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Recensioni |
Pubblicato il 11/10/2006 alle 09:54:09 | |
Bruce Springsteen - Palalottomatica Roma - 10 ottobre 2006
Bruce Springsteen infiamma il Palalottomatica di Roma nell'ultima data del tour italiano. In evidenza i brani di “We Shall Overcome”, ma anche belle versioni di "The River", "Atlantic City" e "Growin Up".
Dal vivo Bruce Springsteen non ha rivali. Lo ha dimostrato anche nel concerto che ha tenuto martedì 10 ottobre a Roma, ultima tappa del suo lungo tour italiano. Una dimostrazione, volendo, ancora piu' clamorosa perché in questi concerti il boss e' molto diverso da quello che da 30 anni e' un simbolo del rock'n’roll. Come lui stesso ha raccontato, l'atmosfera che porta sul palco e' quella delle feste di campagna, la stessa che pervade “We Shall Overcome”, il suo ultimo album in cui rende omaggio alla musica di Pete Seeger. Una svolta musicale che, dopo un primo momento di perplessita’ da parte dei fan piu' intransigenti, alla fine ha messo d’accordo tutti. Si può affermare che questo nuovo show e' l'evoluzione diretta delle sue prove acustiche, dove però sostanzialmente era da solo. Qui, invece, sul palco sono 17 elementi che suonano violini, basso tuba, trombone, tromba, sassofono, banjo, pedal steel guitar, pianoforte e batteria. Pete Seeger e' ancora oggi, a 87 anni, un simbolo di impegno di sinistra e le sue canzoni, prima fra tutte “We Shall Overcome”, sono state e sono inni alla pace e all'eguaglianza sociale. Ovvio che in mano a Bruce, artista sensibile a temi simili, acquistino un’intensità speciale anche quando vengono trasformate in una sorta di combinazione tra le gighe irlandesi, New Orleans e il piu' puro country americano. Del Bruce classico si ascoltano brani come “Atlantic City” (in stile rockabilly), “The River” e la struggente “Growin’ Up”. Per il resto la scaletta e' composta quasi interamente dai pezzi dell'ultimo album: “John Henry”, “Jesse James”, “Old Dan Tucker” (secondo brano in scaletta che, a sorpresa, e’ stato cantato in anticipo dagli oltre 11 mila del Palalottomatica). Dove diventa veramente irresistibile e' in “Pay Me My Money Down”, così come in quando trasforma la sua orchestra in una sorta di versione di Count Basie. Springsteen ha dimostrato il suo incredibile carisma appropriandosi di “When The Saints Go Marcing In”, il brano cardine del jazz di New Orleans che lui interpreta come una preghiera laica. Finale con ''American Land'', il nuovo ritratto dell'America d'oggi che Springsteen descrive come un posto dove i valori democratici sono sotto attacco. Grande serata, anche se, a sentire i fan della prima ora, di questo tour italiano, composto da ben sette date, i concerti migliori restano quelli di Verona e Perugia.
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