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Pubblicato il 03/08/2011 alle 13:00:32
Stefano Bollani Megamix per Tones on the Stones
di Nicola DeRio
Alla chiusura della Rassegna Tones on the Stones parliamo della bella e megamixiana performance del pianista jazz italiano, forse più amato e conosciuto, Stefano Bollani.

Si è oramai chiusa l’edizione 2011 de Tonoes on the stones, rassegna organizzata nelle cave del Verbano Cusio Ossola.
Questa rassegna arrivata alla quarta edizione, fin dal 2007 ha come vero e proprio punto di forza, la scelta degli scenari naturali che divengono cornici sceniche speciali da rendere unico ogni spettacolo.
Si sa però che la Natura può essere capricciosa e quest’anno, il clima così poco estivo, ha visto saltare e/o rimandare molti eventi.
Di uno in particolare vogliamo parlare. La grande serata all’insegna del jazz made in Italy con un pianista eccezionale e conosciutissimo, Stefano Bollani.

Il suo concerto era previsto per Venerdi 22 Luglio ma a causa della pioggia e grazie alla disponibilità del’artista è stato posticipato a Domenica scorsa.
Questa piccola nota per evidenziare un piccolo dettaglio che ci è parso non banale nel talvolta divismo imperante. Se aggiungiamo che, ma credo sia cosa nota, è un artista tecnicamente impeccabile, capace di reggere un concerto di circa due ore con il suo piano solo, improvvisando e mescolando i brani richiesti al buio dal pubblico, senza l’ausilio di partiture, con un’umiltà e simpatia.
Beh converrete con me che non si è proprio difronte a un artista tra i tanti, seppur bravi, di una scena ritenuta non certo popular

Ma stiamo ai fatti...
Al calar della sera la cava di Varzo, cittadina poco lontano da Domodossola, si colora delle luci sceniche e le corde del pianoforte vibrano nell’aria a sfidare il cielo carico di pioggia e l’aria fredda delle montagne. Tra il pubblico abbondano le giacche a vento e i berretti, ma fin dalle prime note si capisce che la temperatura di lì a poco salirà e così è stato in un continuo e vorticoso andare di melodia e brani tra i più classici e famosi della tradizione italiana. Già perché quest’anno la manifestazione è stata incentrata sull’unità d’Italia e come lo stesso Bollani ha ricordato, il suo voleva essere un omaggio ai più famosi e importanti compositori e interpreti del 900.
Come ho anticipato la bravura nell’interpretazione jazz di brani tipici della canzone italiana colpisce anche i meno appassionati. Bollani suona con tutto il corpo, con i gomiti e perfino con un fazzoletto blu a simulare un’isterica colf alle prese con la polvere sulla tastiera.
Una sfida divertente capire il titolo dei brani, sebbene famosi, proposti con arrangiamenti sincopati in tempi impossibili e con incroci armonici ingannevoli. Talvolta è stato più facile perché troppo evidenti, talvolta perché presentati dallo stesso Bollani. Temi dalle musiche di Amarcord di Nino Rota e da Giu la testa di Morricone. C’è anche stato spazio per i grandi della commedia musicale italiana come Gorni Kramer con Domenica e sempre Domenica e Armando Trovajoli con Roma nun fa’ la stupida sta sera.
Non poteva mancare un omaggio a Lelio Luttazzi, a Renato Carosone e a se stesso, come il pianista ha voluto simpaticamente ricordare, con un suo brano 17 ore dall’album L’orchestra del Titanic.

Il tempo è volato come le dita di Bollani sulla tastiera, come le ali di due rapaci che con il loro saluto roco sparivano nella notte. Il pubblico fermo come le macchine della cava si rianimava ad ogni fine brano con entusiasmo. Lo stesso dimostrato dai pipistrelli che ad ogni cambio di colore si intravedevano sulle pareti ora gialle ora verdi ora rosse.

Velocemente, dicevo, si è arrivati al bis, ed è stato proprio in quest’ultima parte dello spettacolo che Bollani, come è solito fare ha colpito per l’estro, la fantasia e la capacità tecnica. Si perché, improvvisare su brani proposti dal pubblico non è roba da tutti. Per di più imitando artisti come Allevi, momento tra i più divertenti.
Un frullatore di motivi e canzoni, un megamix di brani famosi della canzone italiana, arditi accostamenti tra Battiato, Tenco e il motivo del cartone animato Heidi. Cos’altro aggiungere su chi a fine spettacolo cammina tranquillamente tra il pubblico, firma autografi, scambia due chiacchiere con i fan, in tutta calma?

Ringraziamo lo staff di Tones on the Stones per la collaborazione e per la buona organizzazione logistica e tecnica, cosa molto complessa data la singolare location.










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