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Recensioni |
Pubblicato il 14/10/2008 alle 20:18:54 | |
Peter Fruit va alla ricerca di Amy Winehouse
Lo scrittore americano Peter Fruit abbandona i Ramones per andare alla ricerca di Amy Winehouse in un libro edito da Kowalski Editore
Peter Fruit
Su e giù con Amy Winehouse
Kowalski Editore
Non c’è dubbio che Amy Winehouse sia il personaggio del mondo dello spettacolo sul quale, negli ultimi quattro anni, sono stati versati fiumi di inchiostro. Proprio per questo ho sempre pensato che qualcosa di speciale avrebbe dovuto essere pubblicato per attirare l’attenzione di chi non voleva soffermarsi solo ed esclusivamente sul pettegolezzo. Quasi come fosse stato invocato ecco che Kowalski pubblica il libro di Peter Fruit. Questo sulla cantante inglese non è una classica biografia. La definirei una ricerca della verità su questo controverso personaggio. Da che parte si vuole valutare la Winehouse? Si considera di più l’aspetto talentuoso, le sue doti vocali o la sua vita assolutamente dissennata? Fruit con grande capacità resta in equilibrio su entrambe le cose. Sia l’una che l’altra sono aspetti della vita di Amy. Sfaccettature di un prisma che a volte luccica e altre perde la sua splendente luce. Un libro sul quale ci sono diversi momenti che ci fanno riflettere. Non può essere l’esempio delle vite dissennate di altri grandi personaggi come Billie Holiday e Janis Joplin, per citare solo alcuni nomi, per far diventare dei grandi interpreti. Una dubbio pervade tutto il libro: Amy è veramente una grande cantante o, piuttosto, è un prodotto della sua casa discografica e dei suoi produttori. Ritengo non possa esserci una risposta reale. Per ogni artista che arriva ad avere un successo planetario esistono fans e detrattori. I fans la amano per quello che lei ha dimostrato con i suoi due lavori, Frank e Back in black , frutto di un lavoro di equipe nei quali lei ha, comunque, dato sempre il meglio di sè stessa. I detrattori sono attenti a ciò che lei dimostra giorno dopo giorno. In questo, la stessa Amy dà loro una mano avendo disseminato il suo percorso di comportamenti dubbi, di concerti saltati, di arresti o di ricoveri. Non la aiuta neanche l’affermazione di Hassan Choudhury, vicepresidente della Universal, citata nel libro di Fruit: Non c’è motivo di non credere che tutta questa copertura abbia portato il profilo di Amy Winehouse al livello più alto. Tutti noi siamo estramamente felici della quantità di dischi venduti, e molto è dovuto ad alcune fantastiche opportunità di mercato che si sono profilate quando l’artista non era disponibile. Incredibile!
E’ difficile credere che sia così. Un dubbio, però, ci viene leggendo la cronologia riportata alla fine del libro. Troppi disastri, nessun concerto memorabile, tutte cose che fanno pensare che, forse, il mito Winehouse esista sopratutto per l’aiuto dei tabloid.
Il libro di Fruit può aiutare il lettore alla ricerca della verità o, magari, aumenterà i dubbi. E’, comunque, un libro da leggere per la sua scrittura accurata e semplice, per il girovagare dell’Autore per Londra, nei locali e nei posti frequentati dalla Winehouse e per i personaggi che lo stesso autore incontra e che danno spessore alla sua ricerca su una delle voci più belle degli ultimi anni.
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