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Comunicati
Pubblicato il 13/11/2014 alle 10:49:39
Roma Jazz Festival 2014 Swing & New Deal dal 14 al 30 novembre
di Alessandro Sgritta
Dal 14 al 30 novembre all'Auditorium Parco della Musica torna il Roma Jazz Festival, che quest'anno ha per titolo Swing & New Deal: tra gli ospiti D.Holland, J.Lovano, F.Bosso, E.Rava, F.D'Andrea, D.D.Bridgewater, Piji, B.Lagrene, Orchestra Operaia.

Dal 14 al 30 novembre all'Auditorium Parco della Musica torna il Roma Jazz Festival, che quest'anno ha per titolo "Swing & New Deal": tra gli ospiti Dave Holland e Kenny Barron (nella foto), Jason Moran e Robert Glasper, Joe Lovano e Dave Douglas, Fabrizio Bosso, Enrico Rava, Franco D'Andrea, Dee Dee Bridgewater, Piji, Bireli Lagrene, Orchestra Operaia.

Ritorna all’Auditorium Parco della Musica il Roma Jazz Festival, uno dei festival più attesi dell’anno, giunto alla 38° edizione, dedicato quest’anno allo swing.
Swing nei festival, nei raduni, nelle scuole di musica. E ancora, gare di swingers, tributi di Jazzisti navigati e di nuovi talenti a Duke Ellington, Count Basie, George Gershwin.. e ancora, musical, revival, sia in Italia che in Europa. Una vera rinascita! Ma lo swing, in America, non era nato proprio in concomitanza con il crack di Wall Street del 1929? Non era forse divenuto la colonna sonora parallela alla politica del New Deal, impellente fonte di svago ed evasione per l’uomo di strada, che calpestando il parquet delle sale da ballo danzava e dimenticava tutti i problemi con quella musica irresistibile? In fondo la musica, lo sappiamo, ha anche una funzione curativa, energizzante, è un potente linguaggio espressivo, ed è sempre specchio dell’epoca che attraversa. E allora è quasi una certezza che non sia un caso il riaffacciarsi dello swing in questi nostri ultimi anni di crisi economica. Uno swing vivido, multiforme, riproposto in alcuni casi fedelmente, o come affascinante restyling di brani pop, o remixato in chiave House o Elettronica, così vicine alle nuove generazioni. Piace, piace lo swing, si diffonde a macchia d’ olio, e ricomincia a far danzare, divertire, tamburellare le dita, segnare il tempo “in levare”.. Il Roma Jazz Festival vuole cogliere questo movimento culturale spontaneo e vivace. E dunque via allo swing! Concerti, film, conferenze e eventi danzanti che lo proporranno sotto ogni aspetto e forma d’espressione. Si parte dalla relazione tra il Jazz e il ballo, il Jazz e l’economia, ma anche da due importanti ricorrenze: il 40° anniversario della scomparsa di Duke Ellington, ancora considerato uno dei più importanti compositori di tutta la storia del jazz, e i 70 anni della liberazione di Roma da parte delle truppe anglo-americane. Ascoltando musica dal vivo, ballando, divertendovi, comprenderete la portata sociale di questo nuovo fenomeno che sta attirando irresistibilmente le giovani generazioni, e che sta catalizzando nuovamente l’attenzione degli appassionati di Jazz. E voi, siete pronti allo swing?


PROGRAMMA:

