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Interviste
Pubblicato il 24/08/2001 alle 00:00:00
Antonio Ranalli: il futuro di Internet, i Nomadi e Mark Knopfler!
di Giancarlo Passarella
Una sfilza di domande per conoscere tutto su questo sulmonese dedito al rock, scritto e parlato, pensato e sognato.

Una sfilza di domande per conoscere tutto su questo sulmonese dedito al rock, scritto e parlato, pensato e sognato.

1) Cominciamo con qualche nota caratteristica: data di nascita, scuole frequentate e situazione scolastico/lavorativa...

Sono nato il 19 ottobre del 1978. Lo stesso mese in cui di Dire Straits
davano alle stampe il loro primo album omonimo. Esattamente un anno prima era morto Elvis Presley, mentre i Cure dovevano ancora pubblicare "Three Imaginary Boys". In Italia e nel mondo la musica stava iniziando a cambiare
direzione. Diciamo che sono nato in un periodo musicale di transizione.
Adesso ho 23 anni. Dopo il diploma di maturità tecnica commerciale
(ragioneria per i profani, con voto di 56 / 60) sono riuscito ad entrare nel Corso di Laurea in Scienze della Comunicazione (che al tempo era a numerochiuso) all'Università "La Sapienza" di Roma. Adesso mi appresto a iniziare il quinto anno di corso e la laurea sembra molto vicina. Quanto alla situazione lavorativa sono da diversi anni impegnato nel campo del
giornalismo. Dopo aver iniziato a scrivere per alcune fanzine rock (tra cui Solid Rock), ho iniziato a collaborare per la pagina di Sulmona de "Il Centro - Il quotidiano dell'Abruzzo", occupandomi di cronaca, sport e spettacoli. Collaborazione che continua tuttora. Sono iscritto all'Elenco
speciale pubblicisti dell'Ordine nazionale dei giornalisti. Ovviamente la mia vera passione rimane la musica, seguita dal cinema e da tutto ciò che è arte. Per questo scrivo di musica su "Musikbox" (rivista di collezionismo
musicale, di cui sono diventato recentemente direttore responsabile, mentre la direzione editoriale è affidata ad Anselmo Patacchini e Paolo Ansali), "Musicalnews", "Fanzine.net", "Rockambula" e sporadicamente in altre riviste
(sono riuscito a pubblicare una mia recensione anche su "Tutto Musica e
Spettacolo", e alcuni miei interventi sono usciti nella pagina della posta di "Musica!" di Repubblica). Sul fronte musicale mi sto specializzando soprattutto nei rapporti con l'industria e nei vari settori inerenti soprattutto il diritto d'autore. Ho collaborato al libro "Il Rock in Abruzzo" di Luigi Di Fonzo (giornalista de "Il Centro" e mio primo maestro, insieme a Claudio Lattanzio), curando una breve storia delle fanzine e dei
fans club abruzzesi.

2) La tua passione per i Nomadi e' pari a quella che hai per Mark Knopfler:come sono nate?

