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Pubblicato il 27/07/2004 alle 16:24:19 | |
Rush: il 21 settembre per la prima volta in Italia
Arrivano in Italia i Rush. La formazione canadese si esibirà il 21 settembre, alle ore 21, al Mazda Palace di Milano. Concerto imperdibile, se amate tutte le venature prog metal e rock sinfonico: con noi 4 fortunati gratis al concerto.
Arrivano in Italia i Rush. La formazione canadese si esibirà il 21 settembre, alle ore 21, al Mazda Palace di Milano. Concerto imperdibile, se amate tutte le venature prog metal e rock sinfonico: con noi 4 fortunati gratis al concerto.
Evento storico per gli appassionati di rock progressivo. Il 21 settembre, alle ore 21, al Mazda Palace di Milano, si esibiranno i mitici Rush. Si tratta del primo concerto in Italia della storica band canadese. I biglietti per il concerto, organizzato dalla Barley Arts, costano 38,00 euro + prev. (parterre e gradinate) e 50,00 euro + prev. (tribuna numerata).
I Rush vanno sicuramente annoverati tra le stelle più brillanti dell’universo del rock progressivo, vale a dire di quell’interessante miscela tra classic rock, psichedelia e musica classica che conosce i propri natali nel corso degli anni ’60 e 70 (vedi Genesis, ELP o, per rimanere in territorio italiano, PFM, solo per citare alcuni dei nomi più noti).
Hanno infatti senza dubbio costituito uno dei punti cardine di questo stile musicale –conservando sempre una vena più marcatatamente heavy rispetto ai propri “colleghi"- sin dagli esordi, contribuendo in modo determinante alla nascita e all’evoluzione di un genere che lascia tracce evidenti di sé, dopo 30 anni circa dalla sua nascita, ancora nella musica di oggi (si pensi ad esempio ai Queensryche o ai Dream Theater). L’avventura del trio canadese comincia nel 1968, dall’incontro tra Geddy Lee (tastiere, basso, voce), Alex Lifeson (chitarre) e John Rustey (batteria). Dopo alcuni anni passati ad esibirsi in vari club, nel 1973 esce il primo 45 autoprodotto, “Not Fade Away”, un singolo di Buddy Holly. Di lì a poco Rustey abbandona il gruppo: viene sostituito in pianta stabile da Neil Peart, che veste anche i panni di songwriter principale. Nel 1974 arriva il primo vero contratto discografico con la Mercury Records, con cui, lo stesso anno, esce l’album omonimo di debutto. Il trionfo a livello planetario sopraggiunge con la seconda fatica discografica, “Fly By Night” (Mercury, 1975), con cui i tre polistrumentisti appongono in modo indelebile la propria firma nell’albo del prog-rock d’alta scuola. E gli album successivi ne sono la conferma: sempre del ’75 è il bellissimo “Caress Of Steel”, mentre nel 1976 viene rilasciato “2112”, EP che segna l’inizio di un’incredibile successo testimoniato dai successivi 20 dischi d’oro e di platino consecutivi. Una carriera che dura quindi da 30 anni, nel corso dei quali i Rush hanno realizzato qualcosa come 18 EP, e che viene celebrata quest’anno con l’uscita di “Feedback” (Atlantic), disco attraverso il quale la band si ripropone di offrire un proprio personale tributo a quei gruppi che ne hanno influenzato lo stile inconfondibile, da Eddie Cochran ai Cream di Clapton, passando per Who, Buffalo Springfield, Love e Yarbirds.
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