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Interviste |
Pubblicato il 17/07/2008 alle 12:20:30 | |
Carlo Marrale ricorda la storia dei Matia Bazar
In occasione del Tributo a Aldo Stellita, Carlo Marrale ricorda la sua lunga storia nei Matia Bazar, il ritorno live e l'inattesa cover dei Queensryche!
La storia dei Matia Bazar è ancora tutta da scoprire. Mentre il gruppo procede oggi con Piero Cassano e Giancarlo Golzi, Carlo Marrale ha reso omaggio a Salvatore Aldo Stellita, con cui ha condiviso quasi vent’anni nella band genovese, e ancora prima nei Jet, scrivendo pagine indelebili della musica leggera italiana. Un sound accattivante e variegato, creato da musicisti di indubbia preparazione, valorizzato dalla voce straordinaria di Antonella Ruggiero, basti ascoltare i suoi acuti da brivido su “Cavallo Bianco”. Memorabili anche le apparizioni sanremesi, tra cui la vittoria nel ’78, alle spalle di Anna Oxa e Rino Gaetano, e quella dell’83 con “Vacanze romane”. Il loro successo è andato oltre i nostri confini, dal Giappone alla Russia. Non a caso parliamo di estero. La curiosità è che i Queensryche hanno inserito nel loro recente disco “Take cover”, tra riproposte di Police e Pink Floyd, addirittura un brano firmato da Carlo Marrrale, “Odissea”, con Geoff Tate che canta in italiano! Il chitarrista/cantante finalmente torna all’attività live dopo un periodo lontano dalle scene, sul suo Myspace saranno inserite le date, e lo abbiamo intervistato per l’occasione.
Allora Carlo, come sei stato contattato per questo lodevole tributo a Aldo Stellita?
Sono stato chiamato da Patrizio Sclavo della Padebo Eventi Musicali, grande ammiratore di Aldo Stellita ed organizzatore di concerti, al quale va il merito di aver concretizzato il desiderio di quanti hanno conosciuto e apprezzato Stellita di rendergli un doveroso tributo.
Raccontami la prima volta che hai incontrato Aldo, nel periodo della mitica prog band Jet. All’epoca eri molto giovane. Ti chiamavano Bimbo.
Ci siamo conosciuti nel '69, mentre lui rientrava con i Jet da un tour in Danimarca ed io dal Brasile, mi sentirono suonare una sera e rimasero colpiti dal mio stile e dalla mia giovane età'. Nel frattempo il loro chitarrista aveva appena mollato e mi proposero di entrare nella band. Il destino di un futuro gruppo di successo aveva appena aggiunto un tassello importante, e nello stesso tempo nasceva una grande amicizia destinata a segnarmi per tutta la vita
Proprio con i Jet avete fatto la prima esperienza a Sanremo. Qual è l’apparizione sanremese, tra le varie fatte con i Matia, che ricordi con più piacere?
La mia prima esperienza sanremese fu nel '73. L'edizione era snobbata dalla tv e si poteva seguire solo in radio, arrivammo credo al penultimo posto con la canzone "Anika-na-o" che, in questi ultimi 30 anni, e' stata poi in classifica nelle chart U.S.A. almeno tre volte, rieseguita da vari artisti tra i quali Cerrone. Sicuramente la versione che ricordo con grandissimo piacere fu’quella dell' 83 l'anno del trionfo di "Vacanze Romane" che anche se non vinse la manifestazione, per una volta metteva d'accordo critica, pubblico e marketing. Il singolo vendette in pochi giorni più' di 500.000 copie e ci riporto' a calcare i palcoscenici di mezzo mondo
Ho letto in un vecchio articolo che avete conosciuto Antonella Ruggiero ad un concerto della PFM e che dovevate produrre un suo disco. Vi siete subito resi conto del suo enorme talento?
