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Recensioni |
Pubblicato il 20/05/2008 alle 19:44:12 | |
Le luci della centrale elettrica - Canzoni da spiaggia deturpata (La tempesta)
Si chiama Vasco ma non è Rossi, ma Brondi. Un cantautore, sulla scia di Rino Gaetano, un pò acerbo, ma con tante cose da dire.
Si chiama Vasco ma non è Rossi, ma Brondi. Un cantautore, sulla scia di Rino Gaetano, un pò acerbo, ma con tante cose da dire.
Si chiama Vasco ma non è Rossi, ma Brondi. Questo ragazzo di 24 anni ha dato vita ad un progetto molto interessante: Le luci della centrale elettrica. Un nome collettivo per un ragazzo che dalle rive del Garda, propone i suoi pezzi con la chitarra e gli effetti e con pochissime percussioni. Il cd “canzoni da spiaggia deturpata”, inizia e già con la prima canzone “lacrimogeni”, viene in mente Rino Gaetano, che è citato con i versi del cielo è sempre più blu in “nei garage a Milano nord”. Questo fa venire già in mente qual è l’indirizzo che Vasco vuol dare all’album ed il fatto che il progetto sia stato seguito da un certo Giorgio Canali, può far capire quale è lo spessore del lavoro. Di certo interessanti sono i testi, perché Vasco parla per immagini che colpiscono subito la fantasia di chi ascolta l’album. Non siamo più amanti degli americani e del surf ma siamo l’esercito del sert (Per combattere l’acne), recita il Vasco ed ha ragione. In tutti i suoi testi c’è un’aria pessimista fatta di trip mentali (la gigantesca scritta coop) ricordando che non ci sono più i CCCP. Se la sua scrittura è potente, la sua musica è monocorde, troppo monocorde, non basta il suono acido che si respira nella maggior parte delle canzoni. Però è sicuramente un buon inizio, ricordando al buon Vasco Brondi che il metodo cantautorale italiano ha prodotto più sfracelli di un terremoto nella musica nostrana. Se riuscirà a non essere pieno di sé, come alcuni presunti “santoni”della musica italiana, la luce della centrale elettrica rimarrà accesa per molto tempo.
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