Venerdì 14 Novembre Sala Petrassi ore 21
DAVE HOLLAND/KENNY BARRON

Kenny Barron, pianista, compositore e arrangiatore, a soli sedici anni si trovò ad accompagnare John Coltrane, prima di collaborare con i fratelli Percy e Jimmy Heath, Lee Morgan e Philly Joe Jones. Nel 1960 entrò nel gruppo di Yuseef Lateef e l'anno successivo accompagnò il veterano sassofonista James Moody a New York. Fra gli anni '60 e '70, Kenny Barron fu il pianista delle formazioni di Stanley Turrentine, Freddie Hubbard, Jimmy Owens e Milt Jackson. Alla fine degli anni '70, entrò nei gruppi di Buddy Rich e di Ron Carter. Negli ultimi anni si sono moltiplicate ulteriormente le collaborazioni, come quelle con Roy Haynes, Charlie Haden, Regina Carter. A partire dal 1992, è stato nominato ripetute volte ai Grammy Awards e per l'American Jazz Hall of Fame. Tratti distintivi del suo linguaggio pianistico, di derivazione boppistica eppure estremamente personale, sono un fraseggio incisivo e brillante, ma anche una cura quasi maniacale della sonorità.
Il percorso di Dave Holland è esemplare nel jazz moderno: chiamato giovanissimo da Miles Davis, lo incontriamo in documenti storici formidabili, legati alla svolta elettrica del trombettista. La coraggiosa decisione di allontanarsi dalla corte di Davis per intraprendere strade proprie lo vede impegnato in numerosi contesti. All'inizio degli anni Settanta, fu importante l'episodio del quartetto Circle, con Chick Corea, Anthony Braxton e Barry Altschul, che attuò un'interessante commistione di sperimentalismo e forza comunicativa. Nel 1972 venne la prima registrazione come titolare, “Conference of the Birds”, con Braxton e Sam Rivers ai sassofoni: un album che ancora oggi mantiene una formidabile freschezza.
Pur continuando le sue collaborazioni ad alto profilo, che lo hanno visto spesso al fianco di Herbie Hancock, Pat Metheny, Betty Carter, Roy Haynes e Jack DeJohnette, Holland disegna da almeno trent'anni una propria coerente mappa artistica, coniugando un elegante classicismo a soluzioni avanzate, fino ad assumere le forme di un quintetto che ha raggiunto vertici esemplari per coesione, originalità e potenza espressiva.
BIGLIETTO UNICO 22 EURO

Sabato 15 Novembre Sala Petrassi ore 18
UNITED STATES NAVAL FORCE EUROPE JAZZ ENSEMBLE

United States Naval Force Europe Jazz Ensemble, per un concerto molto singolare che porterà in scena la tradizione jazz, classica e swing dell'America degli anni ’30 e ’40. Quella musica che negli anni della guerra ha svolto un ruolo duplice, cadenzata e impetuosa nella marcia per ricordare la sottomissione e la disciplina, leggera e d’evasione, per esorcizzare la paura, quella invece ascoltata di nascosto dalle frequenze di Radio Londra. È la musica degli anni Trenta e Quaranta. Sono gli anni delle grandi invenzioni e delle mille innovazioni nel panorama musicale, quelle che poi getteranno le basi della musica futura, ma sono anche gli anni che portarono alla più grande tragedia della storia umana, gli anni della musica considerata in Europa «degenerata», della censura e della diffusione della musica «inoffensiva», in forte contrasto con quello che invece accadeva in America dove la radio era assolutamente libera e tutti potevano ascoltarla liberamente. Sono gli anni di George Gershwin e di Duke Ellington, gli anni dello swing che conquista intere generazioni, gli anni che, di lì a poco, vedranno riaccendersi pian piano le luci dei teatri anche in Italia, pronta dopo la guerra a rialzarsi e ripartire e a provare a dimenticare distruzioni e atrocità. Con il concerto di domani sera, affidato anche a sei donne soliste, si respirerà proprio quell'atmosfera fino al pezzo finale del repertorio
BIGLIETTO UNICO 5 EURO


Domenica 16 Novembre Sala Petrassi ore 21
3 COHENS SEXTET

Il management degli artisti ha appena comunicato che, a causa di un grave lutto familiare occorso ai fratelli Cohens, il concerto "3 COHENS SEXTET" previsto per il giorno DOMENICA 16 NOVEMBRE è stato ANNULLATO.
Chi avesse già acquistato il biglietto, può chiedere il rimborso dello stesso, a partire da domenica 16 novembre e fino a sabato 6 dicembre presso il punto vendita.

