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Recensioni
Pubblicato il 15/03/2014 alle 20:08:57
Cristiano De Andrè, dopo i successi sanremesi si conferma con il suo tour
di Giuseppe Panella
Cristiano De Andrè, a distanza di quattro anni, si conferma artista vero in un concerto diviso tra passato e presente

CRISTIANO DE ANDRE'
"Come in cielo così in guerra tour"
Teatro Garden - Rende
14/03/2014

L’ultima volta che ho ascoltato Cristiano De Andrè dal vivo è stato in occasione del suo tour “De Andrè canta De Andrè”. Era il 2010. E’ stato quello il momento in cui è giunta la riconciliazione con la figura del padre e con sé stesso. Seppur tardiva, la fase di recupero di un rapporto vissuto con qualche difficoltà come uomo e come artista, ci aveva restituito un artista vero, non più condizionato dalla figura ingombrante del padre, del quale è sicuramente il migliore interprete dell’eredità ricevuta.
Il tempo trascorso non ha mutato le qualità di Cristiano che di diritto è entrato a far parte del circolo esclusivo dei grandi nomi della musica italiana. Conferma avvenuta ieri sera al Teatro Garden di Rende durante il concerto organizzato da Ruggero Pegna, ultima data del tour “Come in cielo così in guerra”, titolo del suo ultimo album.
Essere figlio di un artista di tale importanza, porta alla inevitabile conseguenza di un confronto impossibile. Nonostante alcuni punti in comune, però, Cristiano vive di luce propria e il concerto diviso in due parti lo dimostra ampiamente.
E’ un De Andrè visibilmente motivato quello che si presenta sul palco. La sua voglia di fare musica, di condividerla con il suo pubblico traspare sin dalle prime note di “Non è una favola”. Con una esecuzione fedele alla scaletta del cd, eccezion fatta per le esclusioni di “Disegni nel vento” e “Sangue del mio sangue”, De Andrè si impadronisce della scena. La band è la stessa del precedente tour e riesce ad essere all’altezza con un suono potente e preciso, cui manca la presenza importante di Luciano Luisi, che avrebbe dato agli arrangiamenti un’anima vera. Incomprensibile la scelta di non avvalersi del talento del tastierista, senza il quale ne viene fuori un uso massiccio delle basi preregistrate che creano un’atmosfera surreale.
Apprezzabile comunque ogni brano presentato, alcuni dei quali si è distinto per una bellezza naturale. E’ il caso delle sanremesi “Il cielo è vuoto” e “Invisibili”, di “Il mio esser buono” e della suggestiva “Ingenuo e romantico”.
Nella seconda parte il concerto spicca il volo. I brani di Fabrizio De Andrè vengono “vestiti” da Cristiano come fossero stati composti da lui. Partendo da “Ottocento”, ogni canzone diventa sua; un passato riletto con grande attenzione, oscillando tra tributo e originalità.
E' questa la grande lezione che riesce a impartire De Andrè jr. quando esegue brani come “Se ti tagliassero a pezzetti”, “Nella mia ora di libertà” e “Smisurata preghiera”, ai quali viene conferito un taglio potente e molto rock.
Ma non basta. Nel momento in cui fanno “capolino” i classici, tutto assume un sapore diverso. Seduto al pianoforte esegue una appassionata versione di “Verranno a chiederti del nostro amore”. Un attimo di intensità che viene incalzato dal nuovo vigore assunto da “Un giudice”, “Creuza de ma”, “La canzone di Marinella”, Quello che non ho” e dalla conclusiva “Fiume Sand Creek”.
Sembrerebbe tutto concluso, ma De Andrè non si risparmia e dopo la sua “Notti di Genova”, chiude con il botto finale de “Il pescatore”.
Soddisfatto per l'esibizione, il cantante ha salutato il suo pubblico dopo aver ricevuto la “Medaglia Unical”, riconoscimento del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università della Calabria attribuito a nomi della Cultura nazionale e internazionale, consegnatagli per i testi delle sue canzoni e la “bellezza” della sua musica dal professore Fanelli del corso di laurea in DAMS.

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