Premetto subito che quella con i Nomadi è soprattutto una grande amicizia,
con Beppe Carletti e il resto del gruppo. La mia band preferita in assoluto
rimangono i Dire Straits (e relativa produzione di Mark Knopfler), visto che
sono un collezionista di questo gruppo. La passione per Mark & C. è nata
quando frequentavo le scuole medie. Un mio amico mi aveva registrato
l'antologia "Money For Nothing". E' stato amore a prima vista. Nel giro di
pochi mesi avevo già tutta la discografia ufficiale. Quello dei Nomadi,
invece, è un discorso a parte. Devi sapere che a Sulmona, città in cui sono
nato e vivo per alcuni mesi dell'anno (l'altra città è Roma, dove appunto
frequento l'Università), fino a sei / sette anni fa di concerti di musica
rock non c'era nemmeno l'ombra. Per andare a vedere un concerto di musica
italiana dovevi spostarti come minimo a Pescara (città tuttora molto
prolifica in eventi dal vivo), mentre per artisti stranieri il punto più
vicino restava Roma. Aggiungi poi che spazio per gli artisti locali era
altrettanto zero. Poi un giorno (era settembre 1995) al parco fluviale di
Sulmona (struttura fino a quel momento mai utilizzata per i concerti)
arrivano i Nomadi. Un gruppo storico, che riesce a richiamare migliaia di
persone. Il concerto viene organizzato da Vincenzo Bisestile, che vive a
Pettorano sul Gizio, vicino Sulmona, e da tempo gravita intorno ai Nomadi,
ma anche ad altri artisti. Lui, senza l'aiuto di Enti pubblici, è riuscito a
dimostrare che in città c'è una domanda inespressa di musica pop e rock dal
vivo, e che quindi è possibile organizzare in quella zona concerti di un
certo tipo. Sono entrato subito in contatto con Vincenzo. Nel mio piccolo
gli ho sempre dato una mano. Mi sono accostato così alla musica dei Nomadi,
apprezzando oltre all'aspetto musicale e dei concerti le numerose attività
di solidarietà che portano avanti 365 giorni all'anno, tutto con l'aiuto dei
propri fans e senza il supporto dei media e degli Enti pubblici.
Tornando al discorso degli artisti Oltre a Dire Straits e Nomadi sono un
appassionato della musica dei Cure, degli Steely Dan (collaboro con gli
"Scurvy Brothers", la cover band italiana dedicata alla musica di Donald
Fagen e Walter Becker), Franco Battiato, i Bluvertigo, i Depeche Mode e
tanti altri. Diciamo che ascolto di tutto, tranne la musica da discoteca
(nelle sue varie forme) perché credo che a tutto c'è un limite.

3) Cosa significa vivere in una situazione piccola come quella di Sulmona?
Si riesce a fare cultura e da coinvolgere i gruppi musicali?

Mi ricollego a quanto dicevo primo. Da quando ci sono Vincenzo e il Nomadi
fans club si è riusciti a creare a Sulmona (città di circa 29 mila abitanti,
ma con un bacino di utenza che supera ampiamente i 70 / 80 mila, tanto che
aspira a diventare capoluogo di provincia) un circuito musicale, e contatti
con artisti e agenzie di produzione musicale nazionali, impensabile fino a
qualche tempo fa. E' nata l'associazione culturale Nomadi fans club "Un
Giorno Insieme" di Sulmona, che oltre a portare in città artisti di vario
tipo (hanno suonato per il Nomadi fans club Antonello Venditti, Amedeo
Minghi, Gianluca Grignani, Mango, Bisca, Massimo Bubola, Banco del Mutuo
Soccorso, Indaco, Mauro Pagani, Extrema, Karma, Stadio, gli stessi Nomadi e
tanti altri ancora) si è sempre posta l'obiettivo di realizzare iniziative
sociali (il festival "Musica e solidarietà") e di valorizzare nuove leve
della musica. Per questo motivo è nato anche il Premio "Un Giorno Insieme -
Augusto Daolio - Città di Sulmona" per cantautori e rock band emergenti, che
fa seguito all'intitolazione del Parco fluviale di Sulmona alla memoria di
Augusto Daolio (con questa iniziativa il fans club otterrà il terzo premio
all'Mtv Best Fan Awards). Per la storia del parco ricordo ancora l'impegno
dell'allora sindaco di Sulmona, Bruno Di Masci (ora consigliere regionale),
che dovette far fronte alle sterili polemiche dell'opposizione. Il premio si
avvale della collaborazione dell'etichetta "Segnali Caotici" di Beppe
Carletti, e dell'appoggio della CGD East West. Il vincitore del premio,
infatti, partecipa di diritto al "Tributo ad Augusto", che si svolge ogni
anno a Novellara (Reggio Emilia), città natale di Augusto Daolio. Un suo
brano viene poi inserito in un CD prodotto dalla "Segnali Caotici" e
distribuito dalla CGD East West (il primo CD uscito si chiama "Sulle Orme
dei Nomadi"). Il tutto con ampia risonanza sulla stampa nazionale e locale.
Questo nonostante l'ottusità degli Enti Pubblici. Tieni presente che a
Sulmona l'amministrazione comunale è arrivata a spendere 40 milioni di lire
per una festa della birra (e altrettanti per una squallida festa di
carnevale, rifiutando invece un concerto degli 883), mentre per il concerto
degli Stadio il comune ha dato al Nomadi fans club il solo uso del teatro
comunale (poco più di 1 milione e mezzo di lire). Qui comandano ancora i
cosiddetti baroni, cioè vecchie istituzioni teatrali e musicali (leggi
musica classica) guidate da persone che hanno stretti legami con il potere
politico (sia di destra che di sinistra). I loro spettacoli fanno pubblico
0, incasso 0 ma hanno contributi enormi (soldi che sono poi dei cittadini).
Aggiungi pure che qui vengono organizzati premi assurdi, per cui si spendono
tanti soldi, e che poi non vengono nemmeno ritirati dai presunti vincitori.
Purtroppo c'è ancora da lottare in questo senso. E il Nomadi fans club ha
sicuramente contribuito a svegliare i cittadini, facendo loro capire quali
sono gli spettacoli che valgono. Questo non significa che il teatro e la
musica classica non devono essere fatti. Anzi, bisogna anche incentivare la
fruizione di queste forme artistiche. Ma è nella ripartizione dei contributi
pubblici che la cosa non funziona. Ti faccio inoltre presente che se il
Nomadi fans club non si muove per primo non si smuovono nemmeno gli altri.
Quando si è trattato di aiutare Francesca, una giovane ragazza di Sulmona
afflitta da una rara malattia, il Nomadi fans club, seguendo lo spirito
sociale che ha sempre guidato le proprie iniziative, si è subito attivato.
Grazie al concerto degli Stadio è stato possibile donare a questa ragazza 5
milioni di lire (non sono tanti, ma nemmeno pochi). La notizia e l'aiuto del
Nomadi fans club verso questa giovane hanno avuto una tale risonanza (è
finita pure sull'Ansa, e di conseguenza la notizia è stata ripresa da organi
di informazione nazionali) da costringere gli stessi Enti pubblici a non
poter fare finta di nulla, così come le altre associazioni. Insomma, alla
fine ognuno ha fatto qualcosa per questa ragazza ed il risultato è stato
sicuramente importante. Ma ci voleva una persona che ha da sempre la musica
nel cuore (e i Nomadi in particolare) a dare una scossa a tutto questo.

