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Recensioni |
Pubblicato il 12/08/2007 alle 18:46:45 | |
Adriano Celentano - 50 anni da ribelle (Editori Riuniti)
Un ottimo libro, scritto da Sergio Cotti, che racconta (non senza risparmiare critiche quando necessario) mezzo secolo di canzoni, aneddoti, incursioni nel cinema e nella televisione… insomma, tutto ciò che ha caratterizzato l’arte del Molleggiato.
Era il 18 maggio 1957 quando il mondo conobbe Adriano Celentano per la prima volta. Intendiamoci, il Molleggiato era nato già da 19 anni, ma lo spartiacque tra il prima e il dopo, tra l’inizio della sua folgorante carriera musicale e un’esistenza – fino a quel momento – da perfetto sconosciuto, è da individuare e racchiudere proprio in questa data, quando Celentano si esibì al Primo Festival del Rock and Roll, in quel di Milano (Palazzo del Ghiaccio). Fu il delirio. Ed è proprio da quel preciso istante che parte l’ottimo libro di Sergio Cotti, “Adriano Celentano – 50 anni da ribelle”, pubblicato da Editori Riuniti per la collana “Momenti Rock”. Il volume, scritto in maniera interessante e dettagliata, racconta (non senza risparmiare critiche quando necessario) mezzo secolo di canzoni, aneddoti, incursioni nel cinema e nella televisione… insomma, tutto ciò che ha caratterizzato l’excursus artistico di Adriano Celentano, fra infinite polemiche e geniali trovate. Cotti, che del Molleggiato è un esperto avendo fondato e presieduto “I figli della foca”, unico fan club ufficialmente riconosciuto dallo stesso cantante milanese, ci conduce in un viaggio straordinario alla scoperta di un personaggio assolutamente unico, che in ogni cosa che ha fatto ci ha messo il cuore, anche rischiando di sbagliare in prima persona. Celentano è stato il primo a portare il rock in Italia, ed è ancora oggi uno che divide il pubblico senza mezze misure: o lo si ama, o lo si odia. Con le testimonianze di Enzo Jannacci e Bruno Gambarotta a fare da introduzione al libro, “50 anni da ribelle” permette, a chi è un neofita dell’opera celentaniana, di farsi una cultura svelando particolari che neanche ci si aspetterebbe, ma al tempo stesso consente, al fan più esaltato, di scovare tanti piccoli elementi di curiosità, anche per rivivere meglio le varie epoche della storia. Si parla dei collaboratori di Adriano, si riportano episodi di cronaca che non sconfinano mai nel gossip ma servono ad inquadrare meglio la situazione di cui si sta discorrendo, e soprattutto si analizzano le immortali canzoni del Molleggiato, addentrandosi in quei testi che hanno sempre rappresentato una parte importante nella sua produzione. Si passa, così, dalla spiritosaggine tipica dei primi rock’n’roll all’amore che, negli anni ’60, comincia pian piano a lasciare spazio ai sermoni impegnati, fino ad arrivare al periodo iper-attivo degli anni ’70, agli altalenanti anni ’80 che furono però contrassegnati dal celeberrimo Fantastico 8, fino alla crisi di popolarità degli anni ’90 e la rinascita degli ultimi tempi, a suon di Mina e Mogol-Gianni Bella. In coda al libro troviamo l'elenco integrale dei 45 giri e degli album, la filmografia ed alcune appendici sul rapporto di Adriano con la tv, i giornali e… la Russia. Immancabile anche un capitolo sul Clan, la prima etichetta discografica indipendente ideata nel 1961 e che oggi rappresenta, orgogliosamente, l’ultimo baluardo italiano contro lo strapotere delle major. Da segnalare, infine, alcune pagine sulla genesi de “I figli della foca”, organo che oggi non esiste più ma senza il quale probabilmente questo libro non sarebbe mai stato possibile.
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