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Recensioni
Pubblicato il 16/07/2010 alle 13:22:25
Nina Zilli / Baustelle – RomaRock Festival (14 luglio 2010)
di Antonio Ranalli
Grande successo al RomaRock Festival, in programma all'ippodrono di Capannelle, per il doppio concerto di Nina Zilli e Baustelle, due delle realtà tra le più interessanti della musica italiana.

Il RomaRock Festival, in programma a Capannelle, offre quest’anno davvero occasioni imperdibili. A partire dalle star internazionali (Cranberries, Mika, Zz Top e Skunk Anansie), che si sono esibiti con grande successo di pubblico, fino alle realtà italiane più interessanti. La serata che ha visto sullo stesso palco Nina Zilli e Baustelle è stata senza dubbio tra le più attese. E gli artisti in questione hanno ripagato le attese del pubblico, con performance decisamente invidiabili. Ad aprire la serata è stata Nina Zilli che, poco dopo le 20.30, è salita sul palco con il suo invidiabile look vintage, da vera ragazza degli anni ’50 / ’60. Accompagnata da una band di validi musicisti, la Zilli ha sfoderato tutta la sua anima soul, in grado di far ballare il pubblico. Ingiustamente accostata a Giusy Ferreri (chissà come mai, visto che la Zilli non ha nulla a che spartire con i talent show), la cantante piacentina ha dimostrato di essere una performer nata, in grado di spaziare dallo stile Motown di Detroit (da lei stessa omaggiato nel corso dello show) al reggae, trascinando anche il più statico degli ascoltatori. Ai brani del suo album di esordio “Sempre lontano”, come la sanremese “L’uomo che amava le donne”, l’hit “50 mila” e le bellissime “Il paradiso”, “Tutto bene”, “No Pressure” e “Bacio d’addio”, la Zilli ha affiancato una serie di cover di lusso: da “L’uomo d’oro” di Caterina Caselli fino ad un omaggio a Nina Simone, con un grande finale sulle note di “Twisting The Night Away”, cavallo di battaglia di Sam Cooke.

Superlativo lo show dei Baustelle. Innanzitutto, chi ha avuto occasione di seguire la band di Montepulciano nei concerti romani degli ultimi anni, ha finalmente trovato una location idonea alla band. Niente piccoli club o spazi chiusi dove l’acustica e la cattiva diffusione del suono hanno sempre penalizzato le performance della band, tanto da non dare la possibilità di dare un giudizio preciso (e soprattutto dando man forte ai detrattori). Un sound robusto ha accompagnato uno show durato poco meno due ore, caratterizzato essenzialmente dal recente album “I mistici dell’occidente”. Formazione costituita da una decina di elementi, con in evidenza Francesco Bianconi, Rachele Bastreghi e Claudio Brasini. Una tournee' originale, pensata e voluta in medi spazi: oltre 3 mila persone erano presenti al concerto. Un elegante Francesco Bianconi ha eseguito senza interruzioni o inversioni buona parte dei brani dell’ultimo album “I mistici dell’occidente”, oltre ad alcuni pezzi provenienti dai precedenti lavori. Scelta obbligata perché le canzoni seguono un unico filo conduttore, quello delle varie tappe della sofferenza della società di oggi e della sconfitta di alcuni valorii. Dopo il primo brano “I provinciali”, in una scenografia volutamente scarna con pochi giochi di luce su uno sfondo di drappi grigi, i Baustelle hanno eseguito “Le rane”, tratta dall’ultimo disco. Poi un salto indietro negli anni con “La moda del lento” introdotta ironicamente dallo stesso Bianconi con la frase “Questa è per chi dice che i primi Baustelle erano un'altra cosa”. Sono poi arrivati via via brani come “Antropophagus”, “Panico”, “La guerra è finita”, “Corvo Joe”, “San Francesco”, “I Mistici Dell'Occidente” e “La canzone della rivoluzione”. Alcuni brani sono stati musicalmente scarni, con gli strumenti tesi a sottolineare il peso delle parole, sino a “Gli spietati”, che ha la forza dei più grandi rock and roll. Il filo di “amore e morte” è proseguito sino alla seconda parte dello show, con “La bambolina” e “En”. Poi un bellissimo medley costituito da classici come “Noi bambine non abbiamo scelta”, “Cinecittà” (dal primo album “Sussidiario illustrato della giovinezza” e che il gruppo non eseguiva praticamente dagli esordi) e “Beethoven o Chopin. Poi il finale con Francesco Bianconi che si è concesso molto al pubblico di Roma. Tornati sul palco, i Baustelle hanno omaggiato Roma con un medley speciale (non previsto nella scaletta del tour), eseguendo “Nun je da retta Roma” (Gigi Proietti), agganciata nel finale a “Piangi Roma” il brano che i Baustelle hanno realizzato per la colonna sonora del film “Giulia non esce stasera”. A chiudere la scaletta è stata “Gomma”, cantata a squarciagola da tutto il pubblico. I limiti di orario hanno imposto l’esclusione, all’ultimo minuto, di “Charlie fa surf”, che doveva chiudere il concerto. Uno show da rivedere e riascoltare e che conferma i Baustelle come la migliore giovane band italiana in circolazione, guidata da Francesco Bianconi, poeta contemporaneo di grande talento.

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