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Interviste |
Pubblicato il 26/01/2004 alle 14:17:10 | |
Lodovico Ellena : sulla via della psichedelia
Alla scoperta di un musicista , scrittore , personaggio "scomodo" dell'underground italiano.
TONY
La tua carriera musicale è talmente lunga , contorta e dettagliata che ha bisogno di un breve riassunto e di un lungo elenco di gruppi , discografia ed esperienze
LODOVICO
Sì hai ragione, è stata piuttosto intricata. Effervescent Elephants a parte che sono stati il gruppo più conosciuto, sono poi seguiti i Folli di Dio, trio acustico con testi in italiano a sfondo ironico-mistico, poi gli elettrici Mirrors con la ottima cantante Rita Francios che hanno ripreso il materiale di quello che doveva essere il 2° Lp degli Elephants, indi gli Arcanes con la grande vocalist Stefania Bongioanni (ora in tour negli U.S.A. con il suo nuovo trio folk celtico i “Tir na moe”) che suonavano prevalentemente brani dei Jefferson Airplane, Doors, Jethro Tull e ‘70s in generale. Seguì quindi il capitolo degli Assurdi, gruppo di provocazione neo-futurista che causò parecchi pruriti per i testi in italiano ironici e “destri”, infine gli Astral Weeks quartetto che credo non abbia ricevuto l’attenzione che meritava: l’orientamento era molto Grateful Dead anche se il primo cd fu un’accozzaglia psico-sperimentale che poi evolse appunto verso la West coast americana dei ‘60/’70. Contemporaneamente sul finire dei ’90 realizzai anche due cd solisti, ristampati poi su Lp dalla Psych-out di Brindisi; dal 2000 in avanti fu quindi silenzio, a parte un paio di brani sempre solisti registrati per l’etichetta inglese Rainfall di Steve Lines: uno tra l’altro non è mai uscito.
TONY Ed ora parlaci di quello che stai facendo adesso musicalmente
LODOVICO
Come ti ho detto sono più di tre anni che musicalmente non faccio nulla. Ora però da qualche tempo abbiamo rimesso insieme una band con altri due ex-Elephants: Aldo Casciano alla batteria e Sergio Monti all’ora bassista e oggi alla chitarra. Della partita anche Mauro Coda al basso e probabilmente (dipende dalla riuscita del progetto) l’altro ex-Elephants Domenico Salussolia al sax contralto; l’idea è di arrivare a registrare i brani con cui cominciammo la nostra avventura musicale nel 1975. All’epoca ci chiamavamo Alter Ego e la musica era totalmente strumentale, influenzata dai Soft Machine psichedelici, Tangerine Dream, Pink Floyd e i primi Van Der Graaf Generator. Per il momento ci stiamo divertendo assai, ma anni di inattività si fanno sentire; non so se poi continueremo, questa storia vuol essere anche un omaggio a quei fans incalliti che ci hanno sempre seguiti fino ad oggi, primo tra tutti il tenace siciliano Antonino Di Maio.
TONY Come mai la scelta di un ambito come quello psichedelico , da cui non ti sei mai discostato.
Eppure ai tempi le sollecitazioni sonore erano ben altre (punk , new wave,"nuovo rock" etc)
LODOVICO
Perché è la forma d’arte espressiva che da sempre abbiamo
collettivamente
sentito. Non che dal jazz alla new wave o dal punk al progressive non ascoltassimo altri generi, anzi! Semplicemente, o meglio ancora naturalmente, il nostro modo di comporre, sentire e suonare è sempre stato più o meno quello “psichedelico” sia pur con diverse sfumature o prospettive.
