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Pubblicato il 30/04/2007 alle 14:30:32 | |
Flashback sulle ultime serate delle qualificazioni dell'Arè Rock Festival
In attesa della finale del 12 maggio,flashback sulle ultime2serate delle qualificazioni del concorso nazionale,organizzato da Europa Giovane a Barletta.Altri 7 artisti di cui annotarsi i nomi,Mad Monkey,Glow,Camillorè,Strani Giorni,Juta,Shaka,Contrò
Sono giunte al termine le qualificazioni live dell' Arè Rock Festival, concorso nazionale organizzato dall'associazione culturale Europa Giovane, che si propone come vetrina per le eccellenze presenti in Italia in ogni genere musicale, dal rock al folk, dall'indie al dark, dal pop al metal. Le ultime band tra le 36 ammesse al concorso (su 126 iscrittesi da tutt’Italia) ad esibirsi presso il pub “I Bucanieri” di vico Gloria a Barletta sono state mercoledì 18 Camillore' (ex Metafora, folk-rock d'autore, Bari), Glow (rock melodico, Massacra, TA) e Mad Monkey (alternative metal, Crotone) e giovedì 19 Contrò (rock non convenzionale, Caserta), Juta (indie folk, Bologna),Shaka (pop-rock elettronico,Barletta) e Strani Giorni (rock d'autore, Roma, recuperano la data saltata per motivi di salute).
I primi ad esibirsi nella serata straordinaria di mercoledì sono stati i calabresi Mad Monkey, che propongono un alternative metal attraversato da influenze differenti, che lo allontanano dai canoni del genere per raggiungere una più viva originalità. Notevoli le intro strumentali, in cui spiccano i riff di basso di Gaetano Lombardo; in “Crusade” i cambi di ritmo presentano poi tratti piuttosto psichedelici. Efficace l’intreccio delle due voci maschili della band, quelle di Andrea e Antonio Mellino, che mescolano tonalità e timbri differenti in pezzi che affrontano anche tematiche sociali, come l’arroganza di quanti “credono di poter comprare tutto”. Seconda band del 18 aprile a calcare le scene dell’Arè Rock Festival i Glow, nati nel 2005 con l’intento di proporsi come cover band dei Queen. Resta qualcosa in effetti dell’ascolto di Freddie Mercury e soci in alcuni brani della band, che però ha raggiunto un proprio stile compositivo che li differenzia da questo e altri molteplici modelli, che basa le sue canzoni soprattutto sulle chitarre attingendo anche al brit-rock, all’alternative alla Incubus, all’hard rock e all’hair-metal. Tra i pezzi presentati al festival, risultano accattivanti soprattutto “Memories of a Walk” e “Rebirth”. Concludono l’11° serata di qualificazioni i Camillorè (ex Metafora), che trasformano il concerto in una grande festa, grazie all’entusiasmo dei loro fan, i ritornelli trascinanti dei loro pezzi e l’interpretazione eccentrica e sorprendente di Davide Ceddìa. Il set parte con l’apparentemente scanzonata “Camillo re di Sghighigno”, favola medievale con attualissima morale di fondo sul potere e l’ingratitudine/incomprensione del popolo gozzovigliante. Il brano ha una chiusura accelerata bandistica; un tango che sfocia in ska-punk è invece l’ironica “Ti regalerò un fucile”, mentre surreale canzone quasi disco si rivela la divertente pseudo-fantascientifica “Meno di un carciofo ma quanto una piramide d’Egitto”, con tanto di alieni interessati ad una piramide e all’affitto di piazza S. Pietro. Chiude il set un fumettistico elogio della follia con “Un’estate a Paperopoli”.
