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Pubblicato il 30/09/2004 alle 17:14:39
Fiorello e le cover a modo suo
di Antonio Ranalli
Presentato a Roma “A modo mio”, il nuovo album di Fiorello, che rilegge per l’occasione brani di Mina, Lucio Battisti, Paolo Conte e Pierangelo Bertoli.

Dice che se non fosse stato per sua moglie avrebbe abbandonato lo spettacolo già da un pezzo. Rosario Fiorello è un ragazzo decisamente allegro, che con un solo sguardo ti contagia con tutto il suo entusiasmo. Alla vigilia dell’uscita in tutti i negozi di dischi del suo nuovo album “A modo mio” (Bmg), l’artista ha raccontato ai giornalisti di questo nuovo progetto, che lo vede interpretare, con una grande orchestra diretta dal maestro Enrico Cremonesi, una serie di capolavori della musica italiana, come “Città vuota” di Mina (il primo singolo) a “Il mio canto libero” di Lucio Battisti, passando per “A muso duro” di Pierangelo Bertoli, “L’anno che verrà” e “Piazza Grande” di Lucio Dalla, “You Are The Sunshine Of My Life” di Stevie Wonder e persino un duetto con Max Pezzali in “Sei un mito”. Ne è passato di tempo dai tempi di “Veramente falso” e “Nuovamente falso” gli album in cui il nostro si dilettava ad imitare alcuni illustri cantanti italiani. “A modo mio” rappresenta un momento di grande maturità per lo showman: non più artisti da imitare, ma canzoni da reinterpretare con gusto e classe, secondo una formula che Fiorello ha già collaudato nei suoi spettacoli, come “Stasera pago io – Revolution”. Abbiamo incontrato l'artista in un'affollata conferenza stampa, dove ha intrattenuto i giornalisti anche con una serie di esibizioni musicali.

Sarebbe stato più logico far uscire un album in concomitanza con uno spettacolo televisivo. Eppure “A modo mio” esce dopo i tuoi recenti show. Da cosa è partita l’idea di fare uscire l’album?

Bisogna sicuramente partire dal presupposto che in questo momento faccio televisione. Per questo qualcuno potrebbe dirmi di fare un disco prima del programma. Invece questo album è stato dettato da una scelta di cuore. Il disco può essere visto come il seguito del programma televisivo. L’idea era quella di incidere alcuni capolavori italiani dei nostri autori più rappresentativi. Lo abbiamo fatto per divertirci. Del resto a me piace cantare, e questo sono le canzoni che mi piacerebbe ascoltare. “Città vuota”, per esempio, è un brano che venne inciso da Mina due volte, prima negli anni ’60 e poi nei ’70. Una canzone che io gettonavo sempre al juke boxe. Insomma, un album dettato da una scelta artistica, e non per motivi di vendite. Fosse per me mi accontenterei di vendere anche 15 mila copie.

Molto curioso anche il videoclip girato per “Città vuota”, dove è facile trovare un accostamento a Domenico Modugno. Che ne pensi?

Tra le varie cose che si devono fare quando si realizza un video, c’è anche la realizzazione del videoclip. Io sono di una pigrizia che non si può immaginare, per questo mi spavento quando mi dicono che bisogna girare per tre giorni. Poi però sono il primo ad impegnarmi sul set. Per “Città vuota” avevamo pensato di rendere protagonista nel video una famiglia degli anni ’60, che si ritrova a guardare la televisione. E sullo schermo della televisione ci sarei dovuto essere io che faccio il playback. Dico ci sarei, perché poi le cose sono cambiate. Nel senso che un giorno stavamo facendo uno spettacolo a Palermo e mi era venuta in mente l’idea di mostrare al pubblico il video che avevamo girato. Mi avevano però detto che il video non era ancora montano, e che era pronta solo la parte relativa al momento in cui faccio il playback. E allora ho pensato di far vedere al pubblico questa parte. In quel momento ho capito che quella sarebbe stata il video. Alla fine della scena della famiglia è rimasto ben poco…

Tra i brani presenti nell’album c’è anche “A muso duro”, uno dei classici di Pierangelo Bertoli. Tra l’altro questo pezzo sarà presente anche in un album tributo all’artista di Sassuolo…

E’ una cosa a cui tengo molto. Il pezzo “A muso duro” lo faccio dal vivo da almeno due anni, e lo utilizzavo come chiusura dello spettacolo “Fiore, nessuno e centomila”. Per questo l’ho inciso per questo album. Poi è successo che Caterina Caselli, che sta realizzando un album tributo a Pierangelo Bertoli, ha chiesto di poterlo inserire in questo progetto. E la Bmg è stata molto disponibile a dare l’autorizzazione. Ritengo Pierangelo Bertoli un grande artisti. Ogni volta che dal vivo eseguivo “A muso duro” facevo comparire sullo schermo la dedica “A Pierangelo Bertoli, cantautore troppo presto dimenticato”. Mi è sembrato, posso anche sbagliarmi, che rispetto ad altri artisti scomparsi, come Lucio Battisti e Fabrizio De Andrè, Bertoli sia stato poco ricordato.

Che cosa è rimasto del Fiorello del passato, quello con il codino e di “Spiagge e lune”?

Penso che senza il passato non sarei quello di oggi. Questo vale sia per le cose belle che per quelle brutte che ho fatto. Oggi sono più sereno e tranquillo, anche nel lavoro che faccio. Quando ti ritrovi a 15 anni a fare l’animatore in un villaggio turistico e poi ti ritrovi catapultato in televisione a Dj Television, con oltre 1000 persone che ti aspettano sotto caso, devo dire che l’impatto è stato devastante. Avrei preferito arrivarci per gradi al successo. Poi ho fatto il “Karaoke”, che è stato un fenomeno di costume, il Festivalbar per arrivare fino ad oggi. Mi sono ritrovato anche a fare un quiz, che non corrispondeva a quello che a me sarebbe piaciuto fare, cioè cantare e far ridere le persone. Poi è arrivato Bibi Ballandi che mi ha proposto di fare il sabato sera.

Pensi che continuerai a fare sempre questo lavoro?

Io la passione ce l’avrò sempre. Non credo che sia un problema di età, distinguere tra vecchi e giovani. Per esempio non comprendo quello che la Rai ha fatto a Pippo Baudo. Per quanto riguarda la musica mi piacerebbe fare gli album alla maniera di Fausto Papetti, che usciva ogni anno con tre album con i successi del momento.

Hai mai pensato di fare un album con brani inediti?

Non ne sento la necessità. E poi sarebbe un pretesto per fare il Ramazzotti della situazione. Se proprio dovessi farlo, mi piacerebbe cantare canzoni scritte da me, ma non ne sarei capace. Ad oggi l’unico brano mio che ho inciso è stato “La forza dentro me”, che venne incluso nell’album “Saro Fiorello”.

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