TONY
Alice Castello divenne per un po' "mitica" , un luogo che sembrava il
> centro della psichedelia italiana.Come tu ricordi in un libro su quei "formidabili anni" in realtà le persone che giravano intorno a quella scena erano i soliti quattro gatti...tipico di quegli anni , in cui intorno ad un nucleo ristretto di persone nascevano progetti talvolta "enormi"
LODOVICO
Sì, è vero, ad Alice Castello è successo qualcosa di anomalo. Ancora oggi è un paese molto particolare, nonostante gli abitanti siano meno di 2500. Nel caso nostro si sono trovate una ventina di persone coetanee con gli stessi desideri, le stesse passioni, gli stessi interessi, le stesse volontà sia pur nella loro individuale differenza. Erano gli anni ’70, fermento, droghe, aperture culturali,politica, musica, cinema, teatro e noi eravamo lì: il resto lo fece la voglia di fare, di esistere, di urlare al mondo i nostri diciott’anni. Poi un giorno, più tardi, incontrammo Claudio Sorge: fu lui a darci spazio e visibilità nel mondo della musica rock italiana. Erano gli anni ’80 e si era in pieno riflusso “neo-psichedelico” e noi – per lui che intendeva promuovere quella scena in Italia - cascavamo come cacio sui maccheroni, anche se in realtà erano lustri che facevamo quella musica. Sorge fu comunque fondamentale per farci comprendere come diventare più fruibili e meno inconcludenti.
TONY
Cosa ascolti adesso e cosa pensi dell'attuale scena musicale italiana e straniera cosiddetta "indipendente" (se ancora esiste) ?
LODOVICO
Ti deluderò, ma verso il finire dei ’90 ero veramente stufo di comprare carrettate di dischi che quasi sempre mi deludevano e rivendevo per tre centesimi: o era roba “deja vu” o non convincente, o artefatta, o inutile, e le eccezioni nel complesso di questo panorama -almeno a mio giudizio- realmente poche. Per cui cominciai ad ascoltare indietro piuttosto che avanti, quindi con il presente da tempo ho ormai perso contatto; le cose più recenti che ho sentito ed apprezzato sono Jeff Buckley, Moon Frog Prophet, Jim o’ Rourke, Withe Stripes, Strokes, Saturnia, Motorpsycho, Groovector. Della scena italiana poi non ho seguito più nulla dai primi ’90: ritengo che alcuni talenti straordinari siano scandalosamente finiti nel dimenticatoio (penso a Maurizio Curadi degli Steeplejack o Sandro Oliva dei Blue Pampurio’s) mentre domini la spazzatura, fatta anche qui qualche rara eccezione che però spesso –e guarda caso- arriva quasi sempre da artisti che vissero la scena degli ’80 o prima ancora e che hanno in seguito formato altre band. Penso infatti ad esempio agli Effetto Doppler, ai London Underground, ai Link Quartet, agli Standarte, a Claudio Rocchi.
TONY
I 5 album preferiti , i 5 gruppi
i 5 libri ,i 5 film.
LODOVICO
“Pendulum” dei Creedence Clearwater Revival, “Over-nite sensations” di Frank Zappa, “A piper at the gates of dawn” dei Pink Floyd, “Aerosol gray machine” dei Van Der Graaf Generator, “Cry of love” di Jimi Hendrix.
Gruppi preferiti;
Frank Zappa, Mahavishnu Orchestra, Captain Beefheart, Doors, Jimi Hendrix, Rory Gallagher: pensa che quest’estate sono andato in Irlanda fin nella sua città natale (dove hanno messo una targa commemorativa) ho raccolto dei ciotoli e li ho regalati agli amici puri di cuore.
Libri;
“Rivolta contro il mondo moderno” di Julius Evola, “Storie di ordinaria follia” di Charles Bukowski, “Osservazioni di un uomo qualunque” di Giovannino Guareschi, “Critica della ragion pura” di Immanuel Kant, e l’Opera Omnia di Cattivik, il genio del male.
Film;
Il “Decameron” di Pier Paolo Pasolini, “La guerra del fuoco”, “Pic-nic ad Hanging rock”, I “Nibelunghi” di Fritz Lang e “Simon del deserto” di Luis Bunuel.
