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Interviste |
Pubblicato il 02/03/2003 alle 15:18:50 | |
La convenzione di Pino Massara
La sua presenza al Festival di Sanremo in veste di può essere definita in qualche modo convenzionale, ovvero in grado di mettere d’accordo sia le esigenze della canzone d’autore che quelle dei discografici.
Quando gli telefono è in aereoporto, in partenza per la Liguria, dove dal 4 all’8 marzo sarà impegnato per il Festival di Sanremo. Pino Massara, musicista, produttore, compositore e cantautore, è sicuramente uno dei rappresentanti più illustri della storia musicale del nostro paese. Come autore ha scritto brani come “I Sing Amore” (Nicola Arigliano), “Ghiaccio Bollente” (Tony Dallara), “Nel sole” (Al Bano), “Deborah” (Fausto Leali), “Grazie prego scusi” (Adriano Celentano) e tantissime altre. Ma gli appassionati di rock hanno a cuore Pino Massara per essere stato, con la sua etichetta “Bla Bla”, l’animatore della scena progressiva e d’avanguardia italiana. Grazie a lui sono usciti allo scoperto artisti come Franco Battiato (“Fetus”, “Pollution” ecc.), Juri Camisasca (“La finestra dentro”) e ancora gruppi come Aktuala, Osage Tribe e Capsicum Red. Oggi si alterna tra l’attività di compositore di colonne sonore per il cinema e la TV (come “Un medico in famiglia” e “Sandokan”) e quella di produttore, pur non disdegnando iniziative a proprio nome (il brano “Mastroianni”, presentato nel 1994 proprio a Sanremo). In queste ultime settimane l’artista è stato al centro delle attenzioni in quanto membro della commissione artistica del Festival di Sanremo, che ha dovuto selezionare i 20 big in gara. Pippo Baudo, non contento, lo ha voluto anche al Dopofestival, in qualità di esperto.
Antonio Ranalli: Sanremo è ormai imminente. Da componente della commissione selezionatrice come ha trovato quest’anno la qualità dei brani finalisti?
Pino Massara: La qualità quest’anno è stata sicuramente ottima, e soprattutto è suddivisa su tutti i generi musicali. Per la prima volta a Sanremo trovano spazio stili musicali mai presenti primi. Penso alla dance degli Eiffel 65, che hanno un pezzo molto buono, che tiene conto anche delle esigenze delle radio. Come generi mai approdati penso anche a Sergio Cammariere, a Giuni Russo, a Cristiano De Andrè e a Lisa, quest’ultima con un brano che davvero non rientra nelle regole tradizionali. E’ stata una scelta molto libera quella fatta insieme agli altri membri della commissione. Molto positivi anche i brani presentati da vecchi big come Iva Zanicchi e la coppia Bobby Solo e Little Tony.
A.R.: Come sempre ci sono state delle polemiche sugli artisti esclusi. Penso a Marina Rei, che in effetti aveva un brano molto buono. Secondo il suo punto di vista c’erano artisti che avrebbero meritato l’accesso alla finale?
P.M.: Abbiamo avuto ben 152 richieste. Dovevamo arrivare a 18 finalisti, poi abbiamo deciso di prenderne 20. E’ chiaro che di fronte ad un così vasto numero di partecipanti qualche rammarico c’è sempre. Ma posso assicurare che non è stata fatta nessuna forma di discriminazione. Abbiamo cercato di tenere conto di tutto, comprese le esigenze dello spettacolo. Per Marina Rei mi è dispiaciuto molto. Il suo pezzo era molto valido.
A.R.: Adesso lei sarà impegnato con il Dopofestival di Sanremo. Come si sta preparando a questo ruolo?
P.M.: A dire il vero non lo so ancora. Diciamo che io avrò un ruolo abbastanza tecnico, in virtù della mia professione. Cercherò di mettere in evidenza soprattutto gli autori delle canzoni, che nella maggior parte dei casi non appaiono in Tv e comunque non sempre coincidono con gli esecutori. Insomma, credo che mi occuperò soprattutto dell’aspetto compositivo.
A.R.: Lasciamo ora Sanremo. Recentemente la casa discografica D’Autore ha pubblicato il CD “La convenzione – Centinaia di anni fa l’uomo viveva sulla terra…” contenente del materiale di Franco Battiato, Osage Tribe e Juri Camisasca da lei prodotti tra il 1972 e il 1975 per la Bla Bla. Un CD molto bello e interessante. Come mai questi brani vedono la luce su CD solo oggi?
P.M.: Questo fa parte della pigrizia di ognuno di noi. O ancora perché non avevo ancora trovato la strada per farlo. La D’Autore si è dimostrata subito disponibile a pubblicare su CD questi brani, tra l’altro molto ricercati dai collezionisti. Infatti, queste canzoni erano apparse all’epoca solo su 45 giri oggi introvabili e mai inserite successivamente su album. In effetti a pensarci ora sono passati più di 30 anni.
A.R.: Con la Bla Bla ha dato vita in Italia al movimento dell’avanguardia. In base alla sua esperienza c’è ancora spazio oggi per l’avanguardia nel nostro paese?
P.M.: Credo che di avanguardia ce n’è molta di più oggi che negli anni ’70. Certo allora c’era un’aspettiva di avere qualcosa di diverso. Quello che ho fatto con Franco Battiato era notevolmente in anticipo con i tempi. Materiale che venne molto apprezzato dalla critica, ma che dal punto di vista commerciale è stato meno di zero. Oggi, invece, l’uso del computer consente di miscelare forme musicali, di sperimentare, ma anche nella musica etnica si possono intravedere forme di avanguardia.
A.R.: Lei ha in passato anche calcato i palchi in prima persona come cantautore. Ci sarà la possibilità, in futuro, di poter riascoltare un album realizzato in prima persona da Pino Massara?
P.M.: Questo non lo so. Io mi invento delle cose da proporre. Anche se oggi la mia linea compositiva è più rivolta alle colonne sonore. Ho in mente un progetto discografico molto bello, che riguarda anche il teatro. Una cosa nuova, che spero di poter sviluppare presto.
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