema in Italia è la visione ristretta. Una sorta di arrogante miopia. E non è solamente un processo legato ad uno “stile musicale”. Annuso che c’è molto di più. Sicuramente da una parte esistono le responsabilità di coloro che nelle produzioni esigono prodotti ben definiti, eludendo la sperimentazione. Vogliono avere immediato profitto rischiando il meno possibile. Ma un artista lo si devo coltivare, aiutare a trovare una propria dimensione. Abbiamo eserciti di Beyonce e di Sting a go go! Se esistesse un Direttore Artistico, ci sarebbero ancora spazi come i “cenacoli” dove più artisti (parliamo degli anni ’60 fino a metà degli ’80) insieme si sperimentavano, sotto l’occhio esperto e vigile di un addetto ai lavori. I produttori (che non necessariamente sono dei manager o talent scout), spesso giudicano e producono in base ad un loro proprio gusto musicale. Legittimo a livello umano, ma improduttivo a livello aziendale. “Quel produttore” dovrebbe essere dotato di un occhio particolare per “vedere lungo”, ed occupare o creare un settore in quel momento libero o non preso in considerazione. E quei “poveri artisti”, non avendo gli strumenti giusti per poter capire, o immaginando di potersi salvare dalla naturale “combustione” dovuta allo sprecarsi tutto d’un colpo, accettano. L’attesa fa molta paura…. Bisognerebbe riuscire a coltivare “la pazienza”. Questo è quello che mi ha insegnato la gavetta.

Esiste una tua promised land? C’e’ un periodo storico in cui avresti voluto vivere?
Umanamente, ed essendo sicuramente “snob” (ah ah), sicuramente la seconda metà dell’ 800 e la prima del ‘900. Un’epoca piena di invenzioni, di palloni aerostatici. Di luce elettrica. Di futurismo. Di meccanica. Di eros. Nuovi argomenti ed uso delle arti. Nuove visioni. Insomma… un periodo sicuramente molto affascinante. Musicalmente, il mio periodo attuale. Molte cose sono state già sperimentate, e l’informatica ha dato una notevole mano nelle sonorità dei lavori. Mi piacerebbe potessero esistere ancora i vinili, ed invece di far scaricare dei files, poter vendere 33 e 45 giri… Che volete fare? Sono “antico”. Anzi no: “Vintage”!!

Da dove nasce il tuo background musicale? Brel, Aznavour, Modugno, la Ferri, i teatrini popolari e le commedie di Garinei e Giovannini ...
Il panorama musicale è immenso, e non è possibile conoscerlo tutto. Brel lo conobbi perché assistetti ad uno spettacolo di Rossana Casale che riproponeva una serie di suoi brani. Da lì mi cercai le “tracce originali”. Molti degli artisti che ho conosciuto, amato, anche inizialmente emulato, spesso sono stati “incontrati” così. Per vie traverse. Difficilmente le radio (ai tempi dell’assenza di internet) ti davano l’occasione di ascoltare altro…. Catturo molto con gli occhi. Il mio linguaggio è molto visivo. Uso il mio corpo per comunicare insieme alla musica ed al testo. La lirica, l’opera mi ha conquistato così. E poi… gli artisti che ho amato e che continuano a lasciarmi a bocca aperta sono ancora tanti e soprattutto “viventi”, come Tosca, Vinicio Capossela, Peter Gabriel etc…..

Un tuo progetto come La Stanza Bianca, come lo descriveresti? Che soddisfazione ti ha dato?
“La Stanza Bianca” è stato un periodo molto importante, nato subito dopo l’esperienza teatrale. Il cambiamento si sentiva e vibrava in maniera molto forte in me. Uno stato di eccitazione perpetua che oltre al fisico “istigava” la mia mente. Il tema infatti era la follia, intesa non solo come stato psichico legato ad una clinicità, ma alla disperazione, al cambiamento, alle lenzuola divelte con i denti. Alla necessità di luce, e di un habitat scelto nelle tenebre. La disperazione letta sotto diverse lenti. Il tutto naturalmente vissuto anche nella vita di ogni giorno. Ordine Perfetto (brano inserito anche in “Amen” – mio ultimo cd) è la spiegazione di tutto. Il “bugiardino” di questa umana dolenza, che è il bisogno d’amore e la sua paura nel poterlo incontrare.

Dice il nostro diretur Giancarlo Passarella che sei un vulcano di creativita’ e che hai in cantiere due distinti progetti: Naked ed Amen…
“Naked” sarà una sorpresa per tutti. E’ un progetto molto articolato e particolare che ha la necessità di uno scalino intermedio per essere meglio espresso e condiviso. Questo scalino è Amen.... un insieme di brani per me fondamentali in 10 anni di carriera, che hanno personalmente ed artisticamente cambiato il mio punto di vista. Quindi abbiamo 8 brani "di repertorio" rielaborati e ricantati, il 9° (Amen) che è lo scalino, il racconto, la spiegazione di questo mio cambiamento, ed infine Spider's Pace, ultima traccia del lavoro che è l'inizio, il preludio a quello che sarà poi il mio prossimo viaggio artistico. Altri arrangiamenti, atmosfere in una nuova lingua; l'inglese. Sai... a volte i cambiamenti sono complicati da spiegare... tanto più perchè soggettivi e legati a storie, esperienze e sensorialità spesso molto indecifrabili da tradurre.

Mario Marcello uomo e Mario Marcello artista: riescono le due realta’ a convivere? C’e’ lo spazio per coltivare degli hobby?
Christos è Mario Marcello. La “divinità” è già nell’essere umano, senza andare troppo oltre. Questa essenza celeste però ha necessità di venir curata, amplificata, curata. Per me è attraverso la visita di mostre, spettacoli teatrali. Letture varie. Una bella passeggiata al mare (dove vivo). Concedermi anche un sano ozio…. Fare l’amore. Tutto questo sento accresca ed elevi il mio stato vitale. E quindi artistico.

Diamoci un appuntamento per domani, fra una settimana e fra un anno: cosa avra’ combinato Christos entro queste date?
Christos domani continuerà a progettare e a costruire con la manager il percorso più idoneo, soprattutto via web. Ci sono videoclip da girare, e spettacoli da fare. I tempi sono piuttosto approssimativi, perchè vivendo in un’epoca costellata da una marea di informazioni, il tutto rischia di disperdersi nell’eccessiva comunicazione. La pazienza ce l’ho… anche se non nascondo un’enorme voglia di tornare sul palco!! E per me il “palco”. È un insieme di sensazioni visive e tattili. Un viaggio insieme a quel pubblico che si sta formando, che sento vicino, e che saprà apprezzare i miei cambiamenti… e magari qualche mio “inevitabile colpo di testa”! ah ah ah I’ll Rule the world!!! Un saluto a tutti!!

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