Giovedì 19 aprono le danze i romani Strani Giorni e il loro pop-rock, che catturano gli ascoltatori con basi ritmiche post-punk che rammentano band inglesi come i Maximo Park, associate a strutture e linee vocali più melodiche e made in Italy. Tra le canzoni del trio, formato da Roberto Maccaroni, Stefano Proietti e Daniele Teodorani, in evidenza “Flashback”, che narra di un amore interrotto per una chiamata alle armi e del persistere dei fantasmi della guerra nelle memorie dei reduci; chiude la loro esibizione l’intimistica “Nero”, che affianca a melodie alla Venuti una linea di chitarra anni ’70 alla Santana. Si cambia nettamente atmosfera con l’indie folk delicato ed etereo degli Juta della canadese Barbara Adly; la sua voce limpida e sottile rammenta singer di talento come Norah Jones, Emiliana Torrini, Dido. I brani sono imperniati musicalmente sugli arpeggi della chitarra acustica di Pierluigi Aielli; la batteria di Dario Mazzucco resta sempre molto soft, grazie anche all’uso delle spazzole, che danno alle canzoni un tocco jazzato. La tastiera di Pietro Canali interviene discretamente per contribuire ad un sound sempre molto raffinato ed eleganti, come quello che caratterizza pezzi come “Marigold” o la sognante, struggente ballata “Beyond Lights”. Una scossa di adrenalina è invece il set dei barlettani Shaka; le loro canzoni hanno l’immediato potere di suggestione delle hit pop nelle linee melodiche (v. per es. “Vorrei ripartire da te”), accompagnate però da arrangiamenti in cui particolare cura e impeto rock mostrano i riff di basso di Ruggiero Balzano e il ritmo affidato alla batteria di Marco Valerio. Anche la chitarra elettrica di Cosimo Matteucci dà ad alcuni pezzi un colore più decisamente pop-rock: è il caso per esempio della coinvolgente “Angel Devil”. Da ricordare anche “Dolce veleno”, dedicata alla dipendenza inesorabile dalla passione, pur davanti al costante pericolo della sofferenza e dell’annullamento di sé. Ultima band delle selezioni live sono i Contrò, capitanati da Daniele Nicolini, che definiscono la loro musica, che sfiora il patchanka, un “rock non convenzionale”. Tema fondamentale delle loro canzoni, raccolte nell’album autoprodotto “El Mundo Feliz”, è il viaggio; partono infatti citando l’Odissea e cantando “Dalla parte di Penelope”, toccante brano ad alto tasso di lirismo sullo scontro tra le ragioni del cuore e la ragion di stato, che si chiude con il sospirato ritorno ad Itaca e un appassionato abbraccio. Si prosegue con un trasferimento virtuale a Cuba, rivissuta attraverso la storia di “Janet” in un brano dal ritmo cangiante e trascinante che ricorda il Parto delle Nuvole Pesanti.
Si sono così concluse in bellezza le 12 serate di musica dal vivo presso il pub “I Bucanieri”; i primi 12 classificati del concorso si sono esibiti nelle semifinali del 25 e 26 aprile presso piazza Aldo Moro (ex piazza Roma), sempre a Barletta. Sono stati pertanto decretati da una giuria tecnica e popolare ampliata i 6 finalisti che il 12 maggio si scontreranno prima del concerto dei Giardini di Mirò presso il Fossato del Castello Svevo. Si tratta di Giovanni Block & Masnada (Teatro canzone, Napoli), U' Papun (Folk Rock D'Autore, Bari), C.F.F. e il Nomade Venerabile (Rock Parateatrale, Gioia del Colle, BA), Hope Leaves (Acoustic Rock, Vittorio Veneto, TV), Leitmotiv (Rock Schizofrenico-Chanson Underground, Sava, TA) e B.L.O.Z. (Metal Sperimentale, Barletta).
Alla band vincitrice andrà un premio del valore di 2000 euro. Inoltre, i 6 gruppi finalisti senza ulteriori selezioni saranno ammessi di diritto al Music Village, evento dedicato agli artisti emergenti di tutta Italia organizzato dalla Event Sound Promotion, specializzata nella comunicazione e promozione discografica. I musicisti emergenti avranno così un ulteriore possibilità di esibirsi dinanzi agli operatori del settore musicale (giornalisti, musicisti professionisti) e discografico (etichette discografiche indipendenti, major, media musicali, promoter) e di partecipare a seminari formativi gratuiti.
Ad uno dei 6 finalisti dell’Arè Rock Festival sarà offerto un video-clip realizzato e prodotto da Sabino Balestrucci, Dario Battaglia ed Enzo Campanella (BBC group produzioni by RiScatti). Infine il demo di uno dei 36 gruppi selezionati per il concorso sarà coprodotto da Beppe Massara presso il 'Gel Studio' di Trani. Il festival si avvale come media partner del quinto portale d'informazione musicale italiano, Musicalnews.com, della free-press CultTime, di RadioIdea e del fotografo Sabino Balestrucci.
Arè Rock Festival sul web:
http://www.arerockfestival.it http://it.groups.yahoo.com/group/arerockfestival/ http://www.myspace.com/arerockfestival
ufficiostampa@arerockfestival.it
Nella foto:gli Juta
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