Anat Cohen, clarinetto, sax tenore; Yuval Cohen, sax soprano; Avishai Cohen, tromba; Yonathan Avishai, pianoforte; Reuben Rogers, contrabbasso; Jonathan Blake, batteria.
3 Cohens, la formazione composta dai tre fratelli Cohen, Anat, Avishai e Yuval è come un coro a cappella. Uno dei motivi per cui l'improvvisazione jazz emoziona sia gli esecutori, sia gli ascoltatori, è che con essa sembra come camminare sul filo del rasoio: si prendono dei rischi e la posta in gioco è alta. Il musicista può creare un'arte emozionante del momento, o cadere rovinosamente. Le improvvisazioni collettive innalzano la soglia del rischio, non è mai detto che più musicisti possano essere così in sintonia tra di loro. I 3 fratelli Cohen esplorano completamente questa strada, il loro repertorio varia da libere improvvisazioni a freschi pezzi originali, a classici di Duke Ellington, Thelonious Monk, Tadd Dameron, Art Farmer e Gerry Mulligan, oltre che a melodie associate a João Gilberto e Jo Stafford. La maggior parte dei brani vede i tre passeggiare su quella linea sottile senza rete, eseguendoli a cappella, senza alcuna sezione ritmica di supporto; inoltre essi si avventurano in una sequenza di "conversazioni" come libere improvvisazioni, componendo spontaneamente la musica in interplay, in uno sviluppo evolutivo per il gruppo. Anat Cohen, nata in Israele clarinettista e tenorsassofonista israeliana ma residente negli States, è celebrata in tutto il mondo per il suo virtuosismo espressivo, per non parlare della pura gioia di vivere nella sua carismatica presenza scenica. Le sue proposte musicali sono sempre particolarmente interessanti: ritmi latineggianti e arrangiamenti magistrali. Vivace e preparatissima al sax tenore, è però al clarinetto che dà il meglio, sfoderando un suono caldo e pastoso quanto personale e tecnica cristallina. Nel suo repertorio una serie globale di stili, dalla chanson creola di New Orleans e lo swing sempreverde di Artie Shaw, ai groove africani, al choro brasiliano, alla samba ed altro ancora.
BIGLIETTO UNICO 22 EURO


Lunedì 17 Novembre Sala Petrassi ore 21
JASON MORAN/ROBERT GLASPER

Jason Moran, vincitore come miglior pianista, miglior artista jazz e miglior album jazz del critics poll di Downbeat del 2011, definito da Rolling Stone “il pensatore più provocatorio del jazz di oggi”. Il suo stile combina in maniera originale elementi dello Stride piano, del jazz d’avanguardia, della musica classica e dell’hip hop. Nel 1999, il pianista prodigio e compositore Jason Moran fa anche il suo ingresso nella band New Directions che, composta da giovani star della scuderia Blue Note, parte per una tournée organizzata per il 60° anniversario dell’etichetta. La sezione ritmica della band - con Moran, Tarus Mateen al basso e Nasheet Waits alla batteria - sarà all’origine di uno dei trii con pianoforte più costantemente creativi nel mondo del jazz. Dieci anni dopo, il pionieristico trio, battezzato da Moran The Bandwagon, varca la soglia degli Avatar Studios di Manhattan per registrare Ten, l’album più deciso e indovinato della fortunata carriera di Moran.
Robert Glasper si è fatto notare nei primi anni dello scorso decennio per una musica che al jazz accosta con gusto le influenze della moderna black music. Pianista dalla solidissima preparazione, si propone oggi regolarmente in settings diversi e complementari: al tradizionale e classico piano jazz trio alterna infatti il gruppo Experiment, un quartetto dove l’influenza dell’hip-hop è più marcata ed evidente. Glasper è cresciuto nel Texas in una famiglia dove la madre era pure musicista, cantante e pianista di gospel nelle chiese battiste, di jazz e blues nei club e nei locali dell’area di Houston. La frequentazione di tali ambienti musicali costituisce la sua prima e basilare formazione del giovane Robert. Durante il perfezionamento alla New School University di New York, entrerà in contatto con musicisti di vaglia come il bassista Christian McBride, il sassofonista Kenny Garrett, il trombettista Roy Hargrove con i quali troverà i primi importanti ingaggi da professionista. Accanto a una ormai avviata carriera di jazzista, Glasper entra pure nel giro della nuova black music e inizia a lavorare con artisti di soul e R&B come Bilal ed Erykah Badu ed i rapper Mos Def, Q-Tip, Common, Talib Kweli.
L’esordio discografico come leader del 2004 intitolato Mood viene notato anche dalla Blue Note che lo scrittura per gli album Canvas, dell’anno successivo, e In my element del 2007. In tutti questi lavori elementi comuni sono un repertorio molto diversificato – da brani originali a riprese di Duke Ellington, Herbie Hancock, Radiohead.
BIGLIETTO UNICO 22 EURO

