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Recensioni |
Pubblicato il 03/08/2015 alle 10:26:01 | |
Simone Avincola – KM28 (Helikonia / Egea)
Se non fosse nato nel 1987, Simone Avincola, artisticamente parlando, potrebbe essere considerato un tipico figlio degli anni '70 dell'epoca dei cantautori. Lo conferma nel suo terzo album “KM28”.
Se non fosse nato nel 1987, Simone Avincola, artisticamente parlando, potrebbe essere considerato un tipico figlio degli anni '70 dell'epoca dei cantautori. Lo conferma nel suo terzo album “KM28”.
Il giovane cantautore romano, che si colloca sulla scia del folk revival, in questi ultimi due anni è stato molto prolifico. Ha sfornato ben due album (su tre realizzati in carriera), tenuto concerti, collaborato con diversi artisti (nel corso della sua carriera ha incrociato, tra gli altri, con Freak Antoni, Riccardo Sinigallia ed Edoardo De Angelis) e si è visto spesso ospite all’Edicola di Fiorello.
Avincola, già vincitore della prima edizione del Tributo a Stefano Rosso, è un tipico figlio della Roma più autentica, con la sua peculiare idea di marginalità, lo sguardo affilato sulla realtà e la capacità di assorbire gli stimoli di un luogo ad alto tasso di creatività. Per questo si candida a diventare uno degli interpreti più emblematici per la sua generazione.
In “KM28” prevale la memoria e lo struggimento, la periferia romana e il mito. Avincola rilegge il classic folk e non perde nulla della vena sulfurea che già aveva manifestato nei suoi primi brani. La title track, che apre l’album, è ironica ed efficace. Seguono “Er Fuggitivo” e “Roma Far West”, che raccontano di esistenze allucinate e metropolitane, inutili e vigliacche. Una colonna sonora perfetta per la vicenda di “Mafia Criminale”. Sullo sfondo personaggi che abitano quartieri deserti e disadorni, a provare qualcosa, a provare un contatto con i sentimenti, che non hanno più avuto cittadinanza in questa epoca di sensibilità appannata (“Non lasciarti andare via” e “Via da qui”).
Insomma, un altro tassello di quel mosaico di Roma, che si va, un po’ per moda un po’ per necessità storica, ricostruendo anche attraverso la canzone. Ed Avincola riscopre anche il dialetto romano (“Come er sole quanno piove”). In chiusura “#FamoseNserfi”, con la partecipazione di Fiorello.
Da segnalare i musicisti che suonano nell’album, ovvero Edoardo Petretti (pianoforte, tastiere e fisarmonica), Stefano Ciuffi (chitarre), Matteo Alparone (basso e contrabbasso) e Luca Monaldi (batteria e percussioni).
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