|
Recensioni |
Pubblicato il 04/10/2015 alle 12:38:03 | |
Pasquale Demis Posadinu – Pasquale Demis Posadinu (Desvelos/Audioglobe, 2015)
Dopo l’esperienza decennale con Primochef del Cosmo, Pasquale Demis Posadinu debutta come solista. E svela, tra ironia e fragilità, la sua storia e la sua terra, la Sardegna. E la musica? È una sorpresa.
C’è qualcosa di magico in Sardegna. Qualcosa che viene colto, e si badi non appieno, solo da chi quella terra la conosce dalla nascita, da chi quella terra l’ha vissuta e la vive come fosse la propria pelle. In questo esordio solista Pasquale Demis Posadinu svela la fragilità dei sentimenti, la bellezza e la confusione della vita, le pressione del vivere quotidiano, la difficoltà di essere artisti oggi “Musica TV”, “Memoir” e soprattutto “Più vecchi di Guccini”, l’inconsistenza dei sogni e la necessità che restino tali, “Tesoro mio lontano” e il rock straniante di “Michela”. Ma anche l’amore per la sua terra e le sue contraddizioni sono motivi di ispirazione, come dimostra in “Nei paesi” e “Le barche”, esempi fulgidi di poesia moderna. Musicalmente e nell’interpretazione vocale siamo nei territori del cantautorato moderno, con echi di Tiromancino, Baustelle e i grandi ma poco noti Virginiana Miller, riletti con la personale sensibilità del protagonista. Ecco così le parole che scorrono su tappeti melodici di tastiere ed assumono forma compiuta di canzoni molto gradevoli e cantabili. Pasquale firma un album intenso, che pur con leggerezza scava dentro di noi ed invita alla riflessione, non senza scardinarci un sorriso ora amaro ora ironico, a volte dolce.
Articolo letto 1556 volte
|