Martedì 18 Novembre Sala Sinopoli ore 21
SOUND PRINTS
Joe Lovano, sassofoni; Dave Douglas, tromba; Lawrence Fields, piano; Linda Oh, contrabbasso; Joey Baron, batteria.

Il compositore e sassofonista vincitore di diversi premi Grammy, Joe Lovano, e il trombettista Dave Douglas, nominato per due volte al Grammy, sono assoluti maestri dei loro rispettivi strumenti e, da tempo, fanno parte del gotha del jazz mondiale. Fin dalla loro collaborazione nell’acclamato disco “Trio Fascination: Edition Two” confermato poi nel più recente “Stolas” di John Zorn, Lovano e Douglas hanno dimostrato che le loro distinte e robuste voci possono guidare e spingere oltre l'idioma jazz sia dal punto di vista compositivo sia da quello improvvisativo pur mantenendo un forte legame con i maestri della generazione precedente alla loro.
Nel 2008, quando Lovano e Douglas erano i due leader della rinomata formazione SFJazzCollective, hanno iniziato a costruire un tributo all'icona vivente Wayne Shorter attraverso nuovi arrangiamenti di alcuni dei più famosi brani del noto sassofonista intervallati da brani originali composti seguendo la forte influenza della vena compositiva di Shorter stesso. Questo episodio ha funzionato da catalizzatore e ha spinto i due musicisti a concepire il Joe Lovano & Dave Douglas Quintet "Sound Prints", un gruppo stellare.
Sound Prints è un tributo alla musica di Wayne Shorter, con una rilettura dei suoi successi e brani inediti, studiati grazie alla preziosa collaborazione di Shorter stesso, ai quali il gruppo alterna anche molti brani originali traghettando il progetto dal semplice tributo a una convergenza creativa di diverse traiettorie musicali.
BIGLIETTO UNICO 25 EURO

Mercoledì 19 Novembre Sala Sinopoli ore 21
FABRIZIO BOSSO - "SWINGING DUKE"
Fabrizio Bosso, tromba; Julian Oliver Mazzariello, pianoforte; Luca Alemanno, contrabbasso; Nicola Angelucci, batteria;
con
Claudio Corvini, tromba; Fernando Brusco, tromba; Mario Corvini, trombone; Gianni Oddi, sax alto; Michele Polga, sax tenore; Marco Guidolotti, sax baritono. Arrangiamenti di Paolo Silvestri.

Il trombettista Fabrizio Bosso, straordinario e precoce talento è in possesso di uno stile forte e personale, che lo ha portato a collaborare tra i tanti con Charlie Haden, Dave Liebman, Enrico Pieranunzi e Carla Bley, e a realizzare una nutrita messe di lavori discografici di altissimo livello. Bosso ha collezionato nella sua carriera una quantità di riconoscimenti e di premi come miglior trombettista jazz italiano, oltre a un’infinità di concerti, partecipazioni a dischi di colleghi e a programmi televisivi, come ad esempio diverse edizioni del Festival di Sanremo. Questo concerto dedicato a Duke Ellington sarà uno degli eventi più attesi del Roma Jazz Festival, un progetto che offre un prisma di colori e note che rappresentano al meglio il talento artistico del giovane musicista. Insieme al quartetto la sezione di fiati, con il considerevole contributo agli arrangiamenti da Paolo Silvestri, per un risultato che promette di essere eccezionale.
Paolo Silvestri, arrangiatore, compositore, pianista ed autore di musiche per film e teatro. Collaboratore di Enrico Rava e Stefano Bollani, arrangiatore per Orchestra Sinfonica dei dischi di Ivano Fossati, direttore delle musiche del balletto Corto Maltese di Paolo Conte e di orchestre come l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, l’Orchestra Arturo Toscanini, la Roma Sinfonietta e l’Orchestra del Teatro Lirico di Cagliari. Ha scritto nuove versioni di quegli arrangiamenti del grande compositore Duke Ellington, adattandole alle straordinarie caratteristiche di Fabrizio Bosso ed ha lavorato per questa produzione espressamente agli arrangiamenti per la sonorità particolare della sezione dI fiati.
BIGLIETTO UNICO 18 EURO


Giovedì 20 Novembre Sala Sinopoli ore 21
ENRICO RAVA e PMJL PARCO DELLA MUSICA JAZZ ENSEMBLE
“My Songbook”
Enrico Rava tromba, flicorno; Mauro Ottolini trombone; Dan Kinzelman sax tenore; Daniele Tittarelli sax alto; Marcello Giannini chitarra elettrica; Giovanni Guidi pianoforte; Stefano Senni contrabbasso; Zeno De Rossi batteria.

Enrico Rava, la cui carriera ha raggiunto il traguardo del mezzo secolo, è il jazzista italiano più conosciuto e amato al mondo, un musicista rigoroso ma incurante delle convenzioni, la cui schiettezza umana e artistica lo pone al di fuori di ogni schema. Avvicinatosi alla tromba nel 1957, grande ammiratore di Miles Davis e Chet Baker, Rava comincia subito a suonare nei club torinesi. Nel 1962 conosce Gato Barbieri, al cui fianco due anni dopo incide la colonna sonora del film di Giuliano Montaldo Una bella grinta. In quegli anni incontra Don Cherry e Steve Lacy, con il quale suona in quartetto tra Londra e Buenos Aires; nel 1966, in Argentina, il quartetto registra l'album The Forest and The Zoo. Nel 1967 Rava è a New York, che per una decina d’anni sarà la sua residenza principale. Frequenta musicisti come Roswell Rudd, Marion Brown, Rashied Ali, Cecil Taylor, Charlie Haden e incide con la Jazz Composer's Orchestra di Carla Bley. Nel 1972 pubblica Il giro del giorno in 80 mondi, primo disco a proprio nome e uno dei più azzeccati titoli della storia del microsolco. Da allora collaborazioni e incisioni al fianco dei più prestigiosi musicisti europei e americani si sono susseguite a tambur battente, così come incessanti tournèe in Europa, in Giappone e nelle due Americhe. Il trombettista, da sempre impegnato nella valorizzazione dei più giovani e promettenti musicisti italiani, col tipico spirito critico da talent scout ha accettato la direzione artistica del Jazz Lab, affidatagli dall'Auditorium “Parco Della Musica" di Roma. Il PMJL Parco della Musica Jazz Lab, riunisce alcuni dei più interessanti musicisti affermatisi negli ultimi anni. Dopo essersi cimentato con la musica di Michael Jackson e Lester Bowie, il collettivo ha proposto Gershwin & More, dedicato al monumentale canzoniere di George Gershwin, autore di 15 opere classiche, 33 musical teatrali e sette cinematografici (tre furono pubblicati postumi). Il suo songbook di più di 700 canzoni contiene capolavori come “I Loves You Porgy”, “It Ain't Necessarily So”, “Summertime” e “The Man I Love”, che Rava mette a disposizione di un ensemble formato da musicisti tra i più interessanti delle nuove leve.
BIGLIETTO UNICO 20 EURO


Lunedì 24 Novembre Teatro Studio Gianni Borgna ore 21
FRANCO D’ANDREA THREE
Franco D’Andrea, piano; Daniele D’Agaro, clarinetto; Mauro Ottolini, trombone.
“Traditions Today”

Franco D’Andrea è una vera stella del Jazz. Di tutto il Jazz, e non solo di quello italiano: pianista, musicista, compositore, da cinquant’anni porta in tutto il mondo la sua musica profonda, intensa, di grande respiro, e anche inusuale, nuova, divertente, sempre densa di spunti e di idee. I suoi incontri artistici annoverano nomi come Gato Barbieri, Lee Konitz, Phil Woods, Enrico Rava, Aldo Romano, Dave Liebman e molti altri: non a caso l’anno scorso ha ricevuto il premio alla carriera da parte della rivista “Musica Jazz” ed è stato incoronato musicista europeo dell’anno dall’Académie du jazz de France. Nel concerto che vi proponiamo scoprirete proprio quanto può essere affascinante un trio atipico: pianoforte, clarinetto e trombone. La singolare e affascinante intuizione è l’accostare il suo pianoforte a due soli strumenti a fiato che rappresentano le ance e gli ottoni di una banda musicale: una specie di “band concentrata” che, sfruttando i due timbri opposti di clarinetto e trombone e l’apporto ritmico ed armonico, oltre che melodico, del piano, percorrerà in chiave moderna il Jazz tradizionale, lo swing, l’improvvisazione anche contrappuntistica.
BIGLIETTO UNICO 15 EURO

Martedì 25 Novembre Sala Sinopoli ore 21
DEE DEE BRIDGEWATER
Dee Dee Bridgewater, voce; Theo Croker, tromba; Irwin Hall, flauto e sassofoni; Sullivan Fortner, pianoforte; Eric Wheeler, contrabbasso; Kassa Overall, batteria

Lungo il corso della sua poliedrica carriera che attraversa quattro decenni, la leggenda del jazz Dee Dee Bridgewater, vincitrice di Grammy e Tony Awards, ha raggiunto i più alti livelli musicali, regalandoci la sua interpretazione unica di standard, ma anche facendo intrepidi salti di fede rivisitando i classici del jazz. La carriera della Bridgewater ha sempre gettato dei ponti tra i diversi generi musicali. Si è guadagnata la sua prima esperienza professionale come membro del leggendario Thad Jones/Mel Louis Big Band, e attraverso gli anni Settanta si è esibita con grandi del jazz come Max Roach, Sonny Rollins, Dexter Gordon e Dizzy Gillespie. Dopo aver firmato con l’Universal Music Group come produttrice, ha pubblicato una serie di titoli di successo, tra cui l’acclamatissimo tributo a Ella Fitzgerald, Dear Ella, vincitore di due Grammy”.
BIGLIETTI DA 25 A 30 EURO


Mercoledì 26 Novembre Sala Petrassi ore 21
PIJI ELECTROSWING PROJECT
Piji – voce, chitarra; Augusto Creni – chitarra manouche; Gian Piero Lo Piccolo – clarinetto; Ominostanco – electronics; Saverio Capo – basso; Edoardo Petretti – keyboards; Amedeo Ariano – batteria

L’Electroswing Project di Piji mescola all’interno delle canzoni del cantautore romano il jazz manouche, lo swing e l’elettronica.
Molto praticato in nord Europa, ma ancora quasi sconosciuto in Italia, l’electroswing, genere legato più che altro al mondo dei dj, entra estremamente di rado nel mondo della canzone e dei cantautori, ma è proprio questo ciò che Piji e i suoi sodali fanno da qualche tempo: vivere nel terreno della canzone d’autore italiana, del pop/jazz, ma vestire ogni brano di elettronica e di swing. Da una parte la sincope, la propulsione tipica dello swing, dall’altra la solidità trascinante dell’elettronica, da un lato il legno, i suoni caldi dello swing, dall’altro la tavolozza infinità dei suoni digitali, di qua il 2014, di là gli anni Trenta e Quaranta del Novecento.
Tutto questo mantenendo al centro le canzoni dai testi ironici, impegnati o poetici e dalle melodie prevalentemente swing, con un approccio live che concede ampi spazi all’improvvisazione e alla teatralità.
BIGLIETTO UNICO 18 EURO

Giovedì 27 Novembre Sala Petrassi ore 21
BIRELI LAGRENE & GIPSY PROJECT
Biréli Lagrène chitarra acustica; Hono Winterstein chitarra acustica; Diego Imbert, contrabbasso; Frank Wolf, violino.

