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Rumours
Pubblicato il 05/01/2016 alle 21:05:00
Un anno fa ci lasciava Pino Daniele, il ricordo della città di Napoli e del mondo della musica
di Sergio Cimmino
Il 4 Gennaio 2015 ci lasciava il grandissimo Pino Daniele tante le iniziative della città di Napoli e del mondo della musica ad un anno esatto dalla sua scomparsa.

Il 4 Gennaio 2015 ci lasciava il grandissimo Pino Daniele tante le iniziative della città di Napoli e del mondo della musica ad un anno esatto dalla sua scomparsa.

Può risultare sempre banale o dispersivo ricordare un maestro, un musicante, un poeta e un autore di immensa creatività come Pino Daniele, non perchè lo abbiano già fatto gli altri, ma semplicemente perchè rischiamo sempre di dimenticare qualcosa che ricordi la sua arte e il suo contributo fondamentale alla storia della musica italiana e partenopea. Partendo dal lontano, esattamente dai vicoli del quartiere San Giuseppe, precisamente Vico Donna Albina capiremo come il popolo di Napoli e la sua anima musicale si sia identificata e inpersonificata in quel rivoluzionario sound inventato da quel inarrivabile Mascalzone Latino dagli anni 70' sino all'ultimo giorno della sua tragica morte. I suoi primi lavori, testi, ma sopratutto idee nascono tra i vicoletti di un Napoli in pieno fermento musicale, che a differenza del resto dell'italia musicale stava dando via a quell'onda musicale e generazionale chiamata Neapolitan Power. C'erano artisti come Edoardo Bennato, Osanna, Rino Zurzolo, James Senese, e tanti altri ancora che muovevano i primi passi all'interno di un laboratorio creativo-musicale nato qualche tempo prima già con l'indimenticato Mario Musella i suoi The Showmen. In questo ribollire musicale, mosso dal fuoco della passione, ma sopratutto della ribellione Pino Daniele insieme a Rino Zurzolo e Enzo Avitabile si ritrova a suonare in piccolo gruppo chiamato i Bratacomiomachia insieme a Rosario Jermano, Rino Zurzolo e Enzo Avitabile. Già le sue doti di autore e musicista destaro la curiosità e lo stupore di suoi colleghi come Lino Vairetti degli Osanna e sopratutto di James Senese dei Napoli Centrale che lo volle nella sua band come bassista. Tra il 1976 e il 1977, arrivano gli anni della svolta per Pino Daniele. Arrivano i passaggi in Rai grazie al talent scout Renato Marengo e il primo singolo Che Calore con copertina in bianco e nero realizzata dallo stesso Vairetti. Ma la conferma e il disco che lo consegna alla storia della musica è Terra Mia del 1977 e il successivo Nero a Metà del 1980. Entrati di diritto come album fondamentali della storia della musica italiana rappresentano un autentico fenomeno di "sprovincializzazione" della canzone partenopea, quel sound, quelle strofe e quel ritmo racchiuse nel nome di "timburo'" univano il blues piu' americano ad un linguaggio napoletano mai ascoltato sino ad allora. Le chiavi del successo furono ripetute poi negli album seguenti Musicante 1984, Ferry Boat 1985, Schizzichea With Love 1988. Memorabile l'apertura del concerto di Bob Marley del 27 Giugno del 1980 a San Siro davanti a circa centomila spettatori. Nel album "Mascalzone Latino' del 1989 cè l'ingresso musicale negli anni 90' che lo vide protagonista assoluta anche nel mondo del cinema, grazie all'amicizia fraterna ed indimenticabile con il regista e attore Massimo Troisi, colonne sonore come "Quando" e "O ssaje comme fà o' core" scritta insieme allo stesso regista sono perle uniche per gli appassionati di musica. Sul finale degli anni 90' le collaborazioni con la tourneè insieme ad Eros Ramazzotti e Jovanotti ancora oggi ricordata come uno dei più grandi tour della musica italiana.


Nei suoi concerti del 1981 a Piazza Plebiscito e a quello di Cava dei Tirreni nel 1993 insieme ad Eric Clapton consegno' la musica partenopea al mondo rendendola universale sotto un unico linguaggio popolare. Gli anni 2000 sono la storia più recente di album come Medina del 2001, successo memorabile, e del Vai Mò Tour insime ai suoi amici di vecchi data Joe Amoruso, Tony Cercola, Tullio De Piscopo e tanti altri ancora.


La sua espressione e totalità artistica capace di raccogliere i generi musicali e le collaborazioni con musicisti più disparati,dal blues, ma anche ricordiamo allo stesso jazz, ha rappresentato sempre l'innovazione e l'arma vincente della sua musica. Dai versi "ribelli" contro il sistema politico negli anni 80' ,presente in brani come A'tazzulella è cafè, all'amore e alla denuncia presente in un capolavoro come Napul'è, scritto all'età di venti anni , Pino Daniele ha raccontanto nelle sue canzoni, o meglio storie, la trasformazione, le facce, gli aneddoti, e le immagini di un popolo che ha camminato con lui in circa quarant'anni di musica, e percio' oggi risulta impossibile dimenticarlo, perchè tale è la sua grandezza che non riusciamo ad immaginare e riconoscere la sua mancanza.


E' stato il più grande di tutti, in tutte le angolazioni e a 360 gradi. La sua impronta rimane indelebile non solo nella musica, ma anche nel linguaggio che lo stesso popolo ha assunto inserendole nel proprio lessico quotidiano. La stessa città che ieri lo ha ricordato diffondendo la musica nelle stazioni di funicolari e metrò, gli ha dedicato una strada "Via Pino Daniele", gli ha tributato un flash mob con oltre centomila persone, gli ha scritto omaggi editoriali come quello dei giornalisti Carmine Aymone e Michelangelo Iossa "Napul'è i luoghi di Pino Daniele", speciali radiofonici come quello della neonata web radio partenopea "Onda Web Radio" in onda oggi e domani, gli ha tributato speciali delle maggiori testate giornalistiche campane come "Il Mattino" e "Corriere del Mezzogiorno" e tantissime altre iniziative che verranno come quella di realizzare un museo interamente a lui dedicato. In tutto questo non vanno dimenticati gli omaggi ad un anno dalla scomparsa come quello di Jovanotti che ha pubblicato sulla sua tv personale uno spezzone del concerto dello scorso luglio in cui ha omaggiato l'immenso cantautore insieme a James Senese ed Eros Ramazzotti. A testimonianza che Napoli non ha perso mai il suo "guaglione" e lo terrà sempre stretto accanto a sè con la sua leggendaria sei corde.


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