4) A livello universitario hai frequentato il corso di Economia e
Organizzazione delle imprese editoriali, tenuto dal Prof. Mauro Masi
(commissario straordinario della S.I.A.E. e attualmente vice segretario
nazionale del Governo, con delega all'editoria) nel Corso di Laurea in
Scienze della Comunicazione - Indirizzo in Comunicazione Istituzionale e
d'Impresa all'Università "La Sapienza" di Roma. Quali sono state le tue
impressioni dopo aver seguito questo corso?

Quella con Mauro Masi è stata sicuramente un esperienza interessante. Per la
prima volta all'Università c'è stato un corso che ha insegnato veramente
qualcosa, per quanto concerto il mio settore. Quest'anno abbiamo affrontato
molto il discorso del diritto d'autore, soprattutto nel contesto di
Internet. Si è poi palato del mercato editoriale in Italia.

5) In base alla tua attuale preparazione ed alle sensazioni che hai, quali
saranno gli sviluppi del diritto d'autore su Internet?

Partiamo dal presupposto che il diritto d'autore, in quanto tale, non può e
non potrà mai essere gratuito. Il lavoro di ogni persona deve essere
giustamente retribuito. Così anche le opere dell'ingegno e dell'intelletto,
come la musica. Al momento è in atto un forte dibattito a livello
internazionale, volto a tutelare in maniera specifica il diritto d'autore,
soprattutto in rete. La recente vicenda di Napster e la pirateria, che ha
livello internazionale stanno ormai creando seri problemi, hanno imposto per
forza di cose una riflessione. Personalmente penso che quella della musica
in rete sia solo un'opportunità in più. Ci sarà sempre una grande
maggioranza di persone che vorrà ascoltare la musica su un supporto (CD, MC,
DVD e anche LP, visto il successo che continua a ottenere questo oggetto, da
molti considerato troppo antiquato). Quella parte di persone che sceglierà
di voler scaricare i brani dalla rete dovrà comunque pagare. Questo per una
tutela degli autori e dei compositori. Così come andranno sviluppate nuove
tecnologie volte ad inibire la pirateria. Se non si farà così si rischia
solo la morte della musica. Nessuno investirà più nulla musica e sui giovani
artisti. E se oggi la situazione e già di per se drammatica, rischiamo di
ritrovarci davvero senza più musica.