A detta di John McLaughlin, Bireli Lagrene è un fenomeno della chitarra. Scoperto all’inizio degli anni Ottanta, questo ragazzo prodigio ha saputo doppiare abilmente il capo della maturità musicale, affermandosi di giorno in giorno come un musicista impareggiabile nel mondo della chitarra come in quello del jazz, dove è ormai un personaggio di riferimento. La sua storia comincia in Alsazia dove nel 1966 nasce da una famiglia di musicisti. Iniziato alla chitarra prestissimo da suo padre e in seguito istruito dal fratello, Bireli sorprende per il suo talento precoce. Tanti musicisti rimangono stregati dal suo fascino, tra questi Matelot Ferrè, compagno di Django Reinhard.
Django in quegli anni è il grande riferimento di Bireli, che segue il maestro nota per nota. Se prima di tutto Bireli è figlio di Django, e se in ogni caso è stato segnato dall’influenza di Wes Montgomery e George Benson, è a Jaco Pastorius e i Weather Report che deve gran parte della propria emancipazione musicale. A partire dal 1986 quando già aveva collaborato con partner del calibro di Stephane Grappelli e Larry Coryell si butta a capofitto nell’avventura fusion, moltiplicando le esperienze e gli incontri. A 35 anni, avendo indagato tutti i fronti della chitarra moderna, avendo collaborato con alcuni dei migliori jazzman francesi (Didier Lockwood, Richard Galliano, Sylvain Luc), Bireli Lagrene all'apice della propria carriera decide di ritornare alla musica da cui tutto è iniziato. Ed è così con la sua audacia, tra virtuosismi e profondità, che Bireli Lagrene si ritrova oggi a riuscire a suonare la musica di Django pur rimanendo se stesso. Con il suo Gypsy Project, Bireli Lagrene presenta un tributo a Django Reinhardt, riproponendo la formazione, con due chitarre, violino e contrabbasso, e le sonorità tipiche dell'originale Hot Club Quintet de France.
BIGLIETTO UNICO 22 EURO

Venerdì 28 Novembre Sala Petrassi ore 21
ANTHONY STRONG
Anthony Strong, piano, voce; Dave Ohm, batteria; Spencer Brown, contrabasso; Graeme Flowers, tromba; Alam Nathoo, sassofono.

Definito come la prossima superstar del jazz dall’Inghilterra, il cantante-pianista Anthony Strong ha segnato il suo arrivo sulla scena internazionale del jazz con il recente EP “Delovely”, che ha raggiunto il numero 1 della classifica jazz in UK, e con il video che lo accompagna Cheek of Cheek che è stato visto in tutto il mondo. Ha fatto il suo debutto in Europa la sorsa primavera con – tra gli altri – concerti al prestigioso Duc Des Lombard di Parigi, allo Stuttgart Jazz Festival e una tournée in Spagna. Ancora studente di piano jazz al famoso Guildhall School of Music di Londra, Anthony era già diventato un musicista turnista molto ricercato, suonando con artisti come Michael Bolton, Marti Pellow, Beverley Knight e Kyle Eastwood. Ha anche trascorso 9 mesi nel West End impersonando Jerry Lee Lewis nello show “Million Dollar Quartet”, esibendosi davanti a migliaia di persone, tra questi Rod Stewart. Insieme alla sua band composta da i migliori musicisti britannici, Anthony ha svolto un’intensa attività live nel 2012.
BIGLIETTO UNICO 18 EURO


Sabato 29 Novembre Teatro Studio Gianni Borgna ore 21
THE SWEET LIFE SOCIETY

The Sweet Life Society, il primo e più importante progetto electroswing italiano ed europeo.
L’idea nasce nel 2009 quando Matteo Marini e Gabriele Concas, intrecciando nei loro dj set i suoni della Ninjatune a quelli del calypso caraibico, muovono i primi passi nella scena underground torinese. La folgorazione, però, arriva da un suono d’oltralpe. Quello di gruppi come Caravan Palace e Chinese Man, che mescolano sapientemente l’elettronica con il sound dello swing degli anni Venti e Trenta.
Ed è cercando un suono fresco e antico allo stesso tempo, che i due cominciano a produrre i loro brani.
Due anni dopo quei primi esperimenti, The Sweet Life Society è il primo e più importante progetto electroswing italiano. Questa sensazionale live band si è esibita in alcuni dei principali festival (su tutti il Big Chill, uno dei più importanti del Regno Unito) e club di tutta Europa. The Sweet Life Society è anche dj set, un viaggio nuovo e speciale tra suoni e sonorità che ricordano i tempi passati e le pellicole in bianco nero, e Vintage set, una commistione senza precedenti che aggiunge all’electroswing uno strumento acustico o una voce con un risultato davvero sorprendente.
BIGLIETTO UNICO 18 EURO


Domenica 30 Novembre Sala Sinopoli ore 21
ORCHESTRA OPERAIA “SWING & NEW DEAL”
Ospiti speciali : Andrea Tofanelli, tromba; Bepi D’amato, clarinetto; Andrea Biondi, vibrafono.
Marta Colombo (voce) – Mario Caporilli, Fabio Gelli (trombe) – Stan Adams, Luigino Leonardi, Pierluigi Bastioli (tromboni)– Claudio Giusti, Alex Tomei, Carlo Conti, Duilio Ingrosso, Giuseppe (sassofoni e legni) - Alessandro Gwiss (pianoforte) – Gianluca Masetti, Manlio Maresca (chitarra) – Marco Loddo (basso) – Pierpaolo Ferroni (batteria) - Direzione e Arrangiamenti: Massimo Nunzi

L’Orchestra Operaia prende ispirazione dalle band che si formarono durante la Grande Depressione, in uno scenario alla “U.S.A.” di John Dos Passos, descritte nelle decadenti atmosfere del Grande Gatsby di F.S.Fitzgerald. Per reagire al crollo dell’economia e delle speranze nella “Land of Many Opportunities”, Isham Jones creò insieme a molti altri band leader come Glen Grey, le orchestre “cooperative”, che, unendo le forze, poterono rilanciare il mercato musicale con prodotti di grande pregio ed ottenere straordinari risultati commerciali ed artistici, partendo dalla condivisione totale degli oneri e degli onori. Isham Jones creò il terreno per il primo “Woody Herman’s Thundering Herd” e Glen Grey formò la Casaloma, una delle più longeve e rinomate orchestre del secolo scorso. Con questo progetto l’Operaia eseguirà per la prima volta gli arrangiamenti originali (manoscritti) di Glen Grey e della Casaloma, farà ascoltare alcuni rarissimi arrangiamenti originali, scritti per Lionel Hampton, Count Basie, Duke Ellington, Benny Goodman e Chick Webb, nate per la danza e presenterà alcune band meno conosciute dell’epoca. Scopriremo quindi musicisti pressoché sconosciuti come Charlie Barnet. L’altro elemento interessante sarà il vivido rapporto fra la musica e il ballo, con esibizioni di ballerini professionisti, che riprodurranno perfettamente le coreografie dell’epoca, guidati da Vincenzo Fesi e da un gruppo di scuole di Lindy Hop.
BIGLIETTO UNICO 18 EURO

ROMA JAZZ FESTIVAL 38° EDIZIONE
"SWING & NEW DEAL"
DAL 14 AL 30 NOVEMBRE 2014
AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA

Info 06-80241281
www.auditorium.com

Per gli altri appuntamenti ed eventi collaterali ("Fringe Festival", "Sunday Morning Swing" al Teatro Torlonia, Workshop, ecc.) vedere sul sito:
www.romajazzfestival.it

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