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Pubblicato il 17/11/2018 alle 15:27:02
Mumble Rumble – Insidious Inside (Latlantide/Edel) Bologna non è mai banale
di Gianni Della Cioppa
Sono passati quasi trenta anni, ma le Mumble Rumble non hanno ceduto di un solo passo e il loro rock è ancora tosto e ribelle, esattamente come agli esordi. Anzi di più.

Sono passati quasi trenta anni, ma le Mumble Rumble non hanno ceduto di un solo passo e il loro rock è ancora tosto e ribelle, esattamente come agli esordi. Anzi di più.

La storia è uguale a quella di tanti altri gruppi, c’è aria di ribellione a Bologna, indipendente dal periodo. Ecco perché gli anni ’90 da cui partono le Mumble Rumble non sono così diversi dai mitizzati ’70, di Skiantos e Radio Alice. In fondo tutto è sempre rivolta e sommossa, cambiano le modalità, cambiano i suoni, ma lo spirito è il medesimo.

All’epoca le Mumble Rumble si guadagnano in fretta la stima della critica e della scena rock indipendente italiana. Vincono “Arezzo Wave” del 1992, suonano con Motorhead, Fugazi, NoFX e in festival vari, cose che lasciano il segno e fanno sperare in qualcosa di più di complimenti e belle parole, che leggono in vari libri ed enciclopedia dovevo vengono inserite. Ma in Italia nulla cambia e così le Mumble Rumble, che nel giro di una ventina di anni da cinque restano in quattro, cambiano cantanti e bassista a rotazione, ma trovano comunque la lucidità per pubblicare tre album che regalano un rock lucido e strutturato, mai banale, con l’istinto killer, mescolando punk, indie e garage.

L’ultima rivoluzione arriva con questo nuovo “Insidious Inside”, dove accanto a Cristina Atzori alla batteria e Tiziana Govoni alla chitarra, troviamo Erica Martini al basso e Meltea Keller al canto, salite in carrozza negli ultimi anni, in particolare modo quest’ultima, nota anche come scrittrice e traduttrice nel giro dell’editoria musicale.

Le dieci tracce dell’album portano avanti con rigore il senso del rock multi cromato della band bolognese. “Season Of The Wirches” è spettacolare nei suoi intrecci di chitarre, “Lancillotto”, “Pandora”, “Schicksal” corrono a scatti tra echi di Nina Hagen, alt rock spigoloso e un tocco pop chitarristico alla Garbage, che abbraccia melodie lineari, senza giocare facile.

Ma quando pensi di aver focalizzato lo stile, ecco che arriva in chiusura una spiazzante “Per N.”, immaginiamo una sorta di messaggio in codice per qualche stronzo/a, che si è meritato un rovente punk new wave che rievoca la stagione britannica degli anni ’80, quando il rock da quelle parti era fermento e rivoluzione, esattamente come la Bologna di ieri e forse di domani.

In questo pezzo, come nell’iniziale “Intro” le Mumble Rumble utilizzano l’italiano, la soluzione dove, a mio parere, appaiono più sicure e lucide, rispetto al più sfruttato inglese.

Si tratta tuttavia di dettagli, perché “Insidious Inside” arde di una fiamma intensa, tenuta viva da un approccio sincero, dove energia e rabbia non sono contorno, ma sostanza.







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