Si e' vero. Conoscevo di vista Antonella avendola notata nei corridoi di un istituto d'arte che frequentavamo, ma fu al Peppermint 2000, locale molto famoso di Genova dove ci esibivamo spesso, che ebbi modo di parlarle per la prima volta. Al concerto della PFM mi disse che le piaceva cantare e che avrebbe voluto fare un provino. Fu accontentata ed il giorno dopo venne a trovarci sulle alture di Bolzaneto, in un locale chiamato "La cascina", dove stavamo facendo le prove per il nostro primo album “Fede Speranza Carita'". Alla classica domanda "Cos'hai preparato?" inizia a cantare una sua versione di" You’ve got a friend" solo voce e senza nessun accompagnamento. Meravigliosa! Fu li che ci rendemmo conto di aver trovato una ragazza carina e dal talento straripante che meritava di essere seguita, e pensammo di produrla. La sua voce e' presente tra le tracce di “Fede Speranza Carita'” e “Cavallo Bianco” le fu scritta praticamente su misura, infatti avrebbe dovuto essere il suo primo singolo. A nessuno di noi era mai venuto in mente di inserire una vocalist nella band. In quel periodo l'embrione del Matia Bazar si stava formando.
Il ruolo di paroliere per Aldo fu una scelta spontanea? Come nascevano le vostre canzoni?
Generalmente nelle band ognuno tende a crearsi un ruolo a lui più' congeniale ed e' stato naturale che, con la sua intelligente e colta sensibilità, Aldo si occupasse della comunicazione della nostra musica, scrivendo i testi e definendo di conseguenza il contenuto ideologico degli album. Per quanto riguarda la nascita dei pezzi passavo molto tempo con lui, la chitarra ed un block notes, piu' avanti siamo passati alle cassette registrate. I momenti che ricordo con più' piacere sono quelli che precedevano la registrazione dei dischi, per esempio a Canelli (Asti), chiusi per mesi in una bellissima casa colonica e lunghe serate a suonare ma soprattutto a vivere da gruppo, discutere amabilmente di arte, scenografia, fotografia ed evoluzione estetico musicale. E’ li che ebbe inizio la svolta elettronica che avrebbe portato all'album "Tango" passando per "Berlino Parigi Londra".
Qual'è il disco che ti soddisfa di più nella produzione dei Matia? Li riascolti ogni tanto?
Come qualita' melodica dei brani prediligo sicuramente "Tango" e "Red Corner", pensato ad Ibiza con Aldo sempre al mio fianco, un periodo bellissimo fatto di chilometriche discussioni, liti, birre, abbracci, risate. Si li riascolto di tanto in tanto ed inevitabile affiora una vena sottile di malinconia.
Tornando ad oggi, toglimi la curiosità sull'inattesa cover dei Queensryche, gruppo storico del metal americano, fatta ad un tuo pezzo.
E’ stata una piacevole scoperta, i Queensryche non li conoscevo affatto. Hanno avuto la simpatica idea di reinterpretare una mia canzone "Odissea" d’impianto sinfonico, in origine cantata dai due tenori Salvatore Licitra e Marcelo Alvarez facendone una singolare versione rock, cantata in italiano. Che dire, ogni tanto anche gli stranieri fanno le cover degli italiani!
Stai riprendendo i concerti da agosto, come saranno articolati i tuoi prossimi appuntamenti live?
Sono stato parecchio lontano dalle scene live, adesso ho riassaporato il piacere della condivisione emozionale che si stabilisce tra chi canta e chi ascolta, non vorrei più' staccarmene. E' l’attività in concerto sul quale voglio concentrarmi e' prevista una serie di concerti in Italia ad agosto ed in autunno un breve tour nei paesi dell'Est. Per le esibizioni ne faccio alcune accompagnato da contrabbasso, piano e batteria, altre solo voce e chitarra, raccontando da solo o con l’interazione di un intervistatore, attraverso le canzoni e curiosità varie, la mia storia e di conseguenza quella dei Matia Bazar.
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