TONY
Tu hai anche una ricca attività di scrittore (a casa di tue
> pubblicazioni ne ho ormai una decina)...ce ne parli ?
LODOVICO
Sì, in questi anni ho scribacchiato molto e cose molte diverse tra loro. Da alcuni volumi di piccole storie di archeologia locale delle mie parti, a libelli di racconti improbabili, da cose di ambientazione politica vissuta tra le quinte ad un controverso libro ideato da Mauro Moroni della Mellow records sulla “storia della musica psichedelica italiana”: denigrato, smontato, stroncato, deriso, sputacchiato, eppure esaurito ed in continua richiesta. Mah, cose italiane.
TONY
Infine ,sei sempre stato un personaggio "scomodo" , ideologicamente e apertamente schierato a "destra" in un ambiente in cui l'accento culturale e
la provenienza politica sono marcatamente di "sinistra" . Personalmente sono da sempre di estrema sinistra , ma ho sempre ammirato in te il coraggio e la
coerenza di questa scelta.
>Ti ha mai creato problemi concreti , nel circuito musicale indy , questa posizione ?
LODOVICO
La musica per me rappresenta una forma d’arte espressiva, libera, senza vincoli, pura, incondizionata, onirica, visionaria, e più di tutto la musica psichedelica. Il mondo che mi circonda ha invece i suoi vincoli, la sua realtà spesso truculenta, le sue brutture, il suo disordine. La lettura di Evola mi scosse, mi elettrizzò, mi plasmò definitivamente quando avevo sedici anni; Evola assaggiò le droghe, si attirò l’odio nazional-socialista e anche il sospetto mussoliniano (ma quanti lo sanno?), visse il magico e l’esoterico, rifiutò le comodità che avrebbe potuto avere, toccò l’esaltazione di un attimo di purezza ideale pagandola con la paralisi per il resto della sua vita. Poi sono un fanatico dell’ordine, riconosco le naturali forme gerarchiche, non amo che il mondo sia venduto ai potenti di turno e odio la violenza nei confronti di chicchessia soprattutto dei deboli. A chi mi dice che nel ventennio questa fu un’arma del potere (il che è palesemente vero), consiglio comunque di pensare come lo fu anche per Stalin, Mao, Pol Pot, Hoxa, Tito, Lenin, o come fu strumento degli anarchici di fine ‘800, per l’Inquisizione, per gli Inglesi nelle colonie o anche per gli innumerevoli (eresia!) crimini compiuti durante la Resistenza: e non c’era certo bisogno del libro di Pansa per saperlo. La violenza è comunque sempre un orrore abnorme. Certo, queste mie opinioni hanno dato molto fastidio ad alcuni che non mi hanno più né scritto né parlato. Altri invece, e non sono stati pochi, hanno mantenuto negli anni un ottimo rapporto che esiste tuttora; personalmente prima delle opinioni mi interessano gli uomini, e un uomo che non sa confrontarsi o non tollera chi non la pensa come lui non credo possa contribuire molto a cambiare il mondo, fosse anche di una sola virgola. In fin dei conti è dallo scontro degli opposti che le cose nascono. Un’ultima cosa; i musici che hanno suonato con me in tutti questi anni sono quasi tutti o di sinistra o anarchici. Purtroppo per loro, date le mie posizioni addirittura riportate su un sito americano di musica psichedelica (ma tu pensa!?!), spesso sono stati considerati anch’essi loro malgrado “fascisti”: non è per niente così, si tranquillizzino quindi le mamme di quei bravi figlioli che invece lo pensano. Ad ogni modo le discussioni tra noi a volte erano molto vivaci, troppo vivaci: per questo da anni cerchiamo di evitare di toccare questi argomenti, soprattutto nelle lascive serate dionisiache. Anche se di quando in quando…….
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