6) Parliamo della nuova legge sull'editoria e differenze con la vecchia
legge del 1981....

Nella nuova legge sull'editoria viene finalmente riconosciuta Internet come
prodotto editoriale. Nel senso che tutte quelle testate giornalistiche che
opere esclusivamente in rete sono considerate agli stessi livelli di quelle
cartacee e televisive. Questo comporterà per le testate on line gli stessi
benefici ed obblighi di quelle tradizionali. Inoltre, la nuova legge prevede
incentivi per la creazione di nuove imprese editoriali, mentre si sta
cercando di eliminare il vecchio sistema dei contributi a pioggia. Si
cercherà cioè di eliminare contributi enormi a quelle testate, che poi non
vendono neanche una decina di copie.

7) Cosa pensi invece della legge 108 per la sperimentazione di nuovi punti
vendita alternativi alle edicole?

La 108 è stata sicuramente una positiva rivoluzione, che ha avuto i suoi
effetti positivi, anche se è stata ostacolata molto dal Sinagi (il sindacato
delle edicole). Con questa legge praticamente è stato consentito a vari tipi
di esercizi commerciali di vendere giornali e riviste. Questo per creare più
punti vendita e dare la possibilità al pubblico di avere più possibilità per
l'acquisto di giornali. In questo modo si è riusciti a stimolare un
pubblico, che fino a qualche tempo fa ignorava l'esistenza di certe riviste
e giornali. Insomma è stata stimolata la domanda. Questo credo anche grazie
alla possibilità che viene data ai negozi specializzati di vendere prodotti
editoriali attinenti il proprio settore. Un negozio di dischi, per esempio,
può vendere tutte le riviste di musica, comprese quelle di importazione. Una
cosa importante se si pensa l'affollamento a cui sono soggette le edicole.
Un appassionato può avere più possibilità di accesso ad una rivista, se
questa si trova nel negozio di dischi dove acquista i CD, che non
nell'edicola sotto casa. La stessa cosa può essere riscontrata con i
fumetti. Da quanto esistono le fumetterie (negozi specializzati in fumetti)
la domanda si è allargata notevolmente.

8) Possiamo affermare che nel marketing (anche italiano) stiamo assistendo
ad una rivincita dei periodici e dei quotidiani sulla televisione ed ad una
contemporanea sconfitta di Internet come veicolo pubblicitario?

Per quanto concerne la pubblicità negli ultimi anni abbiamo assistito al
boom della pubblicità su quotidiani e periodici, che hanno rubato risorse
alla TV. Anche la Radio è in crescita. Ormai chi deve far conoscere un
prodotto a capito che la TV è diventata troppo affollata. Il pubblico appena
vede uno spot cambia subito canale. Quindi le numerose risorse investite
sono solo sprecate. Facendo invece una pubblicità mirata sulle riviste di
settore e sui quotidiani, a seconda del target di riferimento, i risultati
sono ovviamente più soddisfacenti. Per quanto riguarda Internet la
pubblicità su questo canale stenta a decollare. Questo perché chi naviga sa
già cosa vuole e quindi non si lascia attirare da banner colorati, che
ovviamente rimandano al sito Internet di un'azienda o di un prodotto. Non a
caso nell'ultimo anno negli U.S.A. hanno chiuso diverse testate on line, che
basavano la propria sopravvivenza esclusivamente sulla pubblicità.

9) Diamo infine dei consigli a chi vuole aprire e gestire un sito Internet:
quali sono le fonti sicure e quali quelle ipotetiche per poter rientrare
almeno dell'investimento fatto?

Anche qui voglio riprendere alcune cose dette in precedenza. Più il sito
Internet è specializzato e più si dovrà puntare su aziende e prodotti
attinenti il tema e il target di riferimento. Solo in questo modo si
potranno ottenere i risconti da parte delle aziende e di conseguenza le
risorse necessarie in grado da sostenere il mantenimento della testata on
line. Consiglio poi di registrare il sito Internet come testata
giornalistica. Per questo è necessario avere un direttore responsabile, che
per forza di cose deve essere iscritto all'Ordine dei giornalisti (anche
pubblicista). Questo consentirà di restare in regola e di avere accesso ad
una serie di benefici, che lo Stato mette a disposizione.

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