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Recensioni |
Pubblicato il 27/05/2007 alle 15:12:55 | |
Germano Bonaveri - Magnifico (Parole & Musica / Egea)
Germano Bonaveri traccia la nuova strada della musica d'autore italiana. L'artista emiliano da un'ottima prova nell'album "Magnifico", prodotto da Beppe Quirici.
Germano Bonaveri traccia la nuova strada della musica d'autore italiana. L'artista emiliano da un'ottima prova nell'album "Magnifico", prodotto da Beppe Quirici.
Con Bonaveri, la parola cantautore
riprende quota. Dopo anni zuccherosi, seguiti alla scomparsa
dei vari Giorgio Gaber e Fabrizio De Andrè e alla stanchezza creativa di tanti poeti della canzone, si affaccia sulle scene questo quarantenne bolognese, che sembra avere le carte in mano per scuotere coscienze e seminare dubbi. E' uscito nei giorni scorsi "Magnifico", primo cd solista di Bonaveri (due anni fa la sua prima esperienza discografica con "Scivola via" assieme al gruppo dei Resto Mancha). E' un album che cavalca la lirica e l'invettiva, che getta uno sguardo anarchico su sentimenti e disagio sociale. Con l'accortezza di non offrire mai risposte: ti spegne in faccia una sigaretta accesa per poi lasciare l'"ustionato", cioè chi ascolta le sue rime, a elaborare il disagio. Il disco, che vanta la produzione artistica di un Beppe Quirici in forma smagliante, non fa mistero dei suoi numi tutelari. "Giorgio Gaber, innanzitutto", ci ha spiegato il cantautore in occasione del suo showcase alla Feltrinelli di Roma, "E poi Ivano Fossati, quello di Macramè e quel grande poeta che è stato Fabrizio De Andrè. Puoi immaginare la mia gioia quando Beppe Quirici ha accettato di produrre il mio album. Quirici è stato il produttore degli album di Fossati che ho amato di più". Ci sono brani nel disco che meritano di essere ascoltati con i testi a portata di mano. A partire dalla title-track, dove Bonaveri spazia sul senso meraviglioso della vita che è tale comunque si viva. Che, appunto, è "magnifica come una musica improvvisata, come una foto nata sfocata, come una lirica leopardiana, come la vita che è proprio puttana". E poi c'è "Stato Sociale" con l'attacco ai "padroni
dell'informazione, gli illusionisti della realtà". Oppure "Non dimenticare" che, come dice Bonaveri, è "un'invettiva contro l'uso/abuso dell'informazione da parte del potere, con la complicità di una certa categoria di intellettuali sempre ben disposti a giustificare o condannare secondo le convenienze e le mode del momento". Una sguardo alle musiche: i brani fondono con originalità canzone
popolare, jazz, rock, passando attraverso ritmi folk, eleganti
ballate, e le atmosfere dei grandi chansonnier francesi.
Oltre ai musicisti dei Resto Mancha, la band con cui Bonaveri suona sin dagli esordi ("ma di comune accordo abbiamo deciso di proseguire utilizzando solo il mio nome")Antonello D’Urso (chitarre), Luigi Bruno (piano e fisarmonica), Luca De Riso (basso elettrico), Max D’Adda (batteria), l’album vanta le preziose partecipazioni di Elio Rivagli (percussioni e batteria), Mario Arcari (oboe, clarino e flauto), Martina Marchiori (violoncello) e Maria Pierantoni Giua ai cori in Stato Sociale.
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