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Recensioni |
Pubblicato il 27/11/2018 alle 14:09:40 | |
Banana Joe: Supervintage
I Banana Joe sono un power trio come si deve fuoriuscito dai tardissimi anni ’90 o da quel grunge di maniera che voleva tirar fuori dalla provincia ogni granello di energia positiva, ed è aria di rivoluzione
I Banana Joe sono un power trio come si deve fuoriuscito dai tardissimi anni ’90 o da quel grunge di maniera che voleva tirar fuori dalla provincia ogni granello di energia positiva, ed è aria di rivoluzione dietro le voci distorte e spesso corali e questo muro di chitarre, ovviamente distorte anch’esse, che troviamo nell’ascolto di “Supervintage”, l’esordio del trio genovese.
Bello ed affascinante, i testi che sono dritti come frecce e gustosi di metafore a volte taglienti, quel suono che a noi della vecchia guarda fa tornare in mente i bei tempi delle potenze artistiche di quartiere. Ed è così che l’indie diventa vintage in questo futuro di elettronica smodata che si può definire bene con una parola come Supervintage, 8 inediti di cui l’ultima strumentale dal titolo “Omertse” realizzata con Fabio Cuomo, composizione acida di noise psichedelico.
Nel resto dell’ascolto l’acido si fa sentire senza sconti, si veste di rock americano quando suona “Tara”, di pop indie italiano quando suona la bellissima “Neve” e così via discendendo lungo tutta la traklist dove troviamo spietate tracce inglesi di Fab Four dei tempi moderni in salsa punk con “Queen dei cofani”, belle sospensioni che un poco rammentano i gusti southern di pop rock quando suona “Polvere” per poi tornare spietatamente acidi in “Vodkanima” e nella chiusa con “Uensdei”.
Insomma un equilibrio instabile tra rock vecchia maniera, pop dei giorni nostri e qualche bella trovata di suono che sinceramente fa da a questo disco una bellissima sensazione di pulito, quando il buongiorno si